Norme Tecniche del Piano Strutturale

Art. 125 Disposizioni generali

1. Il Piano Strutturale individua, attraverso gli schemi direttori e le aree strategiche di intervento (A.S.I.), gli ambiti cui viene riconosciuto un ruolo strategico per la definizione degli obiettivi generali per il governo del territorio e che per le tematiche che presentano richiedono, nella definizione del Piano Operativo, uno sviluppo progettuale più approfondito e dettagliato.

2. Il Urbanistico dovrà predisporre per ciascuna area strategica di intervento norme operative e prescrizioni corredate da rappresentazioni grafiche che stabiliscano:

  • - gli indirizzi progettuali
  • - il principio insediativo
  • - il disegno degli spazi pubblici o ad uso pubblico
  • - le quantità
  • - le tutele
  • - le modalità d'attuazione.

3. Gli schemi direttori che il Piano Strutturale individua sono:

  • - S.D.1: la Statale 69
  • - S.D.2: la valle dell'Ambra
  • - S.D.3: le direttrici interne
  • - S.D.4: insediamenti in collina.

4. Il Piano Operativo introduce, se necessario, variazioni relative al perimetro delle aree strategiche di intervento ed individua, nell'ambito tematico di ciascuno schema direttore, ulteriori aree da sottoporre a progettazione di dettaglio.

5. L'attuazione delle previsioni del Piano Strutturale entro le singole Aree Strategiche di Intervento potrà avvenire solo attraverso Programmi complessi o Piani Attuativi.

6. Nella definizione degli interventi il Piano Operativo ed i successivi strumenti urbanistici attuativi, dovranno rispettare le tutele di cui al Titolo VI Invarianti Strutturali e Tutele strategiche.

7. I valori riferiti alle aree da destinarsi a servizi e attrezzature di interesse collettivo, eventualmente indicate per ciascuna delle Aree Strategiche di Intervento individuate dal Piano Strutturale e riportate negli articoli successivi, sono dei minimi inderogabili e vincolanti per il Piano Operativo.

8. I valori riferiti alle aree da destinarsi alla edificazione, eventualmente indicate per ciascuna delle Aree Strategiche di Intervento individuate dal Piano Strutturale e riportate negli articoli successivi, sono dei massimi inderogabili e vincolanti per il Piano Operativo.

9. Il Piano Operativo, per tutti gli interventi strategici previsti dal Piano Strutturale, dovrà prevedere apposita disciplina che detti le condizioni e le azioni necessarie a garantire il miglioramento ed il potenziamento della sostenibilità ecologico-ambientale del territorio, in particolare verificando la possibilità di attuare le seguenti azioni:

  • - creare corridoi di infrastrutturazione e canalizzazioni di servizio;
  • - creare sistemi di approvvigionamento idrico che consentano il recupero delle sorgenti naturali o di altre fonti idriche;
  • - differenziare gli utilizzi della risorsa idrica (uso potabile ed uso per attività di servizio e produzione) mediante la creazione di un acquedotto duale;
  • - privilegiare lo smaltimento separato acque bianche - acque nere nei sistemi di smaltimento, di depurazione e di recupero delle acque reflue;
  • - migliorare le modalità dei sistemi di raccolta differenziata dei rifiuti con la costituzione di isole ecologiche il cui dimensionamento sia condizionato dalle modalità di raccolta e dal bacino di utenza;
  • - migliorare le modalità di utilizzo ed organizzazione delle risorse energetiche anche attraverso sistemi di produzione dell'energia alternativa;
  • - predisporre la verifica dell'ufficiosità idraulica del reticolo drenante e della corretta regimazione delle acque nelle aree investite dalla trasformazione urbanistica ed edilizia.

CAPO I SD1 La Statale 69

Art. 126 Schema direttore: la Statale 69 S.D.1

1. Lo schema direttore S.D.1 raccoglie aree gravitanti in modo più o meno diretto intorno alla realizzazione del nuovo tracciato stradale che risolve l'attuale problema dell'attraversamento dell'abitato di Levane ma apre anche un differente spazio di percezione del territorio e vi costruisce nuove relazioni.

2. La nuova strada avrà caratteristiche diverse - e migliori - rispetto a quella esistente; si tratterà di un asse extraurbano, connotato dalla presenza di limitate intersezioni; trovandosi però al margine di tessuti urbani esistenti - sul lato nord - sia di tipo residenziale che produttivo, si dovranno adottare gli opportuni dispositivi per l'attenuazione dell'inquinamento acustico ed atmosferico determinato dal traffico veicolare; lungo il suo tracciato potranno essere localizzate infrastrutture di servizio quale un distributore di carburante.

3. Gli interventi diffusi legati al tema centrale della variante alla Statale 69 riguarderanno in primo luogo il centro di Levane e le aree prevalentemente residenziali: la deviazione dei maggiori flussi di traffico e soprattutto del traffico pesante sulla nuova strada consentirà una profonda riqualificazione degli spazi, attribuendo loro un ruolo centrale per Levane; dovrà essere messo a punto un dettagliato progetto di suolo per il ridisegno delle sezioni stradali e la sistemazione degli spazi aperti, costruendo sequenze di materiali e ricollegando parti oggi separate; si dovrà inoltre ricostruire il rapporto con il fiume, inserendo le aree verdi opportunamente recuperate lungo l'Ambra in una trama di spazi attrezzati per gli abitanti che comprenda anche la zona sportiva; tutti gli interventi dovranno essere orientati alla messa in sicurezza di aree che nel tempo sono state più volte interessate da allagamenti o esondazioni.

4. Altri interventi diffusi saranno quelli riguardanti le aree produttive; per quelle esistenti e già sature ad est della variante si prevedono interventi di riqualificazione della rete viaria, degli spazi pubblici e di quelli di pertinenza con possibilità di sostituzione dei fabbricati; per quelle in corso di completamento ad ovest della variante e lungo il fondovalle del torrente Trigesimo si prevedono interventi di riqualificazione e mirati ad un più efficace sfruttamento del suolo occupato, attraverso la densificazione del tessuto.

Art. 127 Area strategica di intervento 1.1: Le cave tra S. Maria e il Poggio e a Bucine

1. L'area è situata al margine dell'altopiano, in prossimità del fondovalle e del Valdarno; si tratta di una zona evidentemente improntata e modellata dalla lunga opera di sfruttamento del suolo per l'estrazione degli inerti, dove l'attività è in corso di esaurimento e destinata al recupero ambientale; quest'area presenta evidentemente problemi di stabilità ed idrogeologici, tali da richiedere un intervento complessivo di risanamento.

2. Il Piano Operativo dovrà disciplinare un intervento - da attuare una volta completato lo sfruttamento delle potenzialità residue di escavazione - finalizzato alla realizzazione di un parco del tempo libero e dello sport nell'area dell'ex cava da bonificare, con attrezzature ricettive e complementari, compatibile con le attività già presenti nelle aree contermini. Non saranno comunque ammessi interventi con destinazione residenziale o strutture ricettive di tipo alberghiero o altre destinazioni non compatibili con le caratteristiche ambientali e paesistiche del luogo o non coerenti agli obiettivi fondamentali di bonifica e recupero dell'area.

3. Gli interventi dovranno tenere conto dei seguenti indirizzi:

  • a) recupero ambientale che porti ad un effettivo miglioramento delle condizioni attuali senza comportare alcuna riduzione del livello qualitativo esistente per quanto riguarda le risorse essenziali - aria, acqua, suolo e sottosuolo -;
  • b) valutare il possibile mantenimento della residua potenzialità come cava di prestito
  • c) il dimensionamento massimo delle opere, degli spazi di pertinenza e dei locali accessori dovrà comunque essere precisato e definito attraverso uno specifico Studio di Fattibilità;
  • d) attuazione per fasi;
  • e) valorizzazione degli elementi di rilievo archeologico.

4. Per la presente A.S.I. il Piano Strutturale stabilisce le seguenti condizioni alla trasformabilità che dovranno essere assunte e recepite dal Piano Operativo e dai successivi Strumenti Urbanistici di Attuazione:

  • - redazione di uno Studio preventivo di fattibilità che valuterà la compatibilità tra gli interventi previsti e gli effetti sulle componenti paesistico-ambientali e la compatibilità tecnica, economica e gestionale dell'operazione
  • - valutazione di impatto ambientale
  • - verifica delle condizioni idrauliche, idrogeologiche e geomorfologiche in particolari casi studiando:
  • - la regimazione delle acque superficiali
  • - le acque sotterranee e la falda acquifera
  • - la stabilità dei terreni
  • - bonifica e recupero ambientale delle aree di cava, come intervento prioritario
  • - il recupero e la rinaturalizzazione del reticolo idrografico
  • - verifica di compatibilità e coerenza con gli assetti agricoli produttivi esistenti
  • - mantenimento e ripristino dei tracciati storici; valorizzazione degli elementi strutturanti il territorio agricolo
  • - verifica delle relazioni con l'area archeologica di Santa Maria
  • - studio di una adeguata viabilità di accesso dalle principali direttrici attraverso l'adeguamento dei tracciati esistenti
  • - interventi di mitigazione ambientale al fine di attenuare eventuali fenomeni di inquinamento (acustico, atmosferico, percettivo)
  • - predisposizione di un sistema di monitoraggio degli inquinamenti ambientali
  • - creazione di nuove reti infrastrutturali privilegiando:
  • - canalizzazioni di servizio
  • - rete fognaria e separazione delle acque nere (reflue) e bianche (meteoriche)
  • - utilizzo di acquedotto duale di servizio per le attività di gestione degli impianti a verde e degli spazi aperti
  • - utilizzo di fonti e tecnologie energetiche alternative ed ecocompatibili finalizzate al risparmio energetico.

Art. 128 Area strategica di intervento 1.2: Il nodo di Case Mearino

1. L'area si trova lungo il tracciato previsto per la variante alla Statale 69 in corrispondenza dell'intersezione con la viabilità locale in località Rossinello; attualmente l'area è inedificata. Con la realizzazione della variante tale area potrà assumere un differente ruolo, grazie all'ottimo livello di accessibilità; potrà inoltre costituire un punto di collegamento con la zona delle cave e con la parte nord di Bucine, in alternativa al percorso della Statale della Valdambra.

2. Il Piano Operativo dovrà disciplinare un intervento finalizzato alla realizzazione di un nuovo insediamento prevalentemente commerciale che garantisca i seguenti indirizzi:

  • a) nuova edificazione per terziario e/o commerciale
  • b) tipologia coerente all'andamento naturale del pendio
  • c) sistemazione degli spazi aperti attraverso la definizione di un progetto di suolo per l'intera area
  • d) realizzazione del braccio di collegamento tra l'intersezione sulla nuova Statale 69 e la strada per Perelli.

3. Per la presente A.S.I. il Piano Strutturale stabilisce le seguenti condizioni alla trasformabilità che dovranno essere assunte e recepite dal Piano Operativo e dai successivi Strumenti Urbanistici di Attuazione:

  • - verifica dell'intervento in relazione alla elevata permeabilità della struttura idrogeologica
  • - raccolta e chiarificazione delle acque di dilavamento (prima pioggia) in apposite canalette o vasche e restituzione al terreno o in un corso ad avvenuta depurazione
  • - trattamento del suolo caratterizzato da un corretto rapporto tra suolo permeabile ed impermeabile
  • - messa a dimora di nuovi impianti vegetazionali (di tipo autoctono) da realizzarsi contestualmente all'intervento edilizio
  • - rapporto con il contesto urbano e le infrastrutture viarie
  • - creazione di nuove reti infrastrutturali privilegiando:
  • - canalizzazioni di servizio
  • - rete fognaria e separazione delle acque nere (reflue) e bianche (meteoriche)
  • - utilizzo di acquedotto duale di servizio per le attività di gestione degli impianti a verde e degli spazi aperti
  • - utilizzo di fonti e tecnologie energetiche alternative ed ecocompatibili finalizzate al risparmio energetico.

4. L'intervento in quest'area è condizionato e vincolato alla attuazione del progetto della variante alla Statale 69.

Art. 129 Area strategica di intervento 1.3: La cava di Perelli

1. L'area un tempo sfruttata come cava di inerti e finora non ripristinata offre l'opportunità di dare collocazione adeguata ad attività produttive "a bassa densità", che necessitano prevalentemente di spazi aperti per il deposito dei materiali. La realizzazione della variante alla Statale 69 ed in particolare dello snodo in corrispondenza di Case Mearino renderà l'area dell'ex-cava agevolmente accessibile anche da Levane.

2. Il Piano Operativo dovrà disciplinare un intervento finalizzato alla realizzazione dell'area a destinazione produttiva che garantisca i seguenti indirizzi:

  • a) riconfigurazione urbanistica dell'intera area per l'utilizzo per gli spazi di deposito a cielo aperto;
  • b) sistemazione degli spazi aperti attraverso la definizione di un progetto di suolo per l'intera area;
  • c) nuova edificazione a supporto delle attività insediate;
  • d) miglioramento delle prestazioni del contesto con l'adeguamento della sezione stradale.

3. Per la presente A.S.I. il Piano Strutturale stabilisce le seguenti condizioni alla trasformabilità che dovranno essere assunte e recepite dal Piano Operativo e dai successivi Strumenti Urbanistici di Attuazione:

  • - bonifica e recupero ambientale delle aree di cava, come intervento prioritario
  • - verifica delle condizioni idrauliche, idrogeologiche e geomorfologiche in relazione alle attività da insediare previste
  • - interventi di mitigazione ambientale al fine di attenuare l'inquinamento (acustico, atmosferico, percettivo) anche con messa a dimora di impianti vegetazionali arborei e arbustivi (di tipo autoctono) da realizzarsi contestualmente all'intervento
  • - trattamento del suolo caratterizzato da un corretto rapporto tra suolo permeabile ed impermeabile
  • - raccolta e chiarificazione delle acque di dilavamento (prima pioggia) in apposite canalette o vasche e restituzione al terreno o in un corso ad avvenuta depurazione
  • - predisposizione di un sistema di monitoraggio degli inquinamenti elettromagnetici
  • - rapporto con le infrastrutture viarie.

4. L'intervento in quest'area è condizionato e vincolato alla attuazione del progetto della variante alla Statale 69 ed alla attivazione dell'intervento di riqualificazione dell'area posta nel centro di Bucine attualmente occupata dalle attività da trasferire.

Art. 130 Area strategica di intervento 1.4: Levane via S. Maria

1. Alcuni dei luoghi dove le attività produttive si sono insediate a ridosso di nuclei di antico impianto e delle aree residenziali sono ormai in corso di dismissione, "liberando" spazi preziosi per riqualificare tessuti urbani nel tempo caricati di funzioni improprie.

2. Contemporaneamente la prospettiva della realizzazione della variante della Statale 69 induce a rafforzare le relazioni con le aree degli assi storici di Levane.

3. Il Piano Operativo dovrà disciplinare un intervento finalizzato al trasferimento dell'attività produttiva esistente ed alla riconversione dell'area a destinazioni residenziali o a queste complementari che garantisca i seguenti indirizzi:

  • a) riconfigurazione urbanistica dell'intera area a comparto prevalentemente residenziale, con presenza di funzioni commerciali o terziarie compatibili con la residenza;
  • b) sistemazione degli spazi aperti attraverso la definizione di un progetto di suolo per l'intera area ed in relazione a quelle adiacenti: il nuovo insediamento avrà affaccio sulla strada lungo l'Ambra;
  • c) privilegiare la fruizione pedonale degli spazi con inserimento di un collegamento tramite passerella con la riva destra dell'Ambra;
  • d) miglioramento delle prestazioni del contesto con l'adeguamento della sezione stradale ed il completamento della rete viaria locale e con una elevata dotazione di parcheggi;
  • e) recupero delle quantità esistenti e nuova edificazione per residenza.

4. Per la presente A.S.I. il Piano Strutturale stabilisce le seguenti condizioni alla trasformabilità che dovranno essere assunte e recepite dal Piano Operativo e dai successivi Strumenti Urbanistici di Attuazione:

  • - verifica delle condizioni idrauliche, idrogeologiche e geomorfologiche (esondabilità, instabilità dei terreni, …)
  • - verifica preliminare della qualità del terreno superficiale e ricerca di presenza di elementi inquinanti con conseguente eventuale bonifica delle aree industriali
  • - verifica dell'intervento in relazione alla elevata permeabilità della struttura idrogeologica
  • - trattamento del suolo caratterizzato da un corretto rapporto tra suolo permeabile ed impermeabile
  • - interventi di attenuazione dell'inquinamento (acustico, atmosferico, percettivo) lungo la viabilità principale mediante impianti vegetazionali di mitigazione ambientale
  • - rapporto con il contesto urbano e le infrastrutture viarie
  • - riorganizzazione delle reti infrastrutturali privilegiando:
  • - canalizzazioni di servizio
  • - rete fognaria e separazione delle acque nere (reflue) e bianche (meteoriche)
  • - utilizzo di acquedotto duale di servizio per le attività di gestione degli impianti a verde e degli spazi aperti
  • - utilizzo di fonti e tecnologie energetiche alternative ed ecocompatibili finalizzate al risparmio energetico
  • - raccolta differenziata e smaltimento dei rifiuti attraverso un sistema di isole ecologiche.

Art. 131 Area strategica di intervento 1.5: Levane zona Stanzone

1. All'interno del tessuto residenziale di Levane la dismissione degli insediamenti produttivi rappresenta un fenomeno rilevante, che può diventare anche occasione di riqualificazione di un ampio contesto e di potenziamento degli spazi di interesse collettivo, ad esempio recuperando interessanti manufatti di tipo produttivo come quello situato di fronte allo "stanzone".

2. Il Piano Operativo dovrà disciplinare un intervento finalizzato alla riconversione dell'area a destinazioni residenziali e ad attrezzature di interesse collettivo che garantisca i seguenti indirizzi:

  • a) riconfigurazione urbanistica dell'area a destinazione prevalentemente residenziale, con presenza di funzioni commerciali o terziarie compatibili con la residenza;
  • b) sistemazione degli spazi aperti attraverso la definizione di un progetto di suolo per l'intera area ed in relazione a quelle adiacenti;
  • c) privilegiare la fruizione pedonale degli spazi ed estendere il più possibile gli spazi per lo stare in corrispondenza dei luoghi di interesse collettivo;
  • d) recupero e consolidamento del manufatto originariamente industriale di fronte allo "stanzone" per quanto riguarda gli elementi caratterizzanti del prospetto principale, da conservare integralmente;
  • e) recupero delle quantità esistenti dell'insediamento dello "Stanzone" per residenza.

3. Per la presente A.S.I. il Piano Strutturale stabilisce le seguenti condizioni alla trasformabilità che dovranno essere assunte e recepite dal Piano Operativo e dai successivi Strumenti Urbanistici di Attuazione:

  • - verifica delle condizioni idrauliche, idrogeologiche e geomorfologiche (esondabilità, instabilità dei terreni, …)
  • - verifica preliminare della qualità del terreno superficiale e ricerca di presenza di elementi inquinanti con conseguente eventuale bonifica delle aree industriali
  • - verifica dell'intervento in relazione alla elevata permeabilità della struttura idrogeologica
  • - trattamento del suolo caratterizzato da un corretto rapporto tra suolo permeabile ed impermeabile
  • - interventi di attenuazione dell'inquinamento (acustico, atmosferico, percettivo) lungo la viabilità principale mediante impianti vegetazionali di mitigazione ambientale
  • - rapporto con il contesto urbano e le infrastrutture viarie
  • - riorganizzazione delle reti infrastrutturali privilegiando:
  • - canalizzazioni di servizio
  • - rete fognaria e separazione delle acque nere (reflue) e bianche (meteoriche)
  • - utilizzo di acquedotto duale di servizio per le attività di gestione degli impianti a verde e degli spazi aperti
  • - utilizzo di fonti e tecnologie energetiche alternative ed ecocompatibili finalizzate al risparmio energetico
  • - raccolta differenziata e smaltimento dei rifiuti attraverso un sistema di isole ecologiche.

Art. 132 Area strategica di intervento 1.6: zona residenziale Le Vigne

1. L'area è costituita da una fascia inedificata posta al margine della zona residenziale est di Levane, dove inizia il pendio; la parte sud, in particolare, è compresa tra i lotti residenziali già completati e l'attuale tracciato della Statale 69.

2. Con la realizzazione della variante la strada potrà finalmente assumere carattere di strada locale, consentendo il completamento delle aree rimaste intercluse a ridosso dei quartieri esistenti.

3. Il Piano Operativo dovrà disciplinare un intervento finalizzato alla realizzazione di un nuovo insediamento residenziale che garantisca i seguenti indirizzi:

  • a) nuova edificazione residenziale; b) tipologie caratterizzate da bassa densità, secondo un impianto coerente all'andamento naturale del pendio, con altezze coerenti al contesto, non superiori a due piani
  • c) sistemazione degli spazi aperti attraverso la definizione di un progetto di suolo per l'intera area anche in relazione alle zone residenziali adiacenti; il disegno di nuovo impianto dovrà tenere conto della trama agraria esistente, del suo orientamento e quindi raccordarsi ad essai, soprattutto nell'organizzazione della rete scolante; dovrà essere accuratamente considerata la presenza dell'impluvio, con la vegetazione che lo caratterizza in particolare nelle parti a valle;
  • d) definizione di specifiche per le tipologie edilizie, i caratteri delle aree di pertinenza, le recinzioni, il verde di decoro, le sezioni stradali-tipo ed il trattamento degli spazi aperti pubblici in riferimento all'ambito di tutela della struttura urbana.

4. Per la presente A.S.I. il Piano Strutturale stabilisce le seguenti condizioni alla trasformabilità che dovranno essere assunte e recepite dal Piano Operativo e dai successivi Strumenti Urbanistici di Attuazione:

  • - compensazione delle aree permeabili e/o a verde eliminate con trattamento del suolo caratterizzato da un corretto rapporto tra suolo permeabile ed impermeabile
  • - messa a dimora di nuovi impianti vegetazionali in particolare quelli arborei e arbustivi (di tipo autoctono) da realizzarsi contestualmente all'intervento edilizio
  • - rapporto con il contesto urbano e le infrastrutture viarie
  • - creazione di nuove reti infrastrutturali privilegiando:
  • - canalizzazioni di servizio
  • - rete fognaria e separazione delle acque nere (reflue) e bianche (meteoriche)
  • - utilizzo di acquedotto duale di servizio per le attività di gestione degli impianti a verde e degli spazi aperti
  • - raccolta differenziata e smaltimento dei rifiuti attraverso un sistema di isole ecologiche.

5. L'intervento in quest'area è condizionato e vincolato alla attuazione del progetto della variante alla Statale 69.

CAPO II SD2 La valle dell'Ambra

Art. 133 Schema direttore: la valle dell'Ambra S.D.2

1. Lo schema direttore S.D.2 seleziona temi e luoghi legati all'elemento territoriale che ha ruolo di principale connessione ambientale e di grande collegamento infrastrutturale: riguarda quindi sia l'ambiente fluviale che il percorso di fondovalle ed i centri che vi si affacciano.

2. La Valdambra è fortemente connotata dai percorsi e questo tema dovrà essere sviluppato articolandolo rispetto ai vari riferimenti - i percorsi lungo la viabilità principale, quelli lungo il fiume, quelli lungo gli antichi tracciati - ed alle diverse tipologie di fruizione e di utenza - il traffico ordinario, i movimenti turistici, i collegamenti tra i centri del Comune -; in questo senso dovrà essere portato avanti il progetto per la realizzazione di un percorso ciclabile che attraversi l'intera valle, da Levane a Bucine - con un punto di interscambio importante alla stazione ferroviaria -, ad Ambra per poi proseguire a sud nel territorio della Provincia di Siena.

3. Dovranno inoltre essere previsti interventi per migliorare la sicurezza della circolazione attraverso il ridisegno di tratti stradali - ad esempio quelli in curva - o la ridefinizione delle intersezioni, privilegiando operazioni che incrementino la visuale libera piuttosto che incentivare lo scorrimento veloce.

4. L'Ambra individua una sorta di Parco lineare fondamentale per il territorio di Bucine, lungo il quale, oltre alla tutela ecologica ed alle operazioni di difesa dal rischio idraulico, dovranno essere previsti interventi di sistemazione per consentire una fruizione adeguata degli spazi aperti per il tempo libero e la realizzazione di aree attrezzate in corrispondenza dei centri; nell'ambito di queste operazioni si dovrà favorire il recupero dei manufatti legati al fiume, quali ad esempio i mulini; si dovranno inoltre prevedere interventi atti a risolvere i problemi puntuali legati ai restringimenti di sezione del reticolo idrografico, localizzati sia lungo l'Ambra che lungo la Trove.

5. Gli interventi diffusi saranno incentrati sulla riconfigurazione degli spazi aperti pubblici e collettivi all'interno dei nuclei urbani e sul recupero dei centri antichi che ne fanno parte: nel caso di Ambra ciò sarà favorito dalla realizzazione della variante alla Statale che renderà più vivibile e sicuro muoversi lungo il percorso principale che collega attrezzature e funzioni centrali; a Bucine invece si tratta piuttosto di ricostruire un disegno complessivo ed una continuità degli spazi, riorganizzandoli in sequenze significative, da via Oberdan fino a Pogi, comprendendo anche il sistema delle aree verdi lungo il Borro di S. Salvatore; per quanto riguarda Pogi Alto, si dovranno anche prevedere un collegamento viario alternativo all'uso del ponte medievale - purché di caratteristiche analoghe ai tracciati esistenti - attraverso la messa a punto di un progetto che ne valuti adeguatamente l'inserimento nel contesto ed il recupero dei fabbricati abbandonati; per Capannole, Pietraviva e Badia a Ruoti similmente si dovranno prevedere interventi di riqualificazione degli spazi aperti; a Badia a Ruoti si dovrà prevedere la riqualificazione delle aree tra il campo sportivo e il Borro Lusignana. Nel caso di Ambra si dovrà inoltre valutare e verificare la possibilità di individuare percorsi carrabili, nella zona nord, alternativi agli attuali tracciati a ridosso del centro antico, caratterizzati da sezioni molto ristrette.

Art. 134 Area strategica di intervento 2.1: gli interventi idraulici tra Bucine e Castelnuovo

1. Le condizioni di rischio di esondazione ai danni di consistenti aree a valle nell'ipotesi del verificarsi di eventi di rilievo sono ritenute alte. Tale situazione richiede la predisposizione di misure e di opere atte alla riduzione del rischio, sia promuovendo normative in grado di contrastare i fattori che lo causano, quale l'eccessiva impermeabilizzazione dei suoli o la mancanza di manutenzione ed i restringimenti della rete scolante, sia prevedendo interventi specificamente mirati al ripristino dell'efficacia del sistema; tra questi ultimi è in programma la realizzazione di un sistema formato da un invaso e da una cassa di espansione che, assieme agli interventi previsti a valle lungo l'Ambra ed a Badia Agnano, contribuirà alla difesa dal rischio idraulico.

2. Il Piano Operativo dovrà disciplinare interventi finalizzati al miglioramento dell'efficienza della rete idrica superficiale ed alla messa in sicurezza delle aree urbanizzate.

3. Nell'ambito delle competenze comunali per la presente A.S.I. il Piano Strutturale stabilisce le seguenti condizioni alla trasformabilità che dovranno essere assunte e recepite dal Piano Operativo e dai successivi Strumenti Urbanistici di Attuazione;

  • - redazione di uno Studio preventivo di fattibilità che valuterà la compatibilità tra gli interventi previsti e gli effetti sulle componenti paesistico-ambientali
  • - valutazione di impatto ambientale
  • - verifica delle condizioni idrauliche, idrogeologiche e geomorfologiche
  • - verifica di compatibilità e coerenza con le attività esistenti per quanto riguarda gli assetti agricoli produttivi.

Art. 135 Area strategica di intervento 2.2: la cassa di espansione ad Ambra

1. Le condizioni di rischio di esondazione ai danni di consistenti aree a valle nell'ipotesi del verificarsi di eventi di rilievo sono ritenute alte; tale situazione richiede la predisposizione di misure e di opere atte alla riduzione del rischio, sia promuovendo normative in grado di contrastare i fattori che lo causano, quale l'eccessiva impermeabilizzazione dei suoli o la mancanza di manutenzione ed i restringimenti della rete scolante, sia prevedendo interventi specificamente mirati al ripristino dell'efficacia del sistema; tra questi ultimi è in programma la realizzazione di una cassa di espansione ad Ambra che, assieme agli interventi previsti a monte lungo l'Ambra ed a valle a Badia Agnano, contribuirà alla difesa dal rischio idraulico.

2. Il tracciato attuale della Statale della Valdambra attraversa l'abitato di Ambra causando gravi problemi di sicurezza e di degrado per l'inquinamento acustico ed atmosferico apportato, oltre a determinare un effetto di cesura tra le parti del paese; il ponte sull'Ambra, inoltre, non è dotato di una sezione sufficiente ed il tratto stradale è in generale caratterizzato da raggi di curvatura inadeguati.

3. Il progetto di realizzazione della cassa di espansione a sud di Ambra offre l'opportunità di individuare un nuovo tracciato per la Statale, alternativo a quello interno al centro abitato, sfruttando l'argine artificiale da costruire per l'accumulo e la laminazione delle acque.

4. Il Piano Operativo dovrà disciplinare interventi finalizzati al miglioramento dell'efficienza della rete idrica superficiale, alla messa in sicurezza delle aree urbanizzate ed alla realizzazione di una nuova infrastruttura stradale che garantiscano i seguenti indirizzi:

  • a) adeguamento della sezione stradale della Strada del Castagno a partire dall'incrocio con l'attuale Statale a nord prima del ponte di Ambra fino all'intersezione con la strada vicinale di Casa Caroni; collegamento con la Statale a sud di Ambra all'altezza di Podere Casina II attraverso un tratto viario di nuova realizzazione;
  • b) sezione stradale ad una carreggiata con corsia di scorrimento ed eventuale corsia di emergenza per senso di marcia, in parte su rilevato e su viadotto;
  • c) adozione di misure atte a ridurre al minimo l'impatto sulle aree residenziali, in particolare per quanto riguarda l'inquinamento acustico ed atmosferico e, più in generale, di misure di attenuazione degli effetti indotti sull'ambiente.

5. Nell'ambito delle competenze comunali per la presente A.S.I. il Piano Strutturale stabilisce le seguenti condizioni alla trasformabilità che dovranno essere assunte e recepite dal Piano Operativo e dai successivi Strumenti Urbanistici di Attuazione:

  • - redazione di uno Studio preventivo di fattibilità che valuterà la compatibilità tra gli interventi previsti e gli effetti sulle componenti paesistico-ambientali
  • - valutazione di impatto ambientale
  • - verifica delle condizioni idrauliche, idrogeologiche e geomorfologiche
  • - verifica di compatibilità e coerenza con le attività esistenti per quanto riguarda gli assetti agricoli produttivi
  • - interventi di mitigazione ambientale al fine di attenuare l'inquinamento (acustico, atmosferico, percettivo)
  • - rapporto con il contesto urbano e le infrastrutture viarie.

Art. 136 Area strategica di intervento 2.3: la Toscana Tabacchi

1. La possibile dismissione dell'insediamento industriale di Ambra è uno scenario alla valutazione del quale il Piano non può sottrarsi; tale ipotesi offre l'opportunità di riconvertire un'area di grandi dimensioni, cambiandone profondamente il ruolo rispetto ad Ambra, rendendola permeabile e consolidando la funzione centrale degli spazi che affacciano sull'attuale Statale 540.

2. Il Piano Operativo dovrà disciplinare un intervento finalizzato alla trasformazione dell'area in dismissione che garantisca i seguenti indirizzi:

  • a) il dimensionamento delle opere, degli spazi di pertinenza e dei locali accessori dovrà essere oggetto di uno specifico Studio di Fattibilità; il programma funzionale comunque indicativo ed orientativo potrà comprendere le seguenti destinazioni:
    • - attività artigianali e produttive, commercio, attrezzature pubbliche e di interesse collettivo (ad esempio spazi espositivi), residenza;
  • b) sistemazione degli spazi aperti attraverso la definizione di un progetto di suolo per l'intera area.

3. Per la presente A.S.I. il Piano Strutturale stabilisce le seguenti condizioni alla trasformabilità che dovranno essere assunte e recepite dal Piano Operativo e dai successivi Strumenti Urbanistici di Attuazione:

  • - redazione di uno Studio preventivo di fattibilità che valuterà la compatibilità tra gli interventi previsti e gli effetti sulle componenti paesistico-ambientali e la compatibilità tecnica, economica e gestionale dell'operazione
  • - verifica delle condizioni idrauliche, idrogeologiche e geomorfologiche
  • - verifica dell'intervento in relazione alla elevata permeabilità della struttura idrogeologica
  • - verifica preliminare della qualità del terreno superficiale e ricerca di presenza di elementi inquinanti con conseguente eventuale bonifica delle aree industriali
  • - trattamento del suolo caratterizzato da un corretto rapporto tra suolo permeabile ed impermeabile
  • - rapporto con il contesto urbano e le infrastrutture viarie
  • - riorganizzazione delle reti infrastrutturali privilegiando:
  • - canalizzazioni di servizio
  • - rete fognaria e separazione delle acque nere (reflue) e bianche (meteoriche)
  • - utilizzo di acquedotto duale di servizio per le attività di gestione degli impianti a verde e degli spazi aperti
  • - utilizzo di fonti e tecnologie energetiche alternative ed ecocompatibili finalizzate al risparmio energetico
  • - raccolta differenziata e smaltimento dei rifiuti attraverso un sistema di isole ecologiche.

Art. 137 Area strategica di intervento 2.4: la fattoria di Ambra

1. L'area che comprende i manufatti della Fattoria e gli spazi aperti a ridosso del torrente possiede un notevole rilievo per il centro di Ambra, ma si trova attualmente in condizioni di parziale abbandono o sottoutilizzo.

2. Sia la villa che i fabbricati della filanda e della bozzolaia rivestono interesse sia dal punto di vista storico che architettonico, oltre che per la collocazione all'interno del tessuto urbano di Ambra.

3. Il Piano Operativo dovrà disciplinare un intervento finalizzato alla riqualificazione dell'area che garantisca i seguenti indirizzi:

  • a) recupero degli edifici di valore storico ed architettonico esistenti sulla base di apposita schedatura che documenti le condizioni di integrità architettonica e tipologica, con verifica del livello di compatibilità tra il tipo edilizio e le forme di riuso;
  • b) sistemazione degli spazi aperti attraverso la definizione di un progetto di suolo per l'intera area, con l'obiettivo della costituzione di una trama di luoghi di interesse collettivo in continuità con i percorsi centrali e con il Parco lineare dell'Ambra.

4. Per la presente A.S.I. il Piano Strutturale stabilisce le seguenti condizioni alla trasformabilità che dovranno essere assunte e recepite dal Piano Operativo e dai successivi Strumenti Urbanistici di Attuazione:

  • - verifica dell'intervento in relazione alla elevata permeabilità della struttura idrogeologica
  • - trattamento del suolo caratterizzato da un corretto rapporto tra suolo permeabile ed impermeabile
  • - messa a dimora di nuovi impianti vegetazionali in particolare quelli arborei e arbustivi (di tipo autoctono)
  • - mantenimento e/o realizzazione del reticolo di raccolta e drenaggio delle acque superficiali e piovane, in riferimento ai fenomeni di ristagno riscontrati nelle aree limitrofe
  • - redazione di uno specifico progetto di valorizzazione del complesso come esempio di archeologia industriale
  • - rapporto con il contesto urbano
  • - riorganizzazione delle reti infrastrutturali privilegiando:
  • - canalizzazioni di servizio
  • - rete fognaria e separazione delle acque nere (reflue) e bianche (meteoriche)
  • - utilizzo di acquedotto duale di servizio per le attività di gestione degli impianti a verde e degli spazi aperti
  • - utilizzo di fonti e tecnologie energetiche alternative ed ecocompatibili finalizzate al risparmio energetico.

Art. 138 Area strategica di intervento 2.5: l'area sportiva di Ambra

1. L'area del campo sportivo risulta attualmente scollegata rispetto alla parte più densamente abitata di Ambra ed è priva di attrezzature complementari e di spazi di supporto quali ad esempio i parcheggi, con l'eccezione della nuova area di sosta introdotta recentemente come previsione di Piano Regolatore.

2. Gli spazi verdi lungo il Borro della Doccia si configurano in particolare a servizio del centro antico di Ambra, connotato da un tessuto compatto e carente di spazi attrezzati.

3. Il Piano Operativo dovrà disciplinare un intervento finalizzato alla realizzazione di aree attrezzate e di gioco libero che garantisca i seguenti indirizzi:

  • a) sistemazione degli spazi aperti attraverso la definizione di un progetto di suolo per l'intera area, in continuità con i luoghi centrali di Ambra e tenendo conto della trama agraria esistente, del suo orientamento e quindi raccordarsi ad essai, soprattutto nell'organizzazione della rete scolante;
  • b) messa in sicurezza per le parti soggette a rischio idraulico ed interventi di potenziamento dell'ecosistema del Borro consistenti in una fascia vegetazionale di tipo ripariale;
  • c) definizione di specifiche per le aree di pertinenza, le recinzioni, il verde di decoro, le sezioni stradali-tipo ed il trattamento degli spazi aperti pubblici in riferimento all'ambito di tutela della struttura urbana.

4. Per la presente A.S.I. il Piano Strutturale stabilisce le seguenti condizioni alla trasformabilità che dovranno essere assunte e recepite dal Piano Operativo e dai successivi Strumenti Urbanistici di Attuazione:

  • - verifica delle condizioni idrauliche, idrogeologiche e geomorfologiche
  • - mantenimento e/o realizzazione del reticolo di raccolta e drenaggio delle acque superficiali e piovane, in particolare per i luoghi dove si verificano fenomeni di ristagno
  • - trattamento del suolo caratterizzato da un corretto rapporto tra suolo permeabile ed impermeabile
  • - predisposizione di un sistema di monitoraggio degli inquinamenti elettromagnetici
  • - verifica dell'intervento in relazione all'inquinamento luminoso con adozione di criteri per la sua eventuale riduzione
  • - rapporto con il contesto urbano con il mantenimento dei tracciati storici
  • - mantenimento della continuità fisica e dell'accessibilità tra le attrezzature sportive e ricreative
  • - riorganizzazione delle reti infrastrutturali privilegiando
  • - canalizzazioni di servizio
  • - rete fognaria e separazione delle acque nere (reflue) e bianche (meteoriche)
  • - utilizzo di acquedotto duale di servizio per le attività di gestione degli impianti a verde e degli spazi aperti
  • - utilizzo di fonti e tecnologie energetiche alternative ed ecocompatibili finalizzate al risparmio energetico.

Art. 139 Area strategica di intervento 2.6: cassa di espansione a Badia Agnano

1. Le condizioni di rischio di esondazione ai danni di consistenti aree a valle nell'ipotesi del verificarsi di eventi di rilievo sono ritenute alte; tale situazione richiede la predisposizione di misure e di opere atte alla riduzione del rischio, sia promuovendo normative in grado di contrastare i fattori che lo causano, quale l'eccessiva impermeabilizzazione dei suoli o la mancanza di manutenzione ed i restringimenti della rete scolante, sia prevedendo interventi specificamente mirati al ripristino dell'efficacia del sistema; tra questi ultimi è in programma la realizzazione di una cassa di espansione a Badia Agnano che, assieme agli interventi previsti a monte lungo l'Ambra, contribuirà alla difesa dal rischio idraulico.

2. Il Piano Operativo dovrà disciplinare interventi finalizzati al miglioramento dell'efficienza della rete idrica superficiale ed alla messa in sicurezza delle aree urbanizzate.

3. Nell'ambito delle competenze comunali per la presente A.S.I. il Piano Strutturale stabilisce le seguenti condizioni alla trasformabilità che dovranno essere assunte e recepite dal Piano Operativo e dai successivi Strumenti Urbanistici di Attuazione:

  • - redazione di uno Studio preventivo di fattibilità che valuterà la compatibilità tra gli interventi previsti e gli effetti sulle componenti paesistico-ambientali
  • - valutazione di impatto ambientale
  • - verifica delle condizioni idrauliche, idrogeologiche e geomorfologiche
  • - verifica di compatibilità e coerenza con le attività esistenti per quanto riguarda gli assetti agricoli produttivi.

CAPO III SD3 Le direttrici interne

Art. 140 Schema direttore: le direttrici interne S.D.3

1. Lo schema direttore S.D.3 riguarda due ambiti territoriali diversi dal punto di vista morfologico ma accomunati dalla presenza dei principali percorsi che collegano la Valdambra alle aree interne e dalla presenza di centri importanti quali Mercatale e Badia Agnano ed in parte Bucine stessa; in questi casi, oltre alle abitazioni, si è sviluppato anche un certo numero di attività produttive, prevalentemente a carattere artigianale, spesso appunto coesistenti con le aree residenziali.

2. Gli interventi diffusi dovranno interessare gli spazi pubblici e collettivi all'interno dei nuclei urbani ed i centri antichi che ne fanno parte; nel caso di Torre, in particolare, si dovranno mettere a punto operazioni leggere che non snaturino il luogo pur adeguandolo alle esigenze contemporanee.

3. Altri interventi diffusi avranno come obiettivo il miglioramento della compatibilità tra funzioni residenziali e funzioni produttive e l'aumento della sicurezza e delle prestazioni ambientali (contro l'inquinamento acustico ed ambientale) in presenza di assi stradali secondari ma caratterizzati da flussi consistenti e veloci.

Art. 141 Area strategica di intervento 3.1: zona residenziale verso Perelli

1. L'area è situata al margine del quartiere residenziale di San Salvatore ed è attualmente caratterizzata dalla presenza sporadica di abitazioni; questo, insieme all'assenza di masse arboree di rilievo, determina ampie aperture visuali verso l'altopiano e verso le colline; il terreno è in leggero pendio verso nord.

2. Il Piano Operativo dovrà disciplinare un intervento finalizzato alla realizzazione di un nuovo insediamento residenziale che garantisca i seguenti indirizzi:

  • a) nuova edificazione residenziale b) tipologie caratterizzate da bassa densità
  • c) sistemazione degli spazi aperti attraverso la definizione di un progetto di suolo per l'intera area anche in relazione alle zone residenziali ed ai servizi adiacenti.

3. Per la presente A.S.I. il Piano Strutturale stabilisce le seguenti condizioni alla trasformabilità che dovranno essere assunte e recepite dal Piano Operativo e dai successivi Strumenti Urbanistici di Attuazione:

  • - compensazione delle aree permeabili e/o a verde eliminate con trattamento del suolo caratterizzato da un corretto rapporto tra suolo permeabile ed impermeabile
  • - messa a dimora di nuovi impianti vegetazionali in particolare quelli arborei e arbustivi (di tipo autoctono) da realizzarsi contestualmente all'intervento edilizio
  • - rapporto con il contesto urbano e le infrastrutture viarie
  • - creazione e riorganizzazione delle reti infrastrutturali privilegiando
  • - canalizzazioni di servizio
  • - rete fognaria e separazione delle acque nere (reflue) e bianche (meteoriche)
  • - utilizzo di acquedotto duale di servizio per le attività di gestione degli impianti a verde e degli spazi aperti
  • - utilizzo di fonti e tecnologie energetiche alternative ed ecocompatibili finalizzate al risparmio energetico
  • - raccolta differenziata e smaltimento dei rifiuti attraverso un sistema di isole ecologiche.

Art. 142 Area strategica di intervento 3.2: area artigianale di Bucine

1. L'insediamento produttivo a carattere artigianale del capoluogo è completamente attuato e rende pertanto necessaria una parziale espansione nei terreni adiacenti, in gran parte già prevista dal Piano Regolatore del 1994.

2. Il Piano Operativo dovrà disciplinare un intervento finalizzato alla realizzazione di una nuova area produttiva che garantisca i seguenti indirizzi:

  • a) nuova edificazione a destinazione produttiva;
  • b) tipologie insediative coerenti all'andamento naturale del terreno in pendio;
  • c) sistemazione degli spazi aperti attraverso la definizione di un progetto di suolo per l'intera area; in particolare si dovranno predisporre adeguate fasce e barriere verdi all'interno ed ai margini dell'area, tali da assicurare un congruo livello di filtro, di compensazione e di riduzione dell'impatto ambientale e visivo;
  • d) individuazione di un accesso all'area del magazzino comunale in modo da impedire l'attraversamento della zona residenziale per i mezzi pesanti;
  • e) riqualificazione del tessuto esistente per una più efficace utilizzazione degli spazi di pertinenza e di quelli pubblici.

3. Per la presente A.S.I. il Piano Strutturale stabilisce le seguenti condizioni alla trasformabilità che dovranno essere assunte e recepite dal Piano Operativo e dai successivi Strumenti Urbanistici di Attuazione:

  • - compensazione delle aree permeabili e/o a verde eliminate con trattamento del suolo caratterizzato da un corretto rapporto tra suolo permeabile ed impermeabile
  • - interventi di mitigazione ambientale al fine di attenuare l'inquinamento (acustico, atmosferico, percettivo)
  • - raccolta e chiarificazione delle acque di dilavamento (prima pioggia) in apposite canalette o vasche e restituzione al terreno o in un corso ad avvenuta depurazione
  • - messa a dimora di nuovi impianti vegetazionali in particolare quelli arborei e arbustivi (di tipo autoctono) da realizzarsi contestualmente all'intervento edilizio
  • - rapporto con il contesto urbano e le infrastrutture viarie
  • - creazione e riorganizzazione delle reti infrastrutturali privilegiando
  • - canalizzazioni di servizio
  • - rete fognaria e separazione delle acque nere (reflue) e bianche (meteoriche)
  • - utilizzo di acquedotto duale di servizio per le attività di gestione degli impianti a verde e degli spazi aperti
  • - utilizzo di fonti e tecnologie energetiche alternative ed ecocompatibili finalizzate al risparmio energetico
  • - raccolta differenziata e smaltimento dei rifiuti attraverso un sistema di isole ecologiche.

Art. 143 Area strategica di intervento 3.3: ampliamento dell'area produttiva a Pianacci

1. L'area produttiva di Pianacci si identifica oggi sostanzialmente con l'insediamento di due attività produttive delle quali una di dimensioni ragguardevoli, elemento quasi isolato nel paesaggio dell'altopiano; tali attività necessitano di nuovi spazi da destinare alla produzione e allo stoccaggio delle merci.

2. Il Piano Operativo dovrà disciplinare un intervento finalizzato alla realizzazione dell'area a destinazione produttiva che garantisca i seguenti indirizzi:

  • a) nuova edificazione a destinazione produttiva
  • b) sistemazione degli spazi aperti attraverso la definizione di un progetto di suolo per l'intera area;
  • c) tipologie a bassa densità
  • d) adozione di misure atte a ridurre al minimo l'impatto in particolare per quanto riguarda l'inquinamento acustico ed atmosferico, attraverso la predisposizione di idonee fasce verdi;
  • e) mantenimento nell'area di attività produttive legate al settore agricolo, vivaistico o del giardinaggio.

3. Per la presente A.S.I. il Piano Strutturale stabilisce le seguenti condizioni alla trasformabilità che dovranno essere assunte e recepite dal Piano Operativo e dai successivi Strumenti Urbanistici di Attuazione:

  • - compensazione delle aree permeabili e/o a verde eliminate con trattamento del suolo caratterizzato da un corretto rapporto tra suolo permeabile ed impermeabile
  • - interventi di mitigazione ambientale al fine di attenuare l'inquinamento (acustico, atmosferico, percettivo)
  • - raccolta e chiarificazione delle acque di dilavamento (prima pioggia) in apposite canalette o vasche e restituzione al terreno o in un corso ad avvenuta depurazione
  • - messa a dimora di nuovi impianti vegetazionali in particolare quelli arborei e arbustivi (di tipo autoctono) da realizzarsi contestualmente all'intervento edilizio
  • - predisposizione di un sistema di monitoraggio degli inquinamenti elettromagnetici
  • - verifica dell'intervento in relazione all'inquinamento luminoso con adozione di criteri per la sua eventuale riduzione
  • - verifica di compatibilità e coerenza con le attività esistenti, anche per quanto riguarda gli assetti agricoli produttivi
  • - raccolta differenziata e smaltimento dei rifiuti attraverso un sistema di isole ecologiche.

Art. 144 Area strategica di intervento 3.4: zona residenziale a Mercatale via Leopardi

3. L'area è situata al margine di Mercatale lungo un tratto di strada esistente.

4. Il Piano Operativo dovrà disciplinare un intervento finalizzato alla realizzazione di un nuovo insediamento residenziale che garantisca i seguenti indirizzi:

  • a) nuova edificazione residenziale
  • b) tipologie caratterizzate da bassa densità
  • c) sistemazione degli spazi aperti attraverso la definizione di un progetto di suolo per l'intera area anche in relazione alle zone residenziali ed artigianali vicine.

3. Per la presente A.S.I. il Piano Strutturale stabilisce le seguenti condizioni alla trasformabilità che dovranno essere assunte e recepite dal Piano Operativo e dai successivi Strumenti Urbanistici di Attuazione:

  • - compensazione delle aree permeabili e/o a verde eliminate con trattamento del suolo caratterizzato da un corretto rapporto tra suolo permeabile ed impermeabile
  • - messa a dimora di nuovi impianti vegetazionali in particolare quelli arborei e arbustivi (di tipo autoctono) da realizzarsi contestualmente all'intervento edilizio
  • - rapporto con il contesto urbano e le infrastrutture viarie
  • - creazione e riorganizzazione delle reti infrastrutturali privilegiando
  • - canalizzazioni di servizio
  • - rete fognaria e separazione delle acque nere (reflue) e bianche (meteoriche)
  • - utilizzo di acquedotto duale di servizio per le attività di gestione degli impianti a verde e degli spazi aperti
  • - utilizzo di fonti e tecnologie energetiche alternative ed ecocompatibili finalizzate al risparmio energetico.
  • - raccolta differenziata e smaltimento dei rifiuti attraverso un sistema di isole ecologiche.

Art. 145 Area strategica di intervento 3.5: zona residenziale a Mercatale via Verdi

1. L'area è situata nella parte nord di Mercatale, lungo la strada che porta a Torre: sul lato ovest della strada si trova uno spazio inedificato ormai quasi intercluso, mentre sul lato est ci sono dei terreni coltivati a vigneto, confinanti a sud con la chiesa di Santa Reparata, per le sue caratteristiche e per la sua posizione, in diretto contatto anche con alcuni luoghi importanti per la comunità di Mercatale, quali la parrocchia, la scuola materna ed il circolo, l'area offre l'occasione di completare il tessuto esistente ed integrare la dotazione di spazi pubblici, in continuità con quelli esistenti.

2. Il Piano Operativo dovrà disciplinare un intervento finalizzato alla realizzazione di un nuovo insediamento residenziale che garantisca i seguenti indirizzi:

  • a) nuova edificazione residenziale
  • b) tipologie caratterizzate da bassa densità e da altezze coerenti al contesto, non superiori a tre piani, da valutare in rapporto alla antica chiesa ed al nucleo di Torre;
  • c) sistemazione degli spazi aperti attraverso la definizione di un progetto di suolo per l'intera area anche in relazione alle zone residenziali ed ai servizi adiacenti; il disegno di nuovo impianto dovrà tenere conto della trama agraria esistente, del suo orientamento e quindi raccordarsi ad essai, soprattutto nell'organizzazione della rete scolante;
  • d) definizione di specifiche per le tipologie edilizie, i caratteri delle aree di pertinenza, le recinzioni, il verde di decoro, le sezioni stradali-tipo ed il trattamento degli spazi aperti pubblici in riferimento all'ambito di tutela dell'aggregato.

3. Per la presente A.S.I. il Piano Strutturale stabilisce le seguenti condizioni alla trasformabilità che dovranno essere assunte e recepite dal Piano Operativo e dai successivi Strumenti Urbanistici di Attuazione:

  • - compensazione delle aree permeabili e/o a verde eliminate con trattamento del suolo caratterizzato da un corretto rapporto tra suolo permeabile ed impermeabile
  • - messa a dimora di nuovi impianti vegetazionali in particolare quelli arborei e arbustivi (di tipo autoctono) da realizzarsi contestualmente all'intervento edilizio
  • - rapporto con il contesto urbano e le infrastrutture viarie
  • - creazione e riorganizzazione delle reti infrastrutturali privilegiando
  • - canalizzazioni di servizio
  • - rete fognaria e separazione delle acque nere (reflue) e bianche (meteoriche)
  • - utilizzo di acquedotto duale di servizio per le attività di gestione degli impianti a verde e degli spazi aperti
  • - utilizzo di fonti e tecnologie energetiche alternative ed ecocompatibili finalizzate al risparmio energetico
  • - raccolta differenziata e smaltimento dei rifiuti attraverso un sistema di isole ecologiche.

CAPO IV SD4 Insediamenti in collina

Art. 146 Schema direttore: insediamenti in collina S.D.4

1. Lo schema direttore S.D.4 individua i maggiori centri collinari e alcuni insediamenti dimensionalmente rilevanti che rappresentano fattori assolutamente determinanti per il contesto al quale appartengono; se la conservazione dei nuclei di antica origine risulta incontrovertibile e pone il tema del consolidamento della presenza stabile sul territorio, che attraverso la residenza diventa presidio, dall'altra parte la trasformazione dei moderni insediamenti per l'allevamento è auspicabile ma richiede progetti specifici e strumenti di attuazione dettagliati, considerando la delicatezza del contesto. Allo stesso modo il consolidamento di una struttura di tipo sportivo e turistico-ricettivo quale quella in località Ripaltella costituisce un tema rilevante per il territorio di Bucine.

2. Tra gli interventi strategici quelli appartenenti all'area di Montebenichi andranno anche valutati nel quadro del progetto di Parco territoriale tematico promosso dal Comune di Castelnuovo Berardenga che dovrebbe interessare un ampio territorio intorno alle sorgenti dell'Ambra e dell'Ombrone; gli elementi focali del Parco sono rappresentati dalle emergenze paesaggistiche, architettoniche e archeologiche nonché dalla presenza delle acque termali, fattori di attrazione turistica che possono essere completati dall'offerta di spazi e strutture per lo sport ed il tempo libero.

3. Gli interventi diffusi saranno pertanto relativi ai piccoli centri di collina - Montebenichi, Duddova, Cennina, San Leolino, Solata, San Pancrazio, Sogna, Ponticelli e Rapale - e riguarderanno il completo recupero dei manufatti e degli spazi aperti, con particolare riferimento a quelli di uso collettivo, ed in generale il miglioramento ed il potenziamento di spazi e servizi ricreativi e di aggregazione; esempi di edifici di pregio ora abbandonati sono la villa di Duddova o l'edificio con torre colombaia simmetrica a Ponticelli; nella sistemazione degli spazi esterni si dovranno rispettare le specifiche caratteristiche di ognuno e delle singole parti, come nel caso di Rapale, formata dal castello e dall'insediamento attorno alla villa.

Art. 147 Area strategica di intervento 4.1: Podere Migliaiolo

1. In prossimità del nucleo antico del podere, già presente al Catasto Lorenese e recentemente oggetto di un Piano di Recupero, sono stati realizzati ingenti volumi e spazi per l'allevamento che rappresentano elemento di forte impatto e di degrado in un contesto di alto pregio paesistico.

2. Il Piano Operativo dovrà disciplinare un intervento finalizzato alla riconversione dell'area a destinazione residenziale o ricettiva che garantisca i seguenti indirizzi:

  • a) recupero dei fabbricati di antico impianto sulla base di apposita schedatura che documenti le condizioni di integrità architettonica e tipologica, con verifica del livello di compatibilità tra il tipo edilizio e le forme di riuso;
  • b) riconfigurazione urbanistica della parte oggi utilizzata per l'allevamento e risanamento del suolo;
  • c) sistemazione degli spazi aperti attraverso la definizione di un progetto di suolo per l'intera area;
  • d) recupero delle quantità esistenti dei volumi dell'allevamento per un valore massimo pari al 30% della Sul esistente, da valutare e verificare attraverso lo specifico studio di dettaglio dell'area e del suo contesto, eventualmente anche ipotizzando il trasferimento del volume in una differente collocazione, comunque coerente alle disposizioni del Piano Strutturale, che ottimizzi le infrastrutture esistenti;
  • e) mantenimento di un presidio stabile attraverso la destinazione degli insediamenti a residenza, con un'eventuale quota parte per strutture ricettive.

3. Per la presente A.S.I. il Piano Strutturale stabilisce le seguenti condizioni alla trasformabilità che dovranno essere assunte e recepite dal Piano Operativo e dai successivi Strumenti Urbanistici di Attuazione:

  • - redazione di uno Studio preventivo di fattibilità che valuterà la compatibilità tra gli interventi previsti e gli effetti sulle componenti paesistico-ambientali e la compatibilità tecnica, economica e gestionale dell'operazione
  • - bonifica e recupero ambientale delle aree interessate dalle attività zootecniche, come intervento prioritario
  • - il recupero e la rinaturalizzazione del reticolo idrografico
  • - verifica di compatibilità e coerenza con gli assetti agricoli produttivi esistenti
  • - mantenimento e ripristino dei tracciati storici; valorizzazione degli elementi strutturanti il territorio agricolo e degli insediamenti rurali di antico impianto
  • - assunzione dei caratteri del paesaggio agrario come elementi guida nella riprogettazione degli spazi verdi
  • - creazione e riorganizzazione delle reti infrastrutturali privilegiando
  • - canalizzazioni di servizio
  • - rete fognaria e separazione delle acque nere (reflue) e bianche (meteoriche)
  • - utilizzo di acquedotto duale di servizio per le attività di gestione degli impianti a verde e degli spazi aperti
  • - utilizzo di fonti e tecnologie energetiche alternative ed ecocompatibili finalizzate al risparmio energetico.

Art. 148 Area strategica di intervento 4.2: Podere Isola

1. Non lontano dal nucleo antico di Podere Isola, già presente al Catasto Lorenese, sono stati realizzati volumi e spazi per l'allevamento che rappresentano elemento dissonante in un contesto di alto pregio paesistico.

2. Il Piano Operativo dovrà disciplinare un intervento finalizzato alla riconversione dell'area a destinazione residenziale o ricettiva che garantisca i seguenti indirizzi:

  • a) riconfigurazione urbanistica dell'intero insediamento verificando la possibilità di mantenimento di alcuni edifici; risanamento del suolo;
  • b) sistemazione degli spazi aperti attraverso la definizione di un progetto di suolo per l'intera area;
  • c) recupero delle quantità esistenti dei volumi dell'allevamento per un valore massimo pari al 30% della Slp esistente, da valutare e verificare attraverso lo specifico studio di dettaglio dell'area e del suo contesto, eventualmente anche ipotizzando il trasferimento del volume in una differente collocazione, comunque coerente alle disposizioni del Piano Strutturale, che ottimizzi le infrastrutture esistenti;
  • d) mantenimento di un presidio stabile attraverso la destinazione degli insediamenti a residenza, con un'eventuale quota parte per strutture ricettive.

3. Per la presente A.S.I. il Piano Strutturale stabilisce le seguenti condizioni alla trasformabilità che dovranno essere assunte e recepite dal Piano Operativo e dai successivi Strumenti Urbanistici di Attuazione:

  • - redazione di uno Studio preventivo di fattibilità che valuterà la compatibilità tra gli interventi previsti e gli effetti sulle componenti paesistico-ambientali e la compatibilità tecnica, economica e gestionale dell'operazione
  • - bonifica e recupero ambientale delle aree interessate dalle attività zootecniche, come intervento prioritario
  • - il recupero e la rinaturalizzazione del reticolo idrografico
  • - verifica di compatibilità e coerenza con gli assetti agricoli produttivi esistenti
  • - mantenimento e ripristino dei tracciati storici; valorizzazione degli elementi strutturanti il territorio agricolo e degli insediamenti rurali di antico impianto
  • - assunzione dei caratteri del paesaggio agrario come elementi guida nella riprogettazione degli spazi verdi
  • - creazione e riorganizzazione delle reti infrastrutturali privilegiando
  • - canalizzazioni di servizio
  • - rete fognaria e separazione delle acque nere (reflue) e bianche (meteoriche)
  • - utilizzo di acquedotto duale di servizio per le attività di gestione degli impianti a verde e degli spazi aperti
  • - utilizzo di fonti e tecnologie energetiche alternative ed ecocompatibili finalizzate al risparmio energetico.

Art. 149 Area strategica di intervento 4.3: Cardiolo

1. Al nucleo del podere, già presente al Catasto Lorenese, sono stati aggiunti ingenti volumi e spazi per l'allevamento, costituendo elemento dissonante in un contesto di alto pregio paesistico che potrebbe fra l'altro essere interessato dal progetto del Parco territoriale tematico promosso dal Comune di Castelnuovo Berardenga.

2. Il Piano Operativo dovrà disciplinare un intervento finalizzato alla riconversione dell'area a destinazione residenziale o ricettiva che garantisca i seguenti indirizzi:

  • a) recupero dei fabbricati di antico impianto sulla base di apposita schedatura che documenti le condizioni di integrità architettonica e tipologica, con verifica del livello di compatibilità tra il tipo edilizio e le forme di riuso;
  • b) riconfigurazione urbanistica della parte oggi utilizzata per l'allevamento e risanamento del suolo;
  • c) sistemazione degli spazi aperti attraverso la definizione di un progetto di suolo per l'intera area;
  • d) recupero delle quantità esistenti dei volumi dell'allevamento per un valore massimo pari al 30% della Slp esistente, da valutare e verificare attraverso lo specifico studio di dettaglio dell'area e del suo contesto, eventualmente anche ipotizzando il trasferimento del volume in una differente collocazione, comunque coerente alle disposizioni del Piano Strutturale, che ottimizzi le infrastrutture esistenti;
  • e) mantenimento di un presidio stabile attraverso la destinazione degli insediamenti a residenza, con un'eventuale quota parte per strutture ricettive.

3. Per la presente A.S.I. il Piano Strutturale stabilisce le seguenti condizioni alla trasformabilità che dovranno essere assunte e recepite dal Piano Operativo e dai successivi Strumenti Urbanistici di Attuazione:

  • - redazione di uno Studio preventivo di fattibilità che valuterà la compatibilità tra gli interventi previsti e gli effetti sulle componenti paesistico-ambientali e la compatibilità tecnica, economica e gestionale dell'operazione
  • - bonifica e recupero ambientale delle aree interessate dalle attività zootecniche, come intervento prioritario
  • - il recupero e la rinaturalizzazione del reticolo idrografico
  • - verifica di compatibilità e coerenza con gli assetti agricoli produttivi esistenti
  • - mantenimento e ripristino dei tracciati storici; valorizzazione degli elementi strutturanti il territorio agricolo e degli insediamenti rurali di antico impianto
  • - assunzione dei caratteri del paesaggio agrario come elementi guida nella riprogettazione degli spazi verdi
  • - creazione e riorganizzazione delle reti infrastrutturali privilegiando
  • - canalizzazioni di servizio
  • - rete fognaria e separazione delle acque nere (reflue) e bianche (meteoriche)
  • - utilizzo di acquedotto duale di servizio per le attività di gestione degli impianti a verde e degli spazi aperti
  • - utilizzo di fonti e tecnologie energetiche alternative ed ecocompatibili finalizzate al risparmio energetico.

Art. 150 Area strategica di intervento 4.4: Podere Prata

1. La parte dell'insediamento realizzato per l'allevamento costituisce elemento dissonante in un contesto di alto pregio paesistico che potrebbe fra l'altro essere interessato dal progetto del Parco territoriale tematico promosso dal Comune di Castelnuovo Berardenga.

2. Il nucleo originario della casa colonica, già presente al Catasto Lorenese ed addirittura individuabile nelle carte dei Capitani di Parte Guelfa, possiede tuttora elementi di interesse nonostante interventi di ristrutturazione ed ampliamento sul retro e sui lati che ne hanno alterato l'impianto e le caratteristiche.

3. Il Piano Operativo dovrà disciplinare un intervento finalizzato alla riconversione dell'area a destinazione residenziale o ricettiva che garantisca i seguenti indirizzi:

  • a) recupero della casa colonica e dei fabbricati di antico impianto sulla base di apposita schedatura che documenti le condizioni di integrità architettonica e tipologica, con verifica del livello di compatibilità tra il tipo edilizio e le forme di riuso;
  • b) riconfigurazione urbanistica della parte oggi utilizzata per l'allevamento e risanamento del suolo;
  • c) sistemazione degli spazi aperti attraverso la definizione di un progetto di suolo per l'intera area;
  • d) recupero delle quantità esistenti dei volumi dell'allevamento per un valore massimo pari al 30% della Sul esistente, da valutare e verificare attraverso lo specifico studio di dettaglio dell'area e del suo contesto, eventualmente anche ipotizzando il trasferimento del volume in una differente collocazione, comunque coerente alle disposizioni del Piano Strutturale, che ottimizzi le infrastrutture esistenti;
  • e) mantenimento di un presidio stabile attraverso la destinazione degli insediamenti a residenza, con un'eventuale quota parte per strutture ricettive.

4. Per la presente A.S.I. il Piano Strutturale stabilisce le seguenti condizioni alla trasformabilità che dovranno essere assunte e recepite dal Piano Operativo e dai successivi Strumenti Urbanistici di Attuazione:

  • - redazione di uno Studio preventivo di fattibilità che valuterà la compatibilità tra gli interventi previsti e gli effetti sulle componenti paesistico-ambientali e la compatibilità tecnica, economica e gestionale dell'operazione
  • - bonifica e recupero ambientale delle aree interessate dalle attività zootecniche, come intervento prioritario
  • - il recupero e la rinaturalizzazione del reticolo idrografico
  • - verifica di compatibilità e coerenza con gli assetti agricoli produttivi esistenti
  • - mantenimento e ripristino dei tracciati storici; valorizzazione degli elementi strutturanti il territorio agricolo e degli insediamenti rurali di antico impianto
  • - assunzione dei caratteri del paesaggio agrario come elementi guida nella riprogettazione degli spazi verdi
  • - creazione e riorganizzazione delle reti infrastrutturali privilegiando
  • - canalizzazioni di servizio
  • - rete fognaria e separazione delle acque nere (reflue) e bianche (meteoriche)
  • - utilizzo di acquedotto duale di servizio per le attività di gestione degli impianti a verde e degli spazi aperti
  • - utilizzo di fonti e tecnologie energetiche alternative ed ecocompatibili finalizzate al risparmio energetico.

Art. 151 Area strategica di intervento 4.5: Ripaltella

1. L'insediamento di Ripaltella rappresenta oggi, a seguito degli interventi di recupero e trasformazione realizzati negli anni ultimi anni, un riferimento importante per lo svolgimento di attività e manifestazioni sportive legate al gioco del polo ed all'ippica in generale; ospita inoltre una struttura ricettiva; le operazioni effettuate per l'impianto sportivo hanno comportato interventi piuttosto rilevanti di modifica dell'assetto dell'area, sia dal punto di vista del sistema delle acque superficiali sia da quello dei tracciati viari locali. La prospettiva di potenziare la struttura, ampliando la dotazione di impianti ed attrezzature sportive, pone quindi la necessità di studiare un progetto complesso sotto molti aspetti, in particolare quello paesaggistico ed ambientale.

2. Il nucleo originario della casa colonica è stato completamente recuperato contemporaneamente all'aggiunta di nuovi fabbricati a supporto della struttura, in parte in sostituzione di manufatti preesistenti.

3. Il Piano Operativo dovrà disciplinare un intervento finalizzato all'ampliamento della struttura sportiva che garantisca i seguenti indirizzi:

  • a) realizzazione di un secondo campo di polo e dei volumi strettamente indispensabili alla funzionalità dell'impianto sportivo, quali spogliatoi, servizi igienici e locali tecnici, con modalità da valutare e verificare attraverso lo specifico studio di dettaglio dell'area e del suo contesto;
  • b) sistemazione degli spazi aperti attraverso la definizione di un progetto di suolo per l'intera area.

4. Per la presente A.S.I. il Piano Strutturale stabilisce le seguenti condizioni alla trasformabilità che dovranno essere assunte e recepite dal Piano Operativo e dai successivi Strumenti Urbanistici di Attuazione:

  • - redazione di uno Studio preventivo di fattibilità che valuterà la compatibilità tra gli interventi previsti e gli effetti sulle componenti paesistico-ambientali e la compatibilità tecnica, economica e gestionale dell'operazione
  • - salvaguardia e valorizzazione del reticolo idrografico e delle aree di pertinenza fluviale con potenziamento della vegetazione ripariale
  • - verifica delle condizioni idrauliche, idrogeologiche e geomorfologiche in particolari casi studiando:
  • - la regimazione delle acque superficiali
  • - la stabilità dei terreni
  • - verifica di compatibilità e coerenza con gli assetti agricoli produttivi esistenti
  • - valorizzazione degli elementi strutturanti il territorio agricolo e degli insediamenti rurali di antico impianto
  • - assunzione dei caratteri del paesaggio agrario come elementi guida nella riprogettazione degli spazi verdi
  • - creazione e riorganizzazione delle reti infrastrutturali privilegiando:
  • - canalizzazioni di servizio
  • - rete fognaria e separazione delle acque nere (reflue) e bianche (meteoriche)
  • - utilizzo di acquedotto duale di servizio per le attività di gestione degli impianti a verde e degli spazi aperti
  • - utilizzo di fonti e tecnologie energetiche alternative ed ecocompatibili finalizzate al risparmio energetico.