Disciplina generale del piano

Art. 22 Piano di Gestione del Rischio Alluvioni (PGRA).

1. Gli studi e le indagini idrauliche di supporto al PS sono adeguate e conformi alle disposizioni contenute nel Piano di Gestione del Rischio Alluvioni (PGRA), ciclo 2015/2021 elaborato dall'Autorità di Bacino Distretturale dell'Appennino Settentrionale. Nell'attuazione delle strategie del PS ogni intervento di trasformazione urbanistica ed edilizia del territorio è comunque soggetta alle disposizioni del PGRA medesimo.

2. Gli studi e le indagini idrauliche di supporto al PS costituiscono aggiornamento delle aree soggette a pericolosità di alluvione e rischio contenute nella cartografia del PGRA.

Art. 23 Pericolosità idraulica.

1. Gli studi e le indagini idrauliche di supporto al PS sono state condotte per i corsi d'acqua ritenuti in situazione di criticità in rapporto alla loro interazione con i sistemi insediativi esistenti e con le previsioni strategiche di trasformazione urbanistica del territorio. In particolare sono stati oggetto di studio:

  • - il sistema Rigiolato – Botrelle ai margini del centro urbano di Forni San Giuseppe;
  • - il reticolo idrografico limitrofo al centro urbano di Potassa;
  • - il fosso dell'Acquanera e i suoi affluenti alle Basse di Caldana;
  • - il torrente Rigo ai margini del centro urbano di Grilli.

2. Gli studi idraulici e le relative modellazioni hanno permesso di individuare le aree soggette ad allagamenti con tempi di ritorno (Tr) inferiori a 30 anni e ricompresi tra 30 e 200 anni.

3. Le aree soggette ad allagamenti con Tr ricompresi tra 200 e 500 anni sono state definite con criteri morfologici e cognitivi.

4. Gli studi e le indagini idrauliche di supporto al PS prevedono la suddivisione del territorio comunale secondo le seguenti classi di pericolosità:

  • - I4, pericolosità idraulica molto elevata – aree interessate da allagamenti con Tr inferiori a 30 anni;
  • - I3, pericolosità idraulica elevata – aree interessate da allagamenti con Tr ricompresi tra 30 e 200 anni;
  • - I2, pericolosità idraulica media – aree interessate con tempi di ritorno ricompresi tra 200 e 500 anni definite con criteri cognitivi e morfologici mantenendo il limite interno dell'area quella della classe I3 e quello esterno dettato dalla pianura alluvionale o dall'altimetria di almeno 2 ml sopra il ciglio di sponda o il piede esterno dell'argine;
  • - I1, pericolosità idraulica bassa – aree collinare o montane prossime ai corsi d'acqua per le quali ricorrono le seguenti condizioni:
  • - non vi sono notizie storiche di alluvioni;
  • - sono in situazioni favorevoli di altro morfologico, di norma a quote superiori ai 2 ml rispetto al ciglio di sponda o al piede dell'argine.

5. La correlazione delle classi di pericolosità idraulica in funzione della frequenza degli eventi alluvionali, alla luce delle disposizioni normative vigenti risulta riportata nella tabella seguente:

Regolamento regionale 53/R/2011PgraL.R. n. 41/2018
Aree a pericolosità idraulica molto elevata (I4)Aree a pericolosità per alluvioni elevata (P3)Aree a pericolosità per alluvioni frequenti
Aree a pericolosità idraulica elevata (I3)Aree a pericolosità per alluvioni media (P2)Aree a pericolosità per alluvioni poco frequenti

Art. 24 Pericolosità geomorfologica.

1. Le indagini geomorfologiche del PS risultano conformi e adeguate al Piano stralcio di Assetto Idrogeologico (PAI) degli ex Bacini regionali Ombrone e Toscana Costa.

2. Nell'attuazione delle strategie del PS ogni intervento di trasformazione urbanistica ed edilizia del territorio è comunque soggetta alle disposizioni dei PAI degli ex Bacini regionali Ombrone e Toscana Costa.

3. L'Amministrazione Comunale a seguito di modifiche significative del quadro conoscitivo, ulteriori studi conoscitivi ed approfondimenti o la esecuzione di opere di prevenzione ancorchè non disciplinate nel PS promuove l'aggiornamento dei contenuti del PAI con le modalità contenute negli artt. 27 e 32 delle Norme del PAI medesimo.

Art. 25 Pericolosità geologica.

1. Le indagini geologiche di supporto al PS sono conformi ed adeguate ai contenuti del Regolamento regionale n. 53/R/2011. Esse prevedono la suddivisione del territorio comunale secondo le seguenti classi di pericolosità:

  • - G4, pericolosità geologica molto elevata – aree in cui sono presenti fenomeni attivi e relative aree di influenza, aree interessate da soliflussi.

All'interno di questa classe di pericolosità ricadono i dissesti attivi nelle aree interessate da soliflusso generalizzato, le frane di limitata estensione, i corpi di frana con movimento indeterminato, le aree interessate da franosità diffusa, gli alvei con tendenza all'approfondimento e le erosioni laterali di sponda;

  • - G3, pericolosità geologica elevata – aree in cui sono presenti forme geomorfologiche areali in stato di quiescenza con possibilità di riattivazione nell'attuale sistema morfoclimatico.

Sono ricompresi in questa classe di pericolosità i corpi di frana quiescenti e le rispettive corone, le aree con potenziale instabilità connessa alla giacitura, all'acclività, alla litologia, alla presenza di acque superficiali e sotterranee nonché a processi di carattere antropico e le aree caratterizzate da terreni con scadenti caratteristiche geotecniche. Rientrano in questa classe le aree di cava, le superfici di riporto, gli argini e le aree intensamente modellate e i versanti modificati per interventi antropici. All'interno della classe di pericolosità G3 sono stati inseriti anche i corpi detritici con pendenze superiori al 25% e le aree legate a forme, processi, depositi antropici e manufatti quali gli argini fluviali, le opere di difesa spondale, i rilevati stradali, ferroviari e le dighe in terra.

  • - G2, pericolosità geologica media – aree in cui sono presenti fenomeni franivi inattivi stabilizzati (naturalmente o artificialmente), aree con elementi geomorfologici, litologici e giaciturali dalla cui valutazione risulta una bassa propensione al dissesto.

Rientrano in questa classe di pericolosità i corpi di frana con movimento indeterminati, le corone di frana e gli orli di scarpata di frana;

  • - G1, pericolosità geologica bassa – aree in cui i processi geomorfologici e le caratteristiche litologiche non costituiscono fattori predisposti a movimenti di massa.

Rientra in questa classe di pericolosità solo una modesta area pianeggiante nel centro urbano di Bagno di Gavorrano.

Art. 26 Pericolosità sismica.

1. Il Comune di Gavorrano, a seguito della legislazione statale e regionale vigente in materia è classificato in zona sismica 4, a bassa pericolosità. Non è perciò sottoposto alle indagini e alla elaborazione della Carta della Pericolosità Sismica Locale.

2. Il PO e i piani di settore comunali dovranno, comunque, contenere le disposizioni tecniche per la realizzazione delle previsioni di trasformazione urbanistica ed edilizia secondo i criteri e le regole della prevenzione dai rischi sismici. Il PO dovrà, altres&igrave, fare propri eventuali piani o programmi, interessanti il territorio comunale, emessi dalla Protezione Civile ai fini della tutela del rischio sismico.