Norme Tecniche del Piano Strutturale

Art. 13 Beni d'interesse storico architettonico

1. Il Piano Strutturale individua come invarianti nella Tav.C4.1 "Statuto del territorio: invarianti strutturali": i centri, i nuclei, i complessi e gli edifici di valore storici (civili e rurali, ville, chiese, oratori e cappelle), i cimiteri e altri manufatti di valore storico testimoniale come mulini, tabernacoli, fonti, vasche e cisterne, ponti, muri dei terrazzamenti.

Tra gli edifici e le aree individuati come invarianti sono altres&igrave compresi:

  • a) edifici vincolati in base al DLgs n.42 del 22/01/2004 (ex . L n.10 89/39);
  • b) edifici vincolati ai sensi della LR n.59 del 28/01/1980;
  • c) edifici segnalati dal PTC e PIT, non compresi nei punti a) e b);
  • d) aree di tutela paesistica delle ville segnalate dal PTC.

Il piano prescrive per questi beni la tutela, la valorizzazione e il mantenimento della qualità urbanistica e architettonica, anche attraverso il riequilibrio delle funzioni e l'indicazione di possibili forme di riuso, fatte salve le disposizioni di cui all'art.129 delle presenti norme.

2. Il Piano Strutturale, sulla base della "Schedatura degli edifici di impianto storico nel territorio rurale" (allegata al Quadro conoscitivo) individua nella Tav.C4.1 "Statuto del territorio: invarianti strutturali": gli edifici e manufatti di impianto storico.

Il piano prescrive per questi beni la salvaguardia: il Piano Operativo dovrà individuare quelli di valore storico testimoniale da inserire nell'elenco delle invarianti strutturali di cui al comma 1 del presente articolo, valutando gli usi attuali, le condizioni di integrità architettonica e tipologica degli stessi, al fine di predisporre specifiche norme per la conservazione e il recupero; adeguando in tal senso la suddetta tavola senza necessità di variante al Piano Strutturale.

Ultima modifica Mercoledì, 16 Agosto, 2023 - 15:38