Norme Tecniche del Piano Strutturale

Art. 152 Disposizioni generali

1. I Piani Comunali di settore dovranno essere fondati su obiettivi prestazionali definiti e raffrontabili con quelli del presente Piano Strutturale, del PIT e del PTC e con le relative norme tecniche; avere come ambiti di riferimento i sistemi territoriali, quelli funzionali e le U.T.O.E. così come definite dalle presenti norme; essere coerenti con le norme generali per la tutela e l'uso del territorio di cui alla L.R. 1/2005 e successive modifiche ed integrazioni, indicando in particolare:

  • - la relazione con le aree di interesse ambientale;
  • - l'incidenza sull'utilizzo delle risorse naturali e le eventuali azioni di trasformazione da valutare preventivamente;
  • - gli effetti indotti sulle risorse essenziali.

Art. 153 Piano della distribuzione e localizzazione delle funzioni

1. Il Piano della distribuzione e localizzazione delle funzioni è lo strumento attraverso il quale l'Amministrazione potrà prevedere un'equilibrata distribuzione spaziale delle funzioni terziarie direzionali, turistiche, commerciali e produttive nelle diverse parti del territorio, in armonia con quanto previsto dal Piano Strutturale ed in particolare con quanto specificato al Titolo VII Sistemi funzionali delle presenti norme.

2. Tale Piano dovrà in particolare:

  • - tutelare gli insediamenti storici;
  • - consentire l'integrazione delle destinazioni residenziali con attività compatibili con la stessa per evitare i fenomeni negativi indotti dalla monofunzionalità dei contesti urbani, in continuità e nel rispetto delle strategie del Piano Strutturale;
  • - sintonizzare la distribuzione spaziale delle funzioni con le esigenze di riordino del traffico veicolare e dell'accessibilità pedonale, ciclabile e veicolare del trasporto pubblico, secondo gli indirizzi e le previsioni del Piano Strutturale;
  • - consentire operazioni di riqualificazione dei tessuti insediativi degradati e degli immobili dismessi;
  • - verificare la dotazione di opere di urbanizzazione.

Art. 154 Programmazione urbanistica commerciale e regolamento del commercio in sede fissa

1. Questo tipo di atti di programmazione dovranno contenere:

  • - il quadro conoscitivo delle risorse e della struttura commerciale;
  • - la valutazione delle esigenze di mobilità indotte;
  • - la definizione delle esigenze di parcheggi pubblici e privati.

Art. 155 Piano Triennale delle opere pubbliche

1. Il Piano Triennale delle opere pubbliche dovrà definire le esigenze di opere pubbliche in riferimento alle previsioni del Piano Operativo per il periodo considerato, oltre a determinare un ottimale utilizzo delle risorse economiche in relazione alle esigenze ed alle priorità definite negli attui di pianificazione, dovrà infine valutare le opere da realizzare con il contributo di operatori privati.

Art. 156 Piano di protezione civile

1. Il Piano di protezione civile dovrà definire le direttive integrate con quelle relative alla trasformazione ed alla tutela del territorio predisponendo la classificazione complessiva dei rischi e delle aree interessate dagli stessi; in particolare dovrà valutare:

  • - i rischi connessi con le risorse essenziali del territorio;
  • - i rischi derivanti dagli insediamenti produttivi.

2. Dovrà inoltre valutare le fragilità del territorio e dell'ambiente già indicate dalle presenti norme individuando un monitoraggio in sintonia con quanto indicato dal Piano Strutturale.

Art. 157 Piano Comunale di classificazione acustica

1. Il Piano Comunale di classificazione acustica di cui il Comune si deve dotare in applicazione della L.R. 89/1998 deve essere formato tenendo conto dei criteri desunti dalle linee guida approvate con Delibera del C.R. n.77/2000.

2. Il Piano Comunale di classificazione acustica, adottato con Delibera del Consiglio Comunale n.33 del 27 aprile 2004, dovrà essere approvato prima dell'approvazione del Piano Operativo.

Art. 158 Piano di indirizzo e di regolazione degli orari

1. Il Piano Strutturale recepisce, quale parte integrante del proprio quadro conoscitivo, la ricognizione delle attività svolte sul territorio al fine di riequilibrare e riorganizzare i tempi e gli orari e le necessità di mobilità, così come contenute nel Piano di indirizzo e di regolazione degli orari, approvato con Delibera del Consiglio Comunale il 7 dicembre 2002.