Norme Tecniche di Attuazione

Art. 122 Area a pericolosità sismica locale

1. Le classi di Pericolosità sismica locale individuate nelle schede di intervento previste sono le seguenti:

Pericolosità sismica locale elevata (S.3):

• aree con terreni di fondazione particolarmente scadenti che possono dar luogo a cedimenti rilevanti;

• aree potenzialmente suscettibili di liquefazione dinamica, caratterizzate da terreni per i quali, sulla base delle informazioni disponibili, non è possibile escludere a priori il rischio di liquefazione;

• zone di contatto tra litotipi con caratteristiche fisico-meccaniche significativamente diverse;

• zone stabili suscettibili di amplificazioni locali, connesse con un alto contrasto di impedenza sismica atteso entro alcune decine di metri dal piano di campagna;

• zone stabili suscettibili di amplificazioni locali con fattore di amplificazione (Fx) > 1.4;

• aree interessate da instabilità di versante quiescente, relative aree di evoluzione, nonchè aree potenzialmente franose, di seguito, denominate "APF", e, come tali, suscettibili di riattivazione del movimento in occasione di eventi sismici;

Pericolosità sismica locale media (S.2):

• zone stabili suscettibili di amplificazioni locali connessi con contrasti di impedenza sismica attesa oltre alcune decine di metri dal piano campagna e con frequenza fondamentale del terreno indicativamente inferiore a 1hz;

• zone stabili suscettibili di amplificazioni locali con fattore di amplificazione (Fx) < 1.4;

• zone stabili suscettibili di amplificazione topografica (pendii con inclinazione superiore a 15 gradi);

• zone stabili suscettibili di amplificazioni locali, non rientranti tra quelli previsti nelle classi di pericolosità sismica S.3.

Come riportato nell'allegato A del DPGR 5/R si specifica che, per "alto contrasto di impedenza sismica", sono da intendersi situazioni caratterizzate da rapporti tra le velocità di propagazione delle onde di taglio (Vs) del substrato sismico di riferimento e delle coperture sismiche sovrastanti - oppure all'interno delle coperture stesse - almeno pari a 2, come stimato dalle indagini sismiche. In alternativa, la medesima situazione è individuabile mediante il valore relativo all'ampiezza del picco di frequenza fondamentale delle misure passive di rumore ambientale a stazione singola, che deve essere almeno pari a 3.

Si specifica inoltre che, per "alcune decine di metri", sono da intendersi spessori indicativamente intorno a 40 metri.

Ultima modifica Mercoledì, 16 Agosto, 2023 - 15:36