Disciplina generale del piano

Titolo I Strategie generali e Unità Territoriali Organiche Elementari.

Art. 27 Obiettivi e direttive di carattere generale.

1. Il PS definisce quale strategia di governo per il Comune di Gavorrano lo sviluppo di un'economia locale fondata su forme di agricoltura, turismo e artigianato in grado di tutelare e valorizzare le risorse ambientali e le componenti del patrimonio territoriale.

2. Gli obiettivi generali del PS per il territorio di Gavorrano sono:

  • - la qualità ambientale.
    Rafforzare la qualità ambientale e potenziare le reti di connessione ecologica, superare le condizioni di rischio tutelando l'integrità fisica e paesaggistica del territorio, al fine di contribuire al mantenimento delle condizioni di sicurezza del territorio e dei valori di naturalità e di biodiversità degli ecosistemi esistenti;
  • - l'identità territoriale.
    Perseguire potenziali profili di sviluppo che siano compatibili con le specifiche vocazioni ed identità territoriali, costituite dalle aree ad elevato valore ambientale, dal paesaggio, dalle produzioni agricole di eccellenza, dalle testimonianze dell'attività mineraria, dai beni culturali e dai sistemi insediativi storici;
  • - la coesione.
    Rafforzare la coesione territoriale e sociale e aumentare l'efficienza delle relazioni territoriali, anche attraverso la gestione integrata dei servizi comunali e di area vasta, favorendo interventi di rigenerazione urbana, con l'arricchimento delle funzioni urbane e degli spazi comuni, con l'innalzamento degli standard di benessere per gli abitanti e la razionalizzazione delle reti per la mobilità delle persone e delle merci;
  • - l'attrattività.
    Incrementare l'attrattività del territorio con la riqualificazione dello spazio pubblico, il mantenimento in efficienza delle prestazioni urbane e territoriali, la crescita della dotazione dei servizi locali e la loro integrazione con quelli di area vasta al fine di migliorare la vivibilità dei residenti e le opportunità di insediamento e di crescita delle imprese;
  • - il turismo sostenibile.
    Promozione della valorizzazione turistica del patrimonio culturale e paesaggistico, con particolare riferimento al territorio rurale, ai beni storico artistici diffusi ed ai centri antichi, al Parco Nazionale delle Colline Metallifere, alle funzioni culturali, alle produzioni, alla distribuzione e al consumo dei prodotti di qualità dell'agricoltura, nella prospettiva di un loro sviluppo integrato;
  • - il sostegno alle attività produttive.
    Consolidare e riqualificare il tessuto delle attività produttive locali attraverso la riorganizzazione generale del sistema produttivo verso produzioni agro-alimentari e le attività del turismo alternativo a quello della costa incentivando la riconversione e la diversificazione del sistema economico e migliorando, al tempo stesso, la qualità della vita nei centri abitati.

3. I criteri generali per la declinazione normativa degli obiettivi generali del Piano Strutturale sono:

  • - l'intersettorialità della disciplina interpretativa della struttura idro-geomorfologica, della struttura ecosistemica, della struttura agro-forestale e di quella insediativa;
  • - la relazione fondativa fra il patrimonio territoriale inteso come bene comune ed il corpo dei principi e delle regole di uso dello stesso;
  • - la dimensione regolativa e non vincolistica dei dispositivi normativi fondati sull'interpretazione della genesi evolutiva del territorio;
  • - il riconoscimento del valore del patrimonio territoriale per la ricchezza della comunità, per un modello di sviluppo durevole, sostenibile e condiviso.

4. Agli obiettivi generali corrisponde un insieme di direttive cos&igrave articolate:

  • - direttive per la qualità ambientale:
    • - mantenere ed accrescere la qualità e la quantità delle risorse naturali;
    • - tutelare la biodiversità e incrementare la continuità della rete ambientale ed ecologica;
    • - sviluppare e integrare attività compatibili per la valorizzazione delle aree ad elevata naturalità o qualità paesaggistica nei confronti delle minacce derivanti dal degrado e abbandono;
    • - tutelare gli ecosistemi le relative componenti floro-faunistiche, con l'incentivazione del presidio territoriale;
    • - recuperare la stabilità idrogeologica del territorio;
    • - regolare le trasformazioni e gli usi del suolo in considerazione delle vulnerabilità e delle criticità ambientali;
    • - programmare e progettare interventi di difesa del suolo e di regimazione idraulica integrati;
    • - individuare interventi atti a contenere fenomeni di esondazione e con il ripristino della continuità fisica dei corsi d'acqua e della rete minore di drenaggio;
    • - l'incentivo al contenimento dei consumi della risorsa acqua e individuazione di adeguati sistemi atti al recupero e al riutilizzo delle acque provenienti dai cunicoli minerari dismessi;
    • - migliorare la gestione dei rifiuti, riducendone la produzione e potenziando e ottimizzando i sistemi di raccolta differenziata;
  • - direttive per l'identità territoriale:
    • - tutelare l'integrità fisica e l'identità paesaggistica, assunte come condizioni per ogni ipotesi di trasformazione, fisica o funzionale, del territorio comunale;
    • - mantenere i paesaggi rurali e tutelare e valorizzare le risorse culturali e simboliche diffuse;
    • - riqualificare i paesaggi delle infrastrutture e delle attività produttive, riqualificare gli accessi territoriali e urbani;
    • - sviluppare economie legate a specificità ambientali, paesaggistiche, agro-alimentari, culturali e produttive del territorio, con particolare riferimento alle produzioni agricole di qualità ed a quelle biologiche, anche in sinergia con i territori contermini, alla creazione di un biodistretto dell'Alta Maremma e delle Colline Metallifere con la promozione di un un'immagine di marca del territorio;
    • - valorizzare la produzione agro-alimentare di qualità, vino e olio e ortaggi in primis, e le produzioni agricole locali;
    • - sostenere e valorizzare le specificità territoriali, caratterizzate da sistemi produttivi sostenibili e innovativi;
    • - valorizzare la diversità dei centri e dei nuclei che caratterizzano il territorio, identificando il loro profilo di sviluppo potenziale compatibile con i caratteri identitari ereditati;
    • - mantenere e favorire la localizzazione nei centri e nuclei antichi di attrezzature e servizi di interesse collettivo, per rivitalizzarne il ruolo e la centralità urbana e per una loro nuova funzione turistica;
    • - coniugare la tutela degli aspetti morfologici dei centri antichi con l'incentivo al riuso del patrimonio edilizio esistente;
    • - garantire la vitalità dei centri collinari e la permanenza dei residenti, potenziandone il ruolo ricettivo in un sistema integrato che metta in rete risorse locali;
    • - incentivare la qualità delle progettazioni degli interventi di trasformazione insediativa promuovendo interventi innovativi di riqualificazione urbana, di rigenerazione e ridefinizione dei margini urbani nei centri di pianura;
    • - definire modelli insediativi che siano compatibili con i prevalenti caratteri di ruralità del territorio comunale.
  • - direttive per la coesione:
    • - definire la mobilità che temperi l'esigenza di spostarsi con la salute e la sicurezza dei cittadini ed in equilibrio tra le esigenze di potenziamento e sviluppo del sistema delle comunicazioni e i problemi della tutela e valorizzazione delle risorse ambientali e paesaggistiche;
    • - valorizzare il ruolo della viabilità extraurbana quale infrastruttura di supporto allo sviluppo del territorio rurale, con interventi di adeguamento attenti ai contesti paesaggistici e alle modalità fruitive lente;
    • - riqualificare e mantenere il sistema dei servizi di livello locale e potenziare l'offerta dei servizi per gli anziani e quelli per l'infanzia (potenziare i servizi sanitari e quello sociosanitari);
    • - prevedere iniziative e incentivazioni tese a garantire la permanenza di una sufficiente dotazione di servizi alle imprese e alla persona e politiche infrastrutturali e per lo sviluppo del commercio;
    • - prevedere l'integrazione tra l'uso delle attrezzature sportive e le attrezzature scolastiche e potenziare i servizi scolastici con gli spazi dedicati allo sport;
    • - valorizzare gli spazi pubblici e migliorare la dotazione e l'organizzazione dei servizi;
    • - riqualificare, potenziare e differenziare il sistema dei parcheggi e del verde urbano e introdurre percorsi protetti pedonali e ciclabili nei centri abitati;
    • - prevedere l'estensione delle reti digitali nel territorio.
  • - direttive per l'attrattività:
    • - valorizzare i principali prodotti tipici locali, favorendo la creazione di centri di servizio integrati per la produzione, trasformazione, promozione e vendita tramite il recupero del patrimonio edilizio esistente;
    • - offrire innovazione e servizi d'eccellenza per le imprese e migliorare la dotazione e la qualificazione dei servizi privati;
    • - riqualificare il sistema commerciale locale, anche con nuove medie superfici di vendita e lo sviluppo di centri con funzioni integrate alle produzioni locali e competitive con i centri commerciali esterni;
    • - potenziare l'offerta di spazi sportivi e ricreativi;
    • - predisporre attrezzature sportive di qualità, anche complementari alle attrezzature ricettive;
    • - promuovere le relazioni tra soggetti che intendono affermare le qualità del territorio dell'Alta Maremma e delle Colline Metallifere, organizzando la filiera della agricoltura, della alimentazione e gastronomica, della ospitalità, del commercio di prodotti tipici e dell'artigianato;
    • - incentivare le forme di turismo didattico per il rilancio del Parco Nazionale delle Colline Metallifere;
    • - accrescere la vitalità dell'economia agricole e rurale incentivando attività integrative innovative legate alla riconoscibilità territoriale dell'Alta Maremma e delle Colline Metallifere, con particolare attenzione alla filiera agroalimentare e ad un possibile sistema di trasformazione dei prodotti e di commercializzazione degli stessi;
    • - incentivare ed accompagnare gli investimenti dell'eccellenza imprenditoriale con l'obiettivo di rafforzare, sia sotto il profilo economico che della riconoscibilità, il valore delle produzioni di qualità quale fattore dell'identità territoriale.
  • - direttive per il turismo sostenibile:
    • - articolare le presenze turistiche, con misure finalizzate a distribuire nel tempo e nello spazio le presenze i carichi oggi prevalentemente orientati al territorio rurale;
    • - favorire il prolungamento della stagione turistica attraverso il turismo legato al territorio all'agricoltura e al paesaggio, al consolidamento del turismo culturale, enogastronomico, escursionistico, sportivo per la pratica del ciclismo, del golf e delle pratiche equestri;
    • - promuovere nuovi interventi e processi di valorizzazione dei segni dell'attività mineraria del territorio, quali elementi identitarii del territorio, per il rilancio e la crescita del Parco Nazionale delle Colline Metallifere;
    • - avviare indagini e valutazioni per verificare la fattibilità tecnica ed economica dello sfruttamento a fini termali delle acque profonde della miniera;
    • - valorizzare e promuovere le relazioni esistenti tra i valori naturalistici, paesaggistici e quelli storico-culturali del territorio, in particolare attraverso la formazione di una rete dei percorsi territoriali fondativi e dei sentieri per la mobilità lenta;
    • - riqualificare la viabilità rurale, potenziare e valorizzare la rete fruitiva e turistica del territorio, anche attraverso forme integrative di ospitalità quali l'agricampeggio e le dimore storiche;
    • - favorire il turismo nei centri antichi collinare attraverso la promozione dell'ospitalità dell'albergo diffuso;
    • - attivare percorsi formativi sul turismo e creare reti della conoscenza, fondate sulle relazioni tra soggetti legati alle qualità paesaggistiche, delle produzioni locali e dell'ospitalità del territorio comunale;
    • - potenziare sia i servizi al turismo sia i servizi a sostegno degli operatori turistici.
  • - direttive per il sostegno alle attività produttive:
    • - consolidare e diversificare i profili di sviluppo per dotare il sistema produttivo locale di nuove opportunità economiche e occupazionali, rivolte soprattutto ai giovani;
    • - sostenere lo sviluppo della piccola e media impresa e dell'artigianato locale;
    • - promuovere la formazione mirata per lo sviluppo dell'artigianato, tanto nei settori tradizionali che in quelli innovativi, connessi alla produzione di qualità e alle tipicità territoriali;
    • - migliorare la funzionalità e l'efficienza delle reti di comunicazione stradale;
    • - elevare la dotazione delle aree produttive di standard di qualità urbanistica;
    • - promuovere, per le attività produttive, forme integrate di gestione delle reti di servizi pubblici, con particolare riferimento al ciclo delle acque, ai rifiuti e all'energia;
    • - potenziare le connessioni e le sinergie del sistema lineare delle aree produttive di pianura nell'intento di promuove un “comparto del lavoro” altamente competitivo per l'offerta insediativa;
    • - favorire e attrarre investimenti legati al sistema della grande distribuzione, delle start-up o dei servizi, puntando ad incentivare processi di sviluppo con agevolazioni e incentivazioni.

Art. 28 Unità Territoriali Organiche Elementari (UTOE).

1. Sulla base dei caratteri patrimoniali che distinguono i diversi ambiti - sintesi tra caratteristiche fisico-morfologiche dei luoghi e degli insediamenti, attività che vi si svolgono, percezione degli abitanti e connotazioni di paesaggio - vengono individuate le Unità Territoriali Organiche Elementari (UTOE), che costituiscono il riferimento principale per ogni tipo di strategia.

2. Le UTOE costituiscono strumenti di controllo e gestione delle trasformazioni territoriali e delle azioni pubbliche e private attivabili e in riferimento alle quali le politiche e strategie di governo devono essere definite in modo complessivo ed unitario. La loro perimetrazione discende dalla necessità di coordinare le azioni di trasformazione entro ambiti organici e distinti, per i quali si attribuiscono specifici obiettivi e disposizioni. Per il presente PS le UTOE, denominate in riferimento ai principali centri e nuclei che vi ricadono, sono:

  • - UTOE 1 Gavorrano, Filare, Ravi;
  • - UTOE 2 Caldana;
  • - UTOE 3 Giuncarico;
  • - UTOE 4 Bagno di Gavorrano, San Giuseppe;
  • - UTOE 5 Potassa, Bivio Ravi, Basse di Caldana e Grilli;
  • - UTOE 6 Castellaccia e Casteani.

3. Il PO potrà apportare modifiche non sostanziali alla delimitazione delle UTOE esclusivamente conseguenti alla definizione degli ambiti ad una scala di maggior dettaglio ed alla migliore definizione degli stati di fatto. Potrà altres&igrave, in tale sede, essere considerata l'opportunità, previe adeguate verifiche e valutazioni, di trasferire parte della capacità insediativa di ogni funzione da una UTOE all'altra nel territorio urbanizzato e dall’esterno del territorio urbanizzato all’interno dello stesso con le con le procedure semplificate previste dall’art. 30 della L.R. n. 65/2014.

Art. 29 UTOE 1 – Gavorrano, Filare e Ravi.

1. L'UTOE 1 individua la parte del territorio comunale che dal suo rilievo più importante – Monte Calvo – discende verso le pendici poste ad oriente e ad occidente dello stesso. Ricomprende il Capoluogo, sede dei principali servizi amministrativi ai cui margini è presente il compendio delle miniere di pirite rimaste in attività fino alla metà degli anni Ottanta ed in parte riutilizzato per la sede e le strutture del Parco Nazionale delle Colline Metallifere. Lungo l'asse viario che collega Gavorrano alla piana si trova Filare originato dalle urbanizzazioni conseguenti all'attività mineraria. Nella parte più a sud dell'UTOE è posto Ravi, antico castello e centro storico, intorno al quale si è sviluppato nella prima metà del Novecento il compendio minerario di Ravi-Marchi.

2. Obiettivi specifici delle strategie del PS relativi all'UTOE 1 sono:

  • - Il mantenimento delle caratteristiche ambientali del territorio, legate alle risorse primarie, acqua, suolo ed ecosistemi della flora e della fauna;
  • - la tutela e la valorizzazione del patrimonio forestale, pubblico e privato, la sua manutenzione e la corretta ceduazione laddove necessaria, anche in riferimento alla morfologia dei territori contermini, ai fini del mantenimento della sua funzione ecologica e alla prevenzione del dissesto idrogeologico dei versanti secondo quanto descritto dalla normativa statale e regionale di settore;
  • - la riduzione dei fattori di rischio e la messa in sicurezza delle aree interessate dall'attraverso dei canali di deflusso e dai bacini di decantazione delle acque profonde e superficiali provenienti dalle aree minerarie con interventi tesi a valorizzarne gli aspetti ecologici e naturalistici e la rinaturalizzazione e la ricostituzione della vegetazione ripariale laddove occorrente;
  • - la tutela e la valorizzazione degli elementi della rete ecologica – siepi, filari alberature camporili – rafforzandone la presenza per contrastare la semplificazione della maglia agraria della collina;
  • - il mantenimento e lo sviluppo delle colture agrarie, anche attraverso la rimessa a colture delle aree incolte e di quelle abbandonate tendenti alla evoluzione in bosco, nel rispetto degli aspetti paesaggistici ed ambientali e salvaguardando i caratteri fisici del territorio;
  • - il sostegno alle filiere agrosilvopastorale legate ai prodotti del bosco e della fauna selvatica, in coerenza con le strategie dello sviluppo turistico del territorio e in sinergia con l'associazionismo venatorio quale presidio del paesaggio e degli equilibri ecologici;
  • - il ripristino ambientale delle aree estrattive dismesse ed inattive al fine di recuperare il paesaggio collinare e prevenire possibili dissesti;
  • - la valorizzazione delle risorse territoriali della collina, attraverso il potenziamento dell'offerta di servizi per il benessere ed il turismo di qualità e rafforzando il ruolo di presidio delle aziende agricole;
  • - l'incentivo all'insediamento di nuove attività per il turismo all'aria aperta, sostenibili sotto il profilo ambientale e paesaggistico, e indirizzate alla valorizzazione delle tipicità e delle risorse territoriali;
  • - il miglioramento della qualità di vita nelle aree urbane, con interventi integrati di riqualificazione urbana, di miglioramento della dotazione dei servizi pubblici e privati e di misure di riduzione degli effetti del traffico di attraversamento;
  • - il potenziamento e l'organizzazione della rete dei percorsi ciclopedonali, con particolare riferimento alla connessione del centro urbano di Filare con Bagno di Gavorrano;
  • - la valorizzazione ambientale e paesaggistica del territorio collinare con particolare riferimento ai caratteri storici ed ecologici del paesaggio;
  • - la valorizzazione del patrimonio tecnologico ed edilizio minerario come segno fondamentale dell'evoluzione storica e culturale del territorio attraverso il rilancio ed il potenziamento del Parco Nazionale delle Colline Metallifere;
  • - la promozione di eventi e manifestazioni culturali legate alle tipicità locali in grado di richiamare i flussi turistici costieri;
  • - il contrasto all'abbandono del sistema insediativo storico collinare con la tutela e la valorizzazione dei centri antichi di Gavorrano e Ravi favorendo il riuso e la riqualificazione del patrimonio edilizio esistente e l'innalzamento della qualità residenziale, facilitando l'accessibilità ciclabile e pedonale di residenti e visitatori;
  • - la valorizzazione del patrimonio di interesse storico, artistico e culturale con il sistema dell'accoglienza turistica dell'albergo diffuso nel centro antico di Ravi;
  • - la riqualificazione degli insediamenti residenziali recenti di Gavorrano per consolidarne i caratteri, migliorarne la qualità urbana, il riordino dei margini urbani e le relazioni con il territorio contermine;
  • - la rigenerazione del sistema insediativo di Filare con il consolidamento dei tessuti urbanistici esistenti, la definizione del margine urbano e l'identificazione, il riordino e la valorizzazione degli spazi pubblici urbani.

3. Le direttive per l'UTOE 1, da perseguire con il PO, sono orientate a:

  • - incentivare il recupero strutturale e funzionale del patrimonio edilizio esistente con la riqualificazione e la valorizzazione delle aree libere esistenti e sottoutilizzate al fine di contenere al minimo indispensabile la nuova occupazione di suolo;
  • - potenziare il ruolo di centralità urbana, assicurandovi la permanenza delle funzioni civili e culturali e garantendo la salvaguardia dei valori storici, artistici, simbolici, morfologici e paesaggistici, dei centri antichi di Gavorrano e Ravi;
  • - rafforzare il ruolo centrale, di tipo amministrativo e culturale del capoluogo con il potenziamento funzionale, anche per nuove attività, delle strutture della porta del Parco Nazionale delle Colline Metallifere;
  • - preservare le aree rimaste libere lungo la strada che da Filare conduce a Bagno di Gavorrano e Gavorrano, impedendone la progressiva urbanizzazione e promuovendo la riqualificazione dei tessuti urbani con il mantenimento degli attuali varchi verso la campagna;
  • - favorire il recupero e la riqualificazione del tessuto urbano e degli edifici esistenti, consolidando le centralità urbane, migliorando la rete dei servizi alla persona destinati a favorire il permanere o l'insediamento di nuovi residenti;
  • - approfondire i caratteri del tessuto urbano esistente nei centri antichi di Gavorrano e Ravi e prevedere regole coerenti per gli interventi sugli edifici e per gli spazi aperti, classificati per le specifiche caratteristiche tipologiche e tecniche costruttive;
  • - rafforzare il ruolo centrale, di tipo amministrativo e culturale del capoluogo con il potenziamento funzionale, anche per nuove attività, delle strutture della porta del Parco Nazionale delle Colline Metallifere;
  • - salvaguardare le aree intercluse tra il centro antico di Gavorrano e la via San Giuliano Martire con funzione di valorizzazione estetico percettiva dei tessuti storici e delle zone ortive ad essi sottostanti;
  • - tutelare gli spazi interclusi presenti a Gavorrano e Filare caratterizzati dalla presenza di aree boscate e/o formazioni arboree costituenti elementi della rete ecologica in area urbana;
  • - incentivare l’uso degli spazi interclusi nel territorio urbanizzato di Filare che non presentano valori naturali e paesaggistici per l’implementazione delle attrezzature pubbliche, delle dotazioni di quartiere e per la rigenerazione, la riqualificazione l’integrazione e la connessione dei tessuti esistenti;
  • - favorire il recupero edilizio del patrimonio edilizio del centro antico di Ravi con l'integrazione di servizi e funzioni orientate alla organizzazione e alla promozione della tipologia ricettiva dell'albergo diffuso;
  • - il recupero e la riqualificazione dei contenitori dismessi delle attività minerarie di Filare e di Ravi-Marchi per nuovi usi e finalità che possano generare nuovi processi di sviluppo economico e di valorizzazione territoriale integrati e connessi al Parco Nazionale delle Colline Metallifere;
  • - migliorare la qualità residenziale ed urbana in generale lungo la viabilità principale di Filare, superando l'attuale conflitto tra la strada come canale di traffico e come spazio di incontro e aggregazione sociale;
  • - evitare nuovi insediamenti e conurbazioni lineari lungo gli assi stradali e in corrispondenza degli spazi inedificati, con particolare riferimento alle aree ricomprese tra Filare e Gavorrano, con il mantenimento degli attuali varchi verso la campagna;
  • - tutelare e valorizzare la qualità architettonica ed urbana degli edifici di impianto storico, compresi gli aspetti tecnici, costruttivi, materici, del colore e gli elementi caratterizzanti e di decoro delle facciate;
  • - qualificare il ruolo dei centri antichi quali elementi sinergici al Parco Nazionale delle Colline Metallifere per la crescita delle attività del turismo culturale, destagionalizzato e vocato alla valorizzazione della qualità territoriale
  • - prevedere la riorganizzazione e la riqualificazione degli spazi pubblici e delle infrastrutture a rete di Filare – ivi compresa la parte del compendio minerario attestata sulla via G. Pascoli – attraverso un programma complessivo di interventi, anche di tipo compensativo e perequativo, volto alla caratterizzazione e all'identificazione dell'immagine urbana;
  • - assicurare che i nuovi carichi insediativi eventualmente previsti a Filare siano coerenti per tipologia, materiali, colori ed altezze, all'edilizia civile mineraria e opportunamente inseriti nel contesto paesaggistico senza alterarne la qualità morfologica e percettiva;
  • - assicurare che le strutture per il turismo all'aria aperta previste nel fondovalle lungo la S.P. della Menga, siano coerenti per tipologia, materiali alla tradizione insediativa rurale, inseriti nel contesto paesaggistico senza alterarne la qualità morfologica e percettiva e rispondenti alle condizioni e agli esiti della Conferenza di Copianificazione del 10/05/2019;
  • - assicurare che le strutture turistiche previste a Filare, nel versante posto a sud-ovest della via L. Ariosto, siano, per tipologia e materiali, inseriti nel contesto paesaggistico senza alterarne la qualità morfologica e percettiva e rispondenti alle condizioni e agli esisti della Conferenza di Copianificazione del 10/05/2019;
  • - riqualificare, anche con il coinvolgimento dei privati, il Parco pubblico della Finoria e la struttura turistica esistente con interventi tesi alla ridefinizione del ruolo e del contenitore esistente oggi adibito alle attività del laboratorio di educazione ambientale e l'insediamento di impianti per lo sport, lo svago e il tempo libero;
  • - incentivare le pratiche agricole per la conservazione e il mantenimento, sia a fini produttivi che paesaggistici, degli oliveti di impianto storico nella collina circostante a Ravi;
  • - tutelare e valorizzare i geositi di interesse regionale e locale e gli affioramenti rocciosi di Ravi, Gavorrano e Monte Calvi;
  • - favorire il recupero e la valorizzazione, a fini turistici e culturali, della grotta dell'Artofago.

Art. 30 UTOE 2 – Caldana.

1. L'UTOE 2 ricomprende la parte di territorio che dal crinale di Caldana si estende, a settentrione verso il rilievo di Monte Calvo e a meridione sino al fondovalle della Zinghera. Al suo interno è situata Caldana, centro antico collinare, che sotto il profilo storico e delle caratteristiche dell'impianto urbanistico è il più rilevante dell'itero territorio comunale. Il bosco costituisce l'elemento del sistema geomorfologico che connette la collina gavorranese al fondovalle agricolo di Pian d'Alma.

2. Obiettivi specifici delle strategie del PS relativi all'UTOE 2 sono:

  • - Il mantenimento delle caratteristiche ambientali del territorio, legate alle risorse primarie, acqua, suolo ed ecosistemi della flora e della fauna;
  • - la tutela e la valorizzazione del patrimonio forestale, pubblico e privato, la sua manutenzione e la corretta ceduazione laddove necessaria, anche in riferimento alla morfologia dei territori contermini, ai fini del mantenimento della sua funzione ecologica e alla prevenzione del dissesto idrogeologico dei versanti;
  • - la manutenzione del sistema idrografico di collina per la prevenzione dei fattori di rischio e geomorfologico dei versanti e idrogeologico delle vallati sottostanti e la conservazione della funzione naturalistica ed ecologica della vegetazione ripariale;
  • - la tutela e la valorizzazione degli elementi della rete ecologica – siepi, filari alberature camporili – rafforzandone la presenza per contrastare la semplificazione della maglia agraria della collina;
  • - il mantenimento e lo sviluppo delle colture agrarie, anche attraverso la rimessa a colture delle aree incolte e di quelle abbandonate tendenti alla evoluzione in bosco, nel rispetto degli aspetti paesaggistici ed ambientali e salvaguardando i caratteri fisici del territorio;
  • - il sostegno alle filiere agrosilvopastorale legate ai prodotti del bosco e della fauna selvatica, in coerenza con le strategie dello sviluppo turistico del territorio e in sinergia con l'associazionismo venatorio quale presidio del paesaggio e degli equilibri ecologici;
  • - la valorizzazione delle aree agricole per lo sviluppo locale, anche favorendo interventi di recupero e di nuovo impianto per le pratiche dell'olivicoltura;
  • - la valorizzazione delle cave dismesse ed inattive del marmo rosso al fine di recuperare il paesaggio collinare e prevenire possibili dissesti;
  • - il potenziamento e l'organizzazione della rete dei percorsi ciclopedonali, con particolare riferimento alla connessione di Caldana con il fondovalle della Zinghera e con il tracciato della S.P. dell'Aurelia;
  • - la valorizzazione delle risorse territoriali della collina, attraverso il potenziamento dell'offerta di servizi per il benessere ed il turismo di qualità e rafforzando il ruolo di presidio delle aziende agricole;
  • - la valorizzazione ambientale e paesaggistica del territorio collinare con particolare riferimento ai caratteri storici ed ecologici del paesaggio;
  • - la conservazione della maglia agraria storica con il mantenimento della leggibilità del sistema insediativo di impianto otto-novecentesco ed il contrasto ai processi di marginalizzazione e frammentazione dei sistemi agro-ambientali;
  • - la valorizzazione del patrimonio di interesse storico, artistico e culturale del centro antico di Caldana;
  • - il contrasto all'abbandono del sistema insediativo storico collinare con la tutela e la valorizzazione del centro antico di Caldana, favorendo il riuso e la riqualificazione del patrimonio edilizio esistente e l'innalzamento della qualità residenziale, facilitando l'accessibilità ciclabile e pedonale di residenti e visitatori;
  • - la promozione di eventi e manifestazioni culturali legate alle tipicità locali in grado di richiamare i flussi turistici costieri;
  • - la riqualificazione delle espansioni residenziali di epoca novecentesca di Caldana per consolidarne i caratteri, migliorarne la qualità urbana, il riordino dei margini urbani e le relazioni con il territorio contermine.

3. Le direttive per l'UTOE 2, da perseguire con il PO, sono orientate a:

  • - incentivare il recupero strutturale e funzionale del patrimonio edilizio esistente con la riqualificazione e la valorizzazione delle aree libere esistenti e sottoutilizzate al fine di contenere al minimo indispensabile la nuova occupazione di suolo;
  • - potenziare il ruolo di centralità urbana, assicurandovi la permanenza delle funzioni civili e culturali e garantendo la salvaguardia dei valori storici, artistici, simbolici, morfologici e paesaggistici, del centro antico di Caldana;
  • - valorizzare il carattere fondante di insediamento di crinale di Caldana, della sua relazione con la morfologia dei versanti collinari, con particolare attenzione dei punti panoramici per la percezione visiva del nucleo antico e delle sue emergenze storico-architettoniche;
  • - tutelare il sistema dei bastioni cinquecenteschi di impianto senese con la conservazione e la valorizzazione, per finalità culturali ed artistiche, delle sue gallerie e delle cantine interrate;
  • - valorizzare lo spazio intercluso posto a nord dei bastioni cinquecenteschi di impianto senese, anche attraverso il riordino funzionale della viabilità e del parcheggio esistenti, ai fini della riqualificazione paesaggistica della fortificazione e delle aree ad essa adiacenti e delle loro relazioni estetico percettive con il territorio rurale;
  • - tutelare e valorizzare la percezione estetica dallo spazio pubblico della facciata cinquecentesca della chiesa di San Biagio evitando interventi di arredo o sistemazione che possano alterare gli scorci panoramici consolidati;
  • - prevedere la riqualificazione dello spazio della via pubblica di attraversamento di Caldana, costituito dall'intersezione tra la via E. Alessandrini e la via della Fonte Vecchia, anche con interventi di tipo compensativo e perequativo volti alla caratterizzazione e all'identificazione dell'immagine urbana del luogo in rapporto alla sua centralità rispetto all'impianto fortificato cinquecentesco e alla chiesa di San Biagio;
  • - preservare le aree rimaste libere lungo la via Roma e la via dell'Asilo impedendone la progressiva urbanizzazione e promuovendo la riqualificazione dei tessuti urbani con il mantenimento degli attuali varchi verso la campagna;
  • - favorire il recupero e la riqualificazione del tessuto urbano e degli edifici esistenti, consolidando le centralità urbane, migliorando la rete dei servizi alla persona destinati a favorire il permanere o l'insediamento di nuovi residenti;
  • - approfondire i caratteri del tessuto urbano esistente nel centro antico di Caldana e prevedere regole coerenti per gli interventi sugli edifici e per gli spazi aperti, classificati per le specifiche caratteristiche tipologiche e tecniche costruttive;
  • - riqualificare e completare gli insediamenti residenziali recenti lungo la via Nuova di Caldana, per migliorare la qualità urbana, garantire la sistemazione, il completamento e la percorrenza della via degli Orti e valorizzare il fronte urbano visibile dall'oliveto collinare che si affaccia sul versante collinare orientale con tipologie materiali, colori ed altezze opportunamente inseriti nel contesto paesaggistico senza alterarne la qualità morfologica e percettiva. Le previsioni nell’area posta lungo la via degli Orti, che il PS individua come strategica per la riqualificazione insediativa e il ridisegno dei margini urbani, dovranno essere coerenti agli indirizzi e alle regole insediative contenute nel catalogo B del PS stesso;
  • - riqualificare i tessuti insediativi che si affacciano sulla via Roma di Caldana e incentivare il loro adeguamento in termini di compatibilità ambientale e paesistica con principi di riqualificazione nelle costruzioni e di cura negli spazi aperti;
  • - valorizzare i nuclei rurali dei Poderi Alti e dei Poderi Bassi e le loro relazioni funzionali e paesaggistiche con la rete e dei percorsi ciclopedonali e le aree boscate del complesso della Bandite di Scarlino, facenti parte del patrimonio agricolo forestale regionale;
  • - mantenere la caratterizzazione agricola dell'intorno dei complessi edilizi e degli edifici rurali sia negli interventi di ristrutturazione che in occasione di eventuali deruralizzazioni;
  • - controllare con criteri di compatibilità paesaggistica l'eventuale deviazione della rete viaria rurale in corrispondenza dei poderi evitando chiusure incongrue e garantendo l'uso della viabilità minore per l'escursionismo e la mobilità lenta;
  • - incentivare le pratiche agricole per la conservazione e il mantenimento, sia a fini produttivi che paesaggistici, degli oliveti di impianto storico nella collina circostante a Caldana;
  • - tutelare il patrimonio edilizio rurale di impianto otto-novecentesco posto nel versante collinare orientale con interventi tesi alla valorizzazione delle parti originarie della costruzione e alla tutela dei manufatti minori ad essa connessi quali forni, cippi e arredi vegetazionali;
  • - avviare processi di tutela e valorizzare dell'area delle cave dismesse di impianto storico del marmo rosso di Caldana, in relazione anche agli interventi di rifunzionalizzazione dei beni del Parco Nazionale delle Colline Metallifere.

Art. 31 UTOE 3 – Giuncarico.

1. L'UTOE 3 ricomprende la parte di territorio che dalla sommità dei rilievi di Giuncarico si estende sino al fondovalle agricolo. Ricomprende le aree boscate dei poggi dell'Aione e le aree agricole collinari interessate dalla recente riconversione produttiva verso i vigneti specializzati della doc del Monteregio caratterizzati, in particolare, dall'intervento della cantina di Rocca di Frassinello. Il centro antico di Giuncarico presenta conservato l'impianto medioevale anche se la sua immagine complessiva risulta alterata dalle appendici recenti non coerenti e non integrate sotto il profilo tipologico e morfologico.

2. Obiettivi specifici delle strategie del PS relativi all'UTOE 3 sono:

  • - Il mantenimento delle caratteristiche ambientali del territorio, legate alle risorse primarie, acqua, suolo ed ecosistemi della flora e della fauna;
  • - la tutela e la valorizzazione del patrimonio forestale, pubblico e privato, la sua manutenzione e la corretta ceduazione laddove necessaria, anche in riferimento alla morfologia dei territori contermini, ai fini del mantenimento della sua funzione ecologica e alla prevenzione del dissesto idrogeologico dei versanti;
  • - la manutenzione del sistema idrografico di collina per la prevenzione dei fattori di rischio e geomorfologico dei versanti e idrogeologico delle vallati sottostanti e la conservazione della funzione naturalistica ed ecologica della vegetazione ripariale;
  • - la tutela e la valorizzazione degli elementi della rete ecologica – siepi, filari alberature camporili – rafforzandone la presenza per contrastare la semplificazione della maglia agraria della collina;
  • - il mantenimento e lo sviluppo delle colture agrarie, anche attraverso la rimessa a colture delle aree incolte e di quelle abbandonate tendenti alla evoluzione in bosco, nel rispetto degli aspetti paesaggistici ed ambientali e salvaguardando i caratteri fisici del territorio;
  • - il sostegno alle filiere agrosilvopastorale legate ai prodotti del bosco e della fauna selvatica, in coerenza con le strategie dello sviluppo turistico del territorio e in sinergia con l'associazionismo venatorio quale presidio del paesaggio e degli equilibri ecologici;
  • - la valorizzazione delle aree agricole per lo sviluppo locale, anche favorendo interventi di recupero e di nuovo impianto per le pratiche dell'olivicoltura;
  • - il potenziamento e l'organizzazione della rete dei percorsi ciclopedonali, con particolare riferimento alla connessione di Giuncarico con il tracciato della S.P. dell'Aurelia;
  • - la valorizzazione delle risorse territoriali della collina, attraverso il potenziamento dell'offerta di servizi per il benessere ed il turismo di qualità e rafforzando il ruolo di presidio delle aziende agricole;
  • - la valorizzazione ambientale e paesaggistica del territorio collinare con particolare riferimento ai caratteri storici ed ecologici del paesaggio;
  • - la conservazione della maglia agraria storica con il mantenimento della leggibilità del sistema insediativo di impianto otto-novecentesco ed il contrasto ai processi di marginalizzazione e frammentazione dei sistemi agro-ambientali;
  • - il contrasto all'abbandono del sistema insediativo storico collinare con la tutela e la valorizzazione del centro antico di Giuncarico, favorendo il riuso e la riqualificazione del patrimonio edilizio esistente e l'innalzamento della qualità residenziale, facilitando l'accessibilità ciclabile e pedonale di residenti e visitatori;
  • - la promozione di eventi e manifestazioni culturali legate alle tipicità locali in grado di richiamare i flussi turistici costieri;
  • - la valorizzazione del patrimonio di interesse storico, artistico e culturale con il sistema dell'accoglienza turistica dell'albergo diffuso nel centro antico di Giuncarico;
  • - la riqualificazione delle espansioni residenziali di epoca recente per mitigarne gli impatti paesaggistici da valle, migliorarne la qualità urbana, il riordino dei margini urbani e le relazioni con il territorio contermine.

3. Le direttive per l'UTOE 3, da perseguire con il PO, sono orientate a:

  • - incentivare il recupero strutturale e funzionale del patrimonio edilizio esistente con la riqualificazione e la valorizzazione delle aree libere esistenti e sottoutilizzate al fine di contenere al minimo indispensabile la nuova occupazione di suolo;
  • - potenziare il ruolo di centralità urbana, assicurandovi la permanenza delle funzioni civili e culturali e garantendo la salvaguardia dei valori storici, artistici, simbolici, morfologici e paesaggistici, del centro antico di Giuncarico;
  • - valorizzare il carattere fondante di insediamento di sommità di Giuncarico, della sua relazione con la morfologia dei versanti collinari, con particolare attenzione dei punti panoramici verso il fondovalle e la piana grossetana;
  • - tutelare e valorizzare la percezione estetica, dallo spazio pubblico, delle porte murate di accesso al centro antico evitando interventi di arredo o sistemazione che possano alterare gli scorci panoramici consolidati;
  • - prevedere la riqualificazione dello spazio della via G. Matteotti che collega la porta orientale e la porta occidentale di accesso al centro antico di Giuncarico, anche con interventi di tipo compensativo e perequativo volti alla caratterizzazione e all'identificazione dell'immagine urbana del luogo e in rapporto ai coni visuali e paesaggistici verso il fondovalle e la piana grossetana;
  • - preservare le aree rimaste libere lungo la S.P. Gavorranese impedendone la progressiva urbanizzazione e promuovendo la riqualificazione dei tessuti urbani con il mantenimento degli attuali varchi verso la campagna;
  • - favorire il recupero e la riqualificazione del tessuto urbano e degli edifici esistenti, consolidando le centralità urbane, migliorando la rete dei servizi alla persona destinati a favorire il permanere o l'insediamento di nuovi residenti;
  • - approfondire i caratteri del tessuto urbano esistente nel centro antico di Giuncarico e prevedere regole coerenti per gli interventi sugli edifici e per gli spazi aperti, classificati per le specifiche caratteristiche tipologiche e tecniche costruttive;
  • - favorire il recupero edilizio del patrimonio edilizio del centro antico di Giuncarico con l'integrazione di servizi e funzioni orientate alla organizzazione e alla promozione della tipologia ricettiva dell'albergo diffuso;
  • - tutelare e valorizzare il Palazzo Scarafia quale emergenza di carattere storico con interventi tesi al recupero strutturale dell'edificio, alla conservazione delle volte e dei soffitti a cassonetto, alla riqualificazione del suo giardino e degli arredi vegetazionali, con funzioni connesse al turismo di alta qualità delle dimore storiche;
  • - riqualificare e completare gli insediamenti residenziali recenti a nord e a ovest del centro antico, per migliorarne la qualità urbana, l'integrazione fisica e paesaggistica ai tessuti storico con interventi aventi tipologie materiali, colori ed altezze in grado di mitigarne gli impatti percettivi dalle zone di valle;
  • - valorizzare il nucleo rurale delle Case, la sua relazione funzionale e paesaggistica con la rete dei sentieri ciclopedonali e gli scorci visivi e paesaggistici verso l'Oratorio del Crocifisso;
  • - valorizzare gli scavi archeologici della necropoli etrusca di Poggio Zenone, con interventi di manutenzione dell'area e la realizzazione di strutture per i servizi e l'accoglienza dei visitatori con tipologie e materiali di tipo leggero e opportunamente inseriti nel contesto paesaggistico;
  • - mantenere la caratterizzazione agricola dell'intorno dei complessi edilizi e degli edifici rurali sia negli interventi di ristrutturazione che in occasione di eventuali deruralizzazioni;
  • - controllare con criteri di compatibilità paesaggistica l'eventuale deviazione della rete viaria rurale in corrispondenza dei poderi evitando chiusure incongrue e garantendo l'uso della viabilità minore per l'escursionismo e la mobilità lenta;
  • - incentivare le pratiche agricole per la conservazione e il mantenimento, sia a fini produttivi che paesaggistici, degli oliveti di impianto storico nei versanti collinari del centro antico di Giuncarico e nelle aree contermini al nucleo rurale delle Case;
  • - tutelare il patrimonio edilizio rurale di impianto otto-novecentesco posto nel versante collinare orientale con interventi tesi alla valorizzazione delle parti originarie della costruzione e alla tutela dei manufatti minori ad essa connessi quali forni, cippi e arredi vegetazionali.
  • - completare l'insediamento della nuova serra idroponica di Giuncarico con strutture tese al consolidamento di un sistema fondato sulla produzione, sulla lavorazione e sulla commercializzazione dei prodotti del territorio e con la realizzazione delle infrastrutture a servizio delle attività già impiantate.

Art. 32 UTOE 4 - Bagno di Gavorrano, San Giuseppe.

1. L'UTOE 4 corrisponde alla parte di territorio connesso al centro abitato più vitale del Comune – Bagno di Gavorrano – sorto sull'incrocio tra l'asse della viabilità che conduce ai centri collinari e quella che collega la costa con l'entroterra. Ricomprende il territorio agricolo pianeggiante che si estende sino al confine con il Comune di Scarlino e la pendice meridionale di Poggio Castiglione, con il suo fondovalle, sul quale è sorta la struttura turistico ricettiva del Pelagone con il relativo impianto per il golf. Fanno parte dell'UTOE anche il sistema insediativo costituito dall'abitato di Forni e dall'area produttiva di San Giuseppe localizzata sullo svincolo di uscita della Variante Aurelia.

2. Obiettivi specifici delle strategie del PS relativi all'UTOE 4 sono:

  • - la riduzione dei fattori di rischio e la messa in sicurezza delle aree esondabili di fondovalle interposte tra il corso del Fosso Rigiolato e il corridoio infrastrutturale della ferrovia e della Variante Aurelia con il ripristino della vegetazione ripariale e la progressiva rinaturalizzazione delle aree. In particolare, dovrà essere predisposto e progressiva attuato ad un progetto organico di mitigazione del rischio idraulico del reticolo principale, coordinato a livello di area vasta con gli enti preposti alla tutela del sistema idrografico;
  • - il mantenimento ed il recupero della stabilità idrogeologica dei corsi d'acqua secondari e dei canali di scolo delle acque profonde della miniera con la tutela delle loro funzioni ecologiche;
  • - la tutela e la valorizzazione degli elementi della rete ecologica – siepi, filari alberature camporili – rafforzandone la presenza per contrastare la semplificazione della maglia agraria di pianura;
  • - il mantenimento e lo sviluppo delle colture agrarie, anche attraverso la rimessa a colture delle aree incolte e di quelle abbandonate tendenti alla evoluzione in bosco, nel rispetto degli aspetti paesaggistici ed ambientali e salvaguardando i caratteri fisici del territorio;
  • - la valorizzazione delle risorse territoriali della pianura e del fondovalle, attraverso il potenziamento dell'offerta di servizi per il benessere ed il turismo di qualità e rafforzando il ruolo di presidio delle aziende agricole;
  • - l'incentivo all'insediamento di nuove attività di tipo termale, turistico e ludico sportive attraverso il recupero e il reimpiego delle acque profonde della miniera;
  • - la continuità del ruolo di centralità urbana di Bagno di Gavorrano promuovendo processi di riqualificazione insediativa, di miglioramento della dotazione di servizi pubblici e privati e di misure per la riduzione degli effetti del traffico di attraversamento;
  • - il potenziamento e l'organizzazione della rete dei percorsi ciclopedonali, con particolare riferimento alla connessione di Bagno di Gavorrano con l'abitato di Forni e con Filare;
  • - la riorganizzazione delle espansioni edilizie recenti di Bagno di Gavorrano e la riqualificazione del margine urbano e delle relazioni funzionali con il territorio contermine;
  • - la riqualificazione e valorizzazione dell'area produttiva di San Giuseppe, anche con interventi tesi al miglioramento delle condizioni generali di accessibilità e superando eventuali conflitti dal punto di vista ambientale e paesaggistico;
  • - il potenziamento delle attività terziarie e di servizio dell'area produttiva di San Giuseppe con particolare riferimento alle attività di supporto e promozione del sistema produttivo locale che insieme a quella delle Basse di Caldana costituisca un “sistema del lavoro” di rango sovracomunale in grado di attrarre investimenti legati al sistema della logistica, delle start-up e dei servizi.

3. Le direttive per l'UTOE 4, da perseguire con il Piano Operativo, sono orientate a:

  • - favorire i processi di miglioramento degli ecosistemi e delle connessioni che interessano il territorio della pianura e del fondovalle urbanizzato, salvaguardando e valorizzando i residui spazi naturali e seminaturali
  • - incentivare il recupero strutturale e funzionale del patrimonio edilizio esistente con la riqualificazione e la valorizzazione delle aree libere esistenti e sottoutilizzate al fine di contenere al minimo indispensabile la nuova occupazione di suolo;
  • - promuovere lo spostamento delle funzioni e delle attività incongrue con il tessuto urbano, in primo luogo il distributore di carburanti nel centro e il deposito di materiali edili all'accesso nord-ovest di Bagno di Gavorrano. L’area posta all’accesso nord ovest di Bagno di Gavorrano è individuata nel PS come strategica per la riqualificazione insediativa e il ridisegno dei margini urbani e gli interventi previsti su di essa dovranno essere coerenti agli indirizzi e alle regole insediative contenute nel catalogo B del PS stesso;
  • - favorire il recupero e la riqualificazione del tessuto urbano e degli edifici esistenti, consolidando le centralità urbane, migliorando la rete dei servizi alla persona e delle aree a verde pubblico da connettere con il parco centrale e gli impianti sportivi di Bagno di Gavorrano;
  • - migliorare la qualità residenziale ed urbana in generale lungo la viabilità principale di Bagno di Gavorrano, superando l'attuale conflitto tra la strada come canale di traffico e come spazio di incontro e aggregazione sociale;
  • - potenziare le strutture per l'infanzia e l'educazione ed accorpare le stesse in un unico polo scolastico. L’area contermine al plesso delle scuole elementari esistente è individuata nel PS come strategica per la riqualificazione insediativa e il ridisegno dei margini urbani e gli interventi previsti su di essa dovranno essere coerenti agli indirizzi e alle regole insediative contenute nel catalogo B del PS stesso;
  • - valorizzare il complesso edilizio pubbliche delle ex scuole elementari, lungo la via G. Marconi a Bagno di Gavorrano, con interventi tesi anche a recuperare il degrado insediativo ed ambientale delle aree prospicienti. L’area è individuata nel PS come strategica per la riqualificazione insediativa e il ridisegno dei margini urbani e gli interventi previsti su di essa dovranno essere coerenti agli indirizzi e alle regole insediative contenute nel catalogo B del PS stesso
  • - riqualificare e completare gli insediamenti residenziali recenti nella zona del Poderaccio di Bagno di Gavorrano per migliorarne la qualità urbana, favorire il riordino dei margini urbani e promuovere forme di mobilità urbana ciclopedonale. L’area è individuata nel PS come strategica per la riqualificazione insediativa e il ridisegno dei margini urbani e gli interventi previsti su di essa dovranno essere coerenti agli indirizzi e alle regole insediative contenute nel catalogo B del PS stesso
  • - avviare politiche e interventi comunali per la casa in grado di attrarre residenza stabile con previsioni tese a incentivare la realizzazione di interventi di edilizia convenzionata utili anche al completamento e alla definizione dei margini urbani di Bagno di Gavorrano;
  • - potenziare gli impianti sportivi pubblici di Bagno di Gavorrano integrandoli con strutture, servizi e funzioni di tipo diverso nell'intento di qualificarli al rango sovracomunale;
  • - incentivare l’uso degli spazi interclusi nel territorio urbanizzato di Bagno di Gavorrano e San Giuseppe che non presentano valori naturali e paesaggistici per l’implementazione delle attrezzature pubbliche, delle dotazioni di quartiere e per la rigenerazione, la riqualificazione, l’integrazione e la connessione dei tessuti esistenti;
  • - preservare le aree rimaste libere lungo la strada che conduce a Gavorrano e che collega Bagno di Gavorrano all'abitato di Forni e all'area produttiva di San Giuseppe, impedendone la progressiva urbanizzazione e promuovendo la riqualificazione dei tessuti urbani con il mantenimento degli attuali varchi verso la campagna;
  • - razionalizzare e riqualificare il tessuto produttivo dell'area di San Giuseppe con l'introduzione di una maggiore flessibilità negli usi e con l'integrazione degli impianti artigianali con funzioni e attività complementari come il commercio, i servizi alle imprese, la lavorazione delle produzioni agricole locali;
  • - incentivare l’uso degli spazi interclusi nel territorio urbanizzato dell’area produttiva di San Giuseppe che non presentano valori naturali e paesaggistici per l’insediamento di nuove attività e il potenziamento di quelle esistenti;
  • - qualificare e potenziare la ricettività del villaggio turistico del Pelagone integrando il campo da golf esistente con strutture sportive e servizi collaterali in grado di diversificare e prolungare la stagione turistica. Gli interventi di ampliamento del villaggio dovranno essere concepiti in relazione funzionale all’insediamento esistente, inseriti nel contesto paesaggistico senza alterarne la qualità morfologica e percettiva e rispondenti alle condizioni e agli esiti della Conferenza di Copianificazione del 13/12/2019;
  • - proporre e promuovere, per gli spazi pubblici di Bagno di Gavorrano, interventi di riqualificazione e di arredo in grado di elevare la qualità urbana e la fruibilità degli stessi;
  • - preservare l'unitarietà formale e tipologica dell'abitato di Forni individuando regole di intervento sul patrimonio edilizio coerenti con le tecniche costruttive utilizzate e con le specifiche tipologiche esistenti;
  • - incentivare, soprattutto per i tessuti urbani di formazione recente e l'area produttiva di San Giuseppe, soluzioni volte al risparmio e all'efficientamento energetico e alla progettazione delle aree di pertinenza tali da mantenere la continuità fra le costruzioni e la campagna e mitigare l'effetto di frangia urbana;
  • - favorire i processi di miglioramento degli ecosistemi naturali e delle connessioni che interessano il territorio della piana urbanizzata salvaguardando e valorizzando i residui spazi naturali;
  • - mantenere il presidio agricolo e la coltivazione amatoriale e per l'autoconsumo nelle aree esterne a Bagno di Gavorrano e all'abitato di Forni, quale fattore per mantenere la qualità del paesaggio e l'efficienza del reticolo idrografico superficiale;
  • - tutelare e valorizzare la fattoria storica di Santa Teresa quale emergenza di carattere storico con interventi tesi alla valorizzazione delle parti originarie della costruzione e alla tutela dei manufatti minori ad essa connessi quali forni, cippi e arredi vegetazionali e con funzioni connesse al turismo di alta qualità delle dimore storiche;
  • - mantenere la caratterizzazione agricola dell'intorno dei complessi edilizi e degli edifici rurali sia negli interventi di ristrutturazione che in occasione di eventuali deruralizzazioni;
  • - controllare con criteri di compatibilità paesaggistica l'eventuale deviazione della rete viaria rurale in corrispondenza dei poderi evitando chiusure incongrue e garantendo l'uso della viabilità minore per l'escursionismo e la mobilità lenta.

Art. 33 UTOE 5 – Potassa, Bivio Ravi e Grilli.

1. L'UTOE 5 è composta dal fondovalle di separazione dai complessi collinari di Caldana e Giuncarico ed è attraversata, longitudinalmente, dal corridoio infrastrutturale composto dal tracciato della S.P. Vecchia Aurelia, dalla Variante Aurelia e dalla linea ferroviaria tirrenica. È segnata dagli insediamenti lineari, di Potassa, Bivio Ravi e Grilli, sorti lungo la strada provinciale nei punti di innesto delle strade di penetrazione verso i crinali. Vi è anche la presenza dell'area produttiva artigianale delle Basse di Caldana. La parte meridionale dell'UTOE si congiunge alla piana agricola della bonifica ed è delimitata dai corsi d'acqua del Fiume Bruna e del Torrente Sovata.

2. Obiettivi specifici delle strategie del PS relativi all'UTOE 5 sono:

  • - la riduzione dei fattori di rischio e la messa in sicurezza delle aree esondabili interposte tra il corso del Torrente Sovata e il tracciato della strada provinciale nel centro abitato di Grilli. In particolare, dovrà essere predisposto e progressiva attuato ad un progetto organico di mitigazione del rischio idraulico del reticolo principale, coordinato a livello di area vasta con gli enti preposti alla tutela del sistema idrografico;
  • - il mantenimento ed il recupero della stabilità idrogeologica dei corsi d'acqua secondari e dei canali principali di scolo delle sistemazioni agrarie della bonifica con la tutela delle loro funzioni ecologiche;
  • - la tutela e la valorizzazione degli elementi della rete ecologica – siepi, filari alberature camporili – rafforzandone la presenza per contrastare la semplificazione della maglia agraria di pianura;
  • - la valorizzazione ambientale e paesaggistica ed il mantenimento e la qualificazione dell'economia agricola del fondovalle, riferita in particolare alle risorse agricole di qualità, all'allevamento semibrado e alle produzioni biologiche, anche attraverso il recupero di produzioni tradizionali (iris, zafferano, ecc.) o di produzioni innovative compatibili (piante officinali, ecc.);
  • - la valorizzazione delle risorse territoriali della pianura e del fondovalle, attraverso il potenziamento dell'offerta di servizi per il benessere ed il turismo di qualità e rafforzando il ruolo di presidio delle aziende agricole;
  • - la conservazione della maglia agraria storica con il mantenimento della leggibilità del sistema insediativo di impianto otto-novecentesco ed il contrasto ai processi di marginalizzazione e frammentazione dei sistemi agro-ambientali;
  • - la valorizzazione del patrimonio tecnologico ed edilizio della bonifica grossetana come segno fondamentale dell'evoluzione storica e culturale del territorio;
  • - la permeabilità del territorio con interventi tesi a ridurre e mitigare l'effetto barriera del corridoio infrastrutturale costituito dalla S.P. Vecchia Aurelia, dalla Variante Aurelia e dalla linea ferroviaria tirrenica;
  • - l'incentivo all'insediamento di nuove attività per il turismo all'aria aperta, sostenibili sotto il profilo ambientale e paesaggistico, e indirizzate alla valorizzazione delle tipicità e delle risorse territoriali;
  • - la valorizzazione dei connotati urbani dei centri lineari di Potassa, Bivio Ravi e Grilli promuovendo processi di riqualificazione insediativa, di miglioramento della dotazione di servizi pubblici e privati e di misure per la riduzione del traffico di attraversamento;
  • - la riqualificazione degli insediamenti residenziali recenti di Potassa, Bivio Ravi e Grilli per migliorarne la qualità urbana, favorire il riordino dei margini urbani e valorizzarne le relazioni con il territorio agricolo circostante;
  • - il potenziamento e l'organizzazione della rete dei percorsi ciclopedonali, con particolare riferimento alla connessione tra il tracciato della strada provinciale della Vecchia Aurelia e la viabilità di collegamento ai centri antichi della collina;
  • - la riqualificazione e la valorizzazione dell'area produttiva delle Basse di Caldana, anche con interventi tesi al miglioramento delle condizioni generali di accessibilità e superando eventuali conflitti dal punto di vista ambientale e paesaggistico;
  • - il potenziamento delle attività terziarie e di servizio dell'area produttiva delle Basse di Caldana con particolare riferimento alle attività di supporto e promozione del sistema produttivo locale, che insieme a quella di San Giuseppe a Bagno di Gavorrano costituisca un “sistema del lavoro” di rango sovracomunale in grado di attrarre investimenti legati al sistema della logistica, delle start-up e dei servizi.

3. Le direttive per l'UTOE 5, da perseguire con il PO, sono orientate a:

  • - incentivare il recupero strutturale e funzionale del patrimonio edilizio esistente con la riqualificazione e la valorizzazione delle aree libere esistenti e sottoutilizzate al fine di contenere al minimo indispensabile la nuova occupazione di suolo;
  • - migliorare la qualità residenziale ed urbana di Potassa, Bivio Ravi e Grilli aumentando i livelli di sicurezza della S.P. Vecchia Aurelia e qualificando la stessa, nei tratti di attraversamento dei centri abitati, come via urbana con l'uso di differenti pavimentazioni, arredi, segnaletiche e dissuasori di velocità;
  • - evitare previsioni di nuovi carichi insediativi che producano l'effetto di saldatura tra Bivio Ravi e l'abitato di Casettino Dani;
  • - preservare le aree rimaste libere lungo la via Aurelia a Bivio Ravi e Potassa impedendone la progressiva urbanizzazione e promuovendo la riqualificazione dei tessuti urbani con il mantenimento degli attuali varchi verso la campagna;
  • - incentivare l’uso degli spazi interclusi che non si affacciano sul tracciato della strada provinciale Vecchia Aurelia, nel territorio urbanizzato di Bivio Ravi e Grilli, e che non presentano valori naturali e paesaggistici per l’implementazione delle attrezzature pubbliche, delle dotazioni di quartiere e 49 per la rigenerazione, la riqualificazione, l’integrazione e la connessione dei tessuti esistenti;
  • - tutelare gli spazi interclusi presenti nell’area produttiva di Basse di Caldana poste lungo il corso d’acqua del Fosso dell’Acqua Nera caratterizzate dalla presenza di vegetazione ripariale e/o formazioni arboree costituenti elementi della rete ecologica in area urbana;
  • - incentivare l’uso degli spazi interclusi nel territorio urbanizzato dell’area produttiva di Basse di Caldana che non presentano valori naturali e paesaggistici per l’insediamento di nuove attività e il potenziamento di quelle esistenti;
  • - mantenere e qualificare le strutture per l'infanzia presenti a Grilli;
  • - favorire il recupero dell'area e del contenitore dell'ex Consorzio Agrario di Potassa per la formazione di un polo espositivo delle produzioni agricole di eccellenza del territorio e di ricerca e sviluppo della filiera agroalimentare legata alle produzioni agricole di qualità;
  • - riqualificazione e riconversione della stazione di Gavorrano a Potassa con funzioni di servizio connesso all'uso della rete dei percorsi ciclopedonali, del turismo lento e della mobilità alternativa;
  • - razionalizzare e riqualificare il tessuto produttivo dell'area delle Basse di Caldana con l'introduzione di una maggiore flessibilità negli usi e con l'integrazione degli impianti artigianali con funzioni e attività complementari come il commercio, i servizi alle imprese, la lavorazione delle produzioni agricole locali;
  • - incentivare, soprattutto per i tessuti urbani di formazione recente e l'area produttiva delle Basse di Caldana, soluzioni volte al risparmio e all'efficientamento energetico e alla progettazione delle aree di pertinenza tali da mantenere la continuità fra le costruzioni e la campagna e mitigare l'effetto di frangia urbana;
  • - favorire i processi di miglioramento degli ecosistemi naturali e delle connessioni che interessano il territorio della piana urbanizzata salvaguardando e valorizzando i residui spazi naturali;
  • - mantenere il presidio agricolo e la coltivazione amatoriale e per l'autoconsumo nelle aree esterne a Potassa, Bivio Ravi, Basse e Grilli, quale fattore per mantenere la qualità del paesaggio e l'efficienza del reticolo idrografico superficiale;
  • - tutelare e valorizzare la fattoria storica del Il Lupo quale emergenza di carattere storico con interventi tesi alla valorizzazione delle parti originarie della costruzione e alla tutela dei manufatti minori ad essa connessi quali forni, cippi e arredi vegetazionali e con funzioni connesse al turismo di alta qualità delle dimore storiche;
  • - mantenere la caratterizzazione agricola dell'intorno dei complessi edilizi e degli edifici rurali sia negli interventi di ristrutturazione che in occasione di eventuali deruralizzazioni;
  • - controllare con criteri di compatibilità paesaggistica l'eventuale deviazione della rete viaria rurale in corrispondenza dei poderi evitando chiusure incongrue e garantendo l'uso della viabilità minore per l'escursionismo e la mobilità lenta.
  • - tutelare il patrimonio edilizio rurale di impianto otto-novecentesco posto ai piedi dei versanti collinari di Caldana e Giuncarico con interventi tesi alla valorizzazione delle parti originarie della costruzione e alla tutela dei manufatti minori ad essa connessi quali forni, cippi e arredi vegetazionali;
  • - incentivare la conservazione delle sistemazioni agrarie, del sistema di regimazione idraulica dei suoli e dei manufatti della bonifica nella piana agricola segnata dal corso del Torrente Sovata.

Art. 34 UTOE 6 – Castellaccia e Casteani.

1. L'UTOE 6 ricomprende la porzione della pianura di bonifica che si estende ad est del Fiume Bruna fino alle pendici della collina di Giuncarico e di Poggio Zenone. È caratterizzata dall'appoderamento ottocentesco della Tenuta di Castel di Pietra e da quello novecentesco della riforma fondiaria dell'Ente Maremma nella parte di Casteani. Ha al suo interno il centro agricolo di Castellaccia e per la sua specifica connotazione geomorfologica presenta forti connessioni funzionali con il centro abitato di Ribolla, nel Comune di Roccastrada.

2. Obiettivi specifici delle strategie del PS relativi all'UTOE 5 sono:

  • - la riduzione dei fattori di rischio e la messa in sicurezza delle aree esondabili interposte tra il corso del Fiume Bruna e il centro abitato di Castellaccia e del Torrente Carsia nella zona di Casteani con il ripristino della vegetazione ripariale e la progressiva rinaturalizzazione delle aree. In particolare, dovrà essere predisposto e progressivamente attuato un progetto organico di mitigazione del rischio idraulico del reticolo principale, coordinato a livello di area vasta con gli enti preposti alla tutela del sistema idrografico;
  • - il mantenimento ed il recupero della stabilità idrogeologica dei corsi d'acqua secondari e dei canali principali di scolo delle sistemazioni agrarie della bonifica con la tutela delle loro funzioni ecologiche;
  • - la tutela e la valorizzazione degli elementi della rete ecologica – siepi, filari alberature camporili – rafforzandone la presenza per contrastare la semplificazione della maglia agraria di pianura;
  • - la valorizzazione ambientale e paesaggistica ed il mantenimento e la qualificazione dell'economia agricola della pianura, riferita in particolare alle risorse agricole di qualità, alle coltivazioni specialistiche ortofrutticole, anche attraverso il recupero di produzioni tradizionali (iris, zafferano, ecc.) o di produzioni innovative compatibili (piante officinali, ecc.) e la conduzione di attività orto florovivaistiche innovative in ottemperanza alle disposizioni delle disposizioni del PTC della Provincia di Grosseto sulla localizzazione delle stesse;
  • - la valorizzazione delle risorse territoriali della pianura e del fondovalle, attraverso il potenziamento dell'offerta di servizi per il benessere ed il turismo di qualità e rafforzando il ruolo di presidio delle aziende agricole;
  • - la conservazione della maglia agraria storica con il mantenimento della leggibilità del sistema insediativo di impianto otto-novecentesco e della riforma fondiaria ed il contrasto ai processi di marginalizzazione e frammentazione dei sistemi agro-ambientali;
  • - la valorizzazione del patrimonio tecnologico ed edilizio della bonifica grossetana come segno fondamentale dell'evoluzione storica e culturale del territorio;
  • - il controllo ed il monitoraggio dell'attività estrattiva della cava della Bartolina al fine di prevenire possibili dissesti e impatti paesaggistici;
  • - la valorizzazione dei connotati urbani di Castellaccia promuovendo processi di riqualificazione insediativa, di miglioramento della dotazione di servizi pubblici e privati e di misure per la riduzione del traffico di attraversamento;
  • - il potenziamento e l'organizzazione della rete dei percorsi ciclopedonali, con particolare riferimento alla valorizzazione della viabilità rurale di Castel di Pietra e Casteani e alle valutazioni circa le possibilità di riuso del tracciato dismesso della ferrovia della Bartolina;
  • - la riqualificazione, la valorizzazione e il potenziamento del centro ortofrutticolo quale elemento per il conferimento dei prodotti e la logistica della filiera agroalimentare legata alle produzioni di qualità;

3. Le direttive per l'UTOE 6, da perseguire con il PO, sono orientate a:

  • - incentivare il recupero strutturale e funzionale del patrimonio edilizio esistente con la riqualificazione e la valorizzazione delle aree libere esistenti e sottoutilizzate al fine di contenere al minimo indispensabile la nuova occupazione di suolo;
  • - migliorare la qualità residenziale ed urbana di Castellaccia aumentando i livelli di sicurezza della S.P. Castellaccia e qualificando la stessa, nei tratti di attraversamento del centro abitato, come via urbana con l'uso di differenti pavimentazioni, arredi, segnaletiche e dissuasori di velocità;
  • - preservare le aree rimaste libere lungo la via della Repubblica a Castellaccia impedendone la progressiva urbanizzazione e promuovendo la riqualificazione dei tessuti urbani con il mantenimento degli attuali varchi verso la campagna;
  • - potenziare il centro civico di Casteani quale polo attrattivo e di servizio per la comunità rurale del territorio circostante;
  • - favorire il recupero dell'area e dei contenitori dell'azienda ortofrutticola della Castellaccia con interventi tesi alla loro qualificazione architettonica con tipologie, materiali, colori opportunamente inseriti nel contesto paesaggistico;
  • - riqualificazione e riconversione della stazione di Giuncarico con funzioni di servizio connesso all'uso della rete dei percorsi ciclopedonali, del turismo lento e della mobilità alternativa;
  • - incentivare, soprattutto per i tessuti urbani di Castellaccia e per soluzioni volte al risparmio e all'efficientamento energetico e alla progettazione delle aree di pertinenza tali da mantenere la continuità fra le costruzioni e la campagna e mitigare l'effetto di frangia urbana;
  • - valorizzare gli scavi archeologici e le strutture di impianto medievale del Castello della Pia a Castel di Pietra, con interventi di manutenzione dell'area e la realizzazione di strutture per i servizi e l'accoglienza dei visitatori con tipologie e materiali di tipo leggero e opportunamente inseriti nel contesto paesaggistico;
  • - riqualificare le strutture della diga peschiera di impianto cinquecentesco dei Muracci sul corso del Fiume Bruna con interventi tesi alla conservazione, al consolidamento e alla bonifica dalla vegetazione infestante;
  • - tutelare e valorizzare le fattorie storiche di Castel di Pietra e l'appoderamento ottocentesco ad esse funzionali quali emergenze di carattere storico con interventi tesi alla valorizzazione delle parti originarie delle costruzioni e alla tutela dei manufatti minori connessi quali forni, cippi e arredi vegetazionali e con funzioni connesse al turismo di alta qualità delle dimore storiche;
  • - tutelare e valorizzare il complesso edilizio della fattoria di Castellaccia quale emergenza di carattere storico con interventi tesi alla valorizzazione delle parti originarie della costruzione, alla tutela dei manufatti minori connessi, del parco dei relativi arredi vegetazionali e con funzioni connesse al turismo di alta qualità delle dimore storiche;
  • - mantenere la caratterizzazione agricola dell'intorno dei complessi edilizi e degli edifici rurali sia negli interventi di ristrutturazione che in occasione di eventuali deruralizzazioni;
  • - controllare con criteri di compatibilità paesaggistica l'eventuale deviazione della rete viaria rurale in corrispondenza dei poderi evitando chiusure incongrue e garantendo l'uso della viabilità minore per l'escursionismo e la mobilità lenta;
  • - incentivare la riconversione a pista ciclabile del tracciato dismesso della ferrovia della Bartolina con la sua connessione funzionale alla stazione di Giuncarico e alla strada rurale di Castel di Pietra;
  • - favorire i processi di miglioramento degli ecosistemi naturali e delle connessioni che interessano il territorio della riforma fondiaria dell'Ente Maremma nella zona rurale di Casteani salvaguardando e valorizzando i residui spazi naturali;
  • - incentivare la conservazione delle sistemazioni agrarie, del sistema di regimazione idraulica della infrastrutturazione e dei suoli della riforma agraria dell'Ente Maremma nella zona rurale di Casteani;

Titolo II Quadro previsionale

Art. 35 Criteri generali di dimensionamento.

1. Il dimensionamento del Piano Strutturale è espresso in metri quadrati di superficie edificabile (o edificata) (SE) ed è articolato secondo le seguenti funzioni:

  • a) residenziale, comprensiva degli esercizi commerciali di vicinato;
  • b) industriale e artigianale;
  • c) commerciale relativa alle medie strutture di vendita;
  • d) turistico–ricettiva;
  • e) direzionale e di servizio;
  • f) commerciale all'ingrosso e depositi.

Esso riporta, per ognuna delle suddette categorie funzionali, le dimensioni massime sostenibili riferite alle previsioni interne al perimetro del territorio urbanizzato, e le quantità massime attribuite alle previsioni esterne a tale perimetro.

2. La sostenibilità dello sviluppo territoriale è perseguita valutando le prestazioni delle risorse essenziali del territorio per le nuove previsioni di PS. In particolare:

  • - concorrono al dimensionamento e sono classificati come nuovi impegni di suolo gli interventi che incidono sulle risorse, quali le nuove edificazioni e le ristrutturazioni urbanistiche;
  • - sono ricomprese nel dimensionamento le nuove edificazioni nel territorio urbanizzato e in quello rurale, di strutture artigianali, industriali, o produttrici di beni e servizi, finalizzate al mantenimento delle funzioni produttive, ancorché non soggette alla Conferenza di Pianificazione per effetto dei dispositivi della legge regionale sul governo del territorio;
  • - concorrono al dimensionamento gli interventi nel territorio rurale di nuova edificazione, ancorché di limitata entità – non effettuati per la funzione agricola – e comunque soggetti alla Conferenza di Copianificazione;
  • - non concorrono al dimensionamento gli interventi, ritenuti compatibili, che non comportano trasformazioni delle risorse, come le ristrutturazioni edilizie ancorché con frazionamento delle unità immobiliari, e gli ampliamenti edilizi;
  • - non concorrono al dimensionamento gli interventi di edificazione effettuati per la funzione agricola, trattandosi di interventi che non determinano alcuna quantità di nuovo impegno di suolo ed essendo oggetto di programma aziendale pluriennale di miglioramento agricolo ambientale. Ciò vale anche per gli annessi agricoli non soggetti a programma aziendale oppure destinati all'agricoltura esercitata da soggetti diversi dagli imprenditori agricoli, dovendo il Piano Operativo adottare specifiche disposizioni che ne garantiscano il ruolo funzionale alla produzione agricola, anche se svolta in forma amatoriale, e ne qualifichi l'uso ai fini del presidio e della valorizzazione paesaggistica del territorio.

3. I limiti dimensionali fissati dal PS per l'orizzonte temporale indeterminato garantiscono la sostenibilità delle trasformazioni e sono derivati dalla Valutazione Ambientale Strategica (VAS) sulla base degli obiettivi e degli indirizzi strategici delle politiche di governo comunale del territorio. Essi costituiscono il riferimento per il Piano Operativo, per i programmi, i progetti e i piani di settore.

4. Il Piano Operativo non potrà consumare l'intera soglia dimensionale stabilita dal Piano Strutturale per il territorio urbanizzato nella sua prima stesura ed il dimensionamento dei singoli PO dovrà essere valutato in relazione all'effettivo fabbisogno quinquennale, allo stato delle risorse e dei servizi disponibili, ed in relazione alle condizioni alla trasformabilità poste dalla Valutazione Ambientale Strategica, nonché alle opere da essa previste e programmate da realizzare.

5. Per quanto stabilito al comma precedente dovrà essere effettuato un monitoraggio che verifichi l'effettiva attuazione degli interventi previsti da ciascun PO alla fine dei cinque anni di applicazione. Gli uffici competenti predispongono il monitoraggio relativo allo stato di attuazione di ciascun PO al fine di:

  • - accertare il grado di conseguimento degli obiettivi strategici del PS con particolare riferimento al recupero del patrimonio edilizio esistente, alla riqualificazione delle strutture insediative e del paesaggio, alle opere di potenziamento dei servizi e delle infrastrutture e alla sostenibilità dei nuovi carichi insediativi;
  • - verificare lo stato della progettazione e l'attuazione degli interventi, pubblici e privati, nelle aree urbane di nuovo impianto, residenziali, produttive o comunque definite;
  • - programmare e selezionare gli interventi nel tempo e precisare le risorse economiche per la realizzazione delle opere;
  • - redigere il bilancio degli interventi realizzati in relazione al dimensionamento previsto per le singole UTOE e per il territorio urbanizzato;
  • - verificare lo stato delle risorse essenziali, dei beni ambientali, storici e paesaggistici;
  • - verificare l'esecuzione delle opere di urbanizzazione primaria e secondaria;
  • - descrivere lo stato dell'ambiente;
  • - aggiornare il Quadro Conoscitivo, in relazione alle modifiche intervenute, utilizzando appropriate procedure per il recepimento e l'elaborazione dei dati conoscitivi.

6. La Tav. 2.3 del PS individua il perimetro del territorio urbanizzato. Le aree comprese all'interno di tale perimetro possono essere impegnate per la generale costruzione del contesto urbano: per spazi pubblici, parcheggi, aree a verde, sportive, orti, giardini, piazze, aree residenziali, attività commerciali e attrezzature, servizi, attività produttive, ricettive, di ristoro e per lo svago. Sono altres&igrave ricomprese all'interno del perimetro del territorio urbanizzato le aree degli ambiti di rigenerazione e riordino insediativo, di cui al precedente art. 12, comma 10.

7. Il PO potrà comunque, adattare e introdurre aggiornamenti dei perimetri cos&igrave definiti, sulla base di adeguate verifiche a scala di maggiore dettaglio,

8. Il PO potrà contenere previsioni di riuso comportanti la mutazione della destinazione d’uso del patrimonio edilizio esistente del territorio rurale senza che ciò vada a incidere nel dimensionamento del PS e che dovranno essere oggetto di quantificazione, ai sensi dell’art. 83 comma 7 della L.R. n. 65/2014, nel monitoraggio e nella definizione dei contenuti del quadro strategico previsionale quinquennale del PO stesso.

Art. 36 Dimensioni massime sostenibili e previsioni interne ed esterne al perimetro del territorio urbanizzato.

1. Nelle seguenti tabelle sono riportati il dimensionamento per il territorio urbanizzato e l’elencazione degli interventi soggetti a nuovi impegni di suolo previste dal Piano Strutturale per ciascuna UTOE e per l'intero territorio comunale, articolati per categorie funzionali secondo quanto previsto dalle tabelle di cui al comma 5 dell'art. 5 del D.P.G.R. n. 32/R/2017.

2. Il primo PO dovrà individuare gli ambiti dei nuovi impegni di suolo e determinare le quantità delle nuove edificazioni e del riuso nel territorio rurale riferite agli interventi di valenza strategica che sono stati valutati positivamente dalle Conferenze di Copianificazione svoltesi in data 10/05/2019 e 13/12/2019.

  • - Dimensionamento delle previsioni nel territorio urbanizzato nelle singole UTOE:
Utoe 1 Gavorrano, Filare, RaviDimensionamento nel territorio urbanizzato
Nuova edificazioneRiusoTotale
Categoria funzionaleSE mqSE mqSE mq
Residenziale3.5004.5008.000
Industriale artigianale000
Commerciale al dettaglio2.0002.0004.000
Turistico ricettiva2.0002.5004.500
Direzionale di servizio1.0001.5002.500
Commerciale all'ingrosso000
Totali8.50010.50019.000

(*) I nuovi impegni di suolo nell’UTOE 1, per gli interventi strategici nel territorio rurale, da disciplinare nel primo PO sono riferiti a:

  • - Struttura per il turismo all’aria aperta di Podere Inferno (Conferenza di copianificazione del 10/05/2019;
  • - Villaggio turistico Le Valli di Filare (Conferenza di copianificazione del 10/05/2019).
Utoe 2 CaldanaDimensionamento nel territorio urbanizzato
Nuova edificazioneRiusoTotale
Categoria funzionaleSE mqSE mqSE mq
Residenziale2.2001.0003.200
Industriale artigianale000
Commerciale al dettaglio1.2001.0002.200
Turistico ricettiva1.7002.0003.700
Direzionale di servizio5001.0001.500
Commerciale all'ingrosso000
Totali5.6005.00010.600

Nell’UTOE 2 non sono previsti nuovi impegni di suolo nel territorio rurale

Utoe 3 GiuncaricoDimensionamento nel territorio urbanizzato
Nuova edificazioneRiusoTotale
Categoria funzionaleSE mqSE mqSE mq
Residenziale1.2001.0002.200
Industriale artigianale000
Commerciale al dettaglio7001.0001.700
Turistico ricettiva7003.0003.700
Direzionale di servizio01.0001.000
Commerciale all'ingrosso000
Totali2.6006.0008.600

Nell’UTOE 3 non sono previsti nuovi impegni di suolo nel territorio rurale

Utoe 4 Bagno di GavorranoDimensionamento nel territorio urbanizzato
Nuova edificazioneRiusoTotale
Categoria funzionaleSE mqSE mqSE mq
Residenziale10.5001.50012.000
Industriale artigianale9.0001.00010.000
Commerciale al dettaglio4.0003.5007.500
Turistico ricettiva2.8001.8004.600
Direzionale di servizio2.0001.2003.200
Commerciale all'ingrosso000
Totali28.3009.00037.300

(*) I nuovi impegni di suolo nell’UTOE 4, per gli interventi strategici nel territorio rurale, da disciplinare nel primo PO sono riferiti a:

  • - Ampliamento del complesso turistico Il Pelagone (Conferenza di copianificazione del 13/12/2019.
Utoe 5 Potassa, Bivio Ravi, GrilliDimensionamento nel territorio urbanizzato
Nuova edificazioneRiusoTotale
Categoria funzionaleSE mqSE mqSE mq
Residenziale4.0001.0005.000
Industriale artigianale5.50005.500
Commerciale al dettaglio3.0003.5006.500
Turistico ricettiva1.0002.5003.500
Direzionale di servizio7001.0001.700
Commerciale all'ingrosso000
Totali14.2008.00022.200

Nell’UTOE 5 non sono previsti nuovi impegni di suolo nel territorio rurale

Utoe 6 Castellaccia, CasteaniDimensionamento nel territorio urbanizzato
Nuova edificazioneRiusoTotale
Categoria funzionaleSE mqSE mqSE mq
Residenziale1.0005001.500
Industriale artigianale2.0001.0003.000
Commerciale al dettaglio5001.0001.500
Turistico ricettiva5001.0001.500
Direzionale di servizio01.0001.000
Commerciale all'ingrosso000
Totali4.0004.5008.500

Nell’UTOE 6 non sono previsti nuovi impegni di suolo nel territorio rurale

- Dimensionamento nel territorio urbanizzato complessivi del PS:

Intero territorio comunaleDimensionamento nel territorio urbanizzato
Nuova edificazioneRiusoTotale
Categoria funzionaleSE mqSE mqSE mq
Residenziale22.4009.50031.900
Industriale artigianale16.5002.00018.500
Commerciale al dettaglio11.40012.00023.400
Turistico ricettiva8.70012.80021.500
Direzionale di servizio4.2006.70010.900
Commerciale all'ingrosso000
Totali63.20043.000106.200

(*) I nuovi impegni di suolo nell’intero territorio comunale per gli interventi strategici nel territorio rurale, da disciplinare nel primo PO sono riferiti a:

  • - Struttura per il turismo all’aria aperta di Podere Inferno (Conferenza di copianificazione del 10/05/2019;
  • - Villaggio turistico Le Valli di Filare (Conferenza di copianificazione del 10/05/2019);
  • - Ampliamento del complesso turistico Il Pelagone (Conferenza di copianificazione del 13/12/2019.