Norme Tecniche di Attuazione

Art. 91 Reticolo idrografico.

1. Fatte salve eventuali prescrizioni più restrittive contenute nella Parte II e nella Parte III delle presenti Norme, su ambedue le sponde dei corsi d'acqua facenti parte del reticolo idrografico, individuato ai sensi della L.R. n. 79/2012 e della Deliberazione C.R. n. 101/2016, è istituita una fascia di rispetto di larghezza minima di ml 10 a partire dal piede dell'argine per i corsi d'acqua incanalati e a partire dal ciglio di sponda per i corsi d'acqua no regimati. Tale fascia, oltre a garantire la conservazione delle funzioni biologiche e naturali caratteristiche dell'ambito ripariale, permette la piena efficienza, la funzionalità e la manutenzione del sistema idraulico.

2. Sul patrimonio edilizio esistente compreso all'interno delle fasce di rispetto sono consentiti la disciplina contenuta nel R.D. n. 523/1904 e s.m.i. prevale rispetto alle presenti Norme.

3. Eventuali nuove opere di regimazione idraulica (briglie, traverse, argini, difese spondali) per i corsi d'acqua (naturali e artificiali) dovranno essere finalizzate al riassetto dell'equilibrio idrogeologico, al ripristino della funzionalità della rete del deflusso superficiale, alla messa in sicurezza dei manufatti e delle strutture, alla

rinaturalizzazione spontanea e con specie ripariali autoctone, al generale miglioramento della qualità biologica e alla fruizione pubblica. Le opere di regimazione, anche nel caso di interventi su strutture esistenti, dovranno essere concepite privilegiando le tecniche costruttive proprie dell'ingegneria naturalistica.

4. Al fine di ridurre al minimo l'impatto negativo sul deflusso delle acque superficiali, i rilevati delle infrastrutture viarie dovranno essere provvisti di appositi manufatti di attraversamento monte-valle posti ad una distanza, riferita all'andamento generale della superficie topografica e alla pendenza dei terreni attraversati, tale da evitare accumuli e ristagni al piede degli stessi.

5. La costruzione delle nuove strutture di attraversamento dei corsi d'acqua arginati (le spalle e la trave portante dei ponti e/o delle passerelle) dovrà evitare il restringimento della sezione dell'alveo assicurando il mantenimento di una luce libera di deflusso pari a quella posta a monte dell'attraversamento stesso. La base dell'impalcato dovrà sempre svilupparsi ad una quota superiore rispetto alle sommità arginali tale da

consentire un agevole passaggio dei materiali flottanti in caso di piena.