Norme Tecniche di attuazione del Piano del Parco

Art. 8 Riserve di interesse prevalentemente scientifico - A1

1. Sono le aree che presentano valori naturalistico-ambientali di pregio, di fondamentale importanza per taxa animali e vegetali, caratterizzate da ecosistemi particolarmente fragili. Le esigenze di conservazione sono preminenti anche per finalità scientifiche ed educative, ma sono ammesse la prosecuzione delle esistenti attività agro-pastorali quali fattori di mantenimento degli attuali equilibri ecosistemici. Le attività di fruizione turistica non sono ammesse, mentre sono consentite quelle di fruizione controllata con carattere prevalentemente scientifico e didattico; gli interventi di miglioramento o ricostituzione delle componenti ecosistemiche sono ammessi limitatamente a quanto espresso in appositi progetti preventivamente autorizzati dall'Ente Parco. Sono esclusi tutti gli interventi, gli usi e le attività che contrastino con gli indirizzi conservativi e fruitivi sopraelencati. Sono le AREE CENTRALI - CORE AREAS della Rete Ecologica e coincidono con le zone caratterizzate da alto contenuto di naturalità, di alto valore funzionale e qualitativo ai fini del mantenimento della vitalità delle popolazioni.

Nelle presenti aree è vietato l'accesso con qualsiasi tipo di mezzo a motore, con esclusione dei mezzi dell'Ente Parco, mezzi per la sorveglianza e il soccorso, e dei mezzi espressamente autorizzati dall'Ente Parco medesimo (mezzi dei proprietari e conduttori dei fondi, ricercatori, etc.).

Tali aree sono costituite dai seguenti ambiti:

A.1.1. Aree palustri e umide della Trappola e foce dell'Ombrone

  • a) Caratteristiche naturali morfologiche, vegetazionali, faunistiche e d'uso attuali - Dal punto di vista morfologico sono costituite dalle aree pianeggianti che occupano il delta del Fiume Ombrone, le quote sono pressoché al livello del mare, in alcuni casi al di sotto di esso; si tratta di terreni sabbioso limosi, originati da aree palustri e dune ormai consolidate al momento interessate da fenomeni di forte erosione sul lato a mare. Comprendono la parte finale , fino alla foce, del corso del Fiume Ombrone che presenta un andamento meandriforme con sezione piuttosto ampia. Le zone umide costiere sono caratterizzate dalla presenza di un elevato numero di specie ornitiche, molte delle quali di grande interesse conservazionistico, prevalentemente migratrici. Di fondamentale importanza per il ruolo svolto nel contesto ecologico locale, provinciale e nazionale. In questa zona l'Asta Fluviale dell'Ombrone e la sua foce costituiscono elementi di grande rilievo per la connessione ecologica delle aree palustri costiere con l'interno. La vegetazione è rappresentata da pinete miste a vegetazione a ginepro, giunchi, salicornie ed altre specie elofitiche palustri.
  • b) Limitazioni d'uso e di fruizione - Limitazione massima del disturbo antropico, anche dovuto ad osservazione scientifico-didattica, canalizzandolo lungo percorsi e in periodi predefiniti. In tali aree sono vietati disboscamenti, riduzione a ceduo delle fustaie di specie igrofile, trasformazioni morfologiche, vegetazionali, colturali e dell'assetto faunistico oggi esistente, nonché ogni attività incompatibile con le finalità di conservazione degli ecosistemi.
  • c) Modalità di gestione, attività ed interventi consentiti - Al fine di limitare i fenomeni di forte erosione sul lato a mare che rappresentano un pericolo consistente in relazione al rilevante pregio ambientale di tali aree si prevedono interventi di protezione ed eventualmente di ricostituzione della fascia costiera. E' importante potenziare la presenza di specie arboree autoctone, tramite la conservazione attiva e l'impianto di boschetti planiziali. Le attività agricole tradizionali e quelle di allevamento di tipo tradizionale (bovini ed equini maremmani) possono continuare ad essere condotte, cos&igrave come quelle di visita guidata. Conservazione degli assetti idraulici esistenti vigilando sui possibili interramenti e creazione di nuovi canali.

A.1.2. Paduletto di Collelungo

  • a)Caratteristiche naturali morfologiche, vegetazionali, faunistiche e d'uso attuali - Si tratta di un'area pianeggiante, con quote pressoché al livello del mare compresa tra la duna costiera e l'inizio dei rilievi caratterizzata da terreni limoso sabbiosi di origine palustre. Area umida con marcate fluttuazioni stagionali della presenza e livello di acqua: importante lembo di territorio in continuità ecologica con Fascia Costiera Porto Vecchio-Cala Francese-Cala Rossa e Pascoli arborati, scarpate e forme carsiche del Vallone -Salto del Cervo . La vegetazione è a prevalenza di giunchi con inframmezzate pinete.
  • b) Limitazioni d'uso e di fruizione - È vietata ogni attività antropica, in modo particolare di tipo turistico. Sono vietati disboscamenti,riduzione a ceduo delle fustaie di specie igrofile, trasformazioni morfologiche, vegetazionali, colturali e dell'assetto faunistico oggi esistente, nonché ogni attività incompatibile con le finalità di conservazione degli ecosistemi:
  • c) Modalità di gestione , attività ed interventi consentiti - Conservazione delle caratteristiche ecologiche e morfologiche attuali. Mantenimento del pascolo bovino allo stato brado ai livelli attuali. Conservazione degli assetti idraulici esistenti vigilando sui possibili interramenti e creazione di nuovi canali.

A.1.3. Fascia Costiera Porto Vecchio-Cala Francese-Cala Rossa

  • a)Caratteristiche naturali morfologiche, vegetazionali, faunistiche e d'uso attuali - Si tratta di un'area costiera caratterizzata da una fascia dunale ben conservata. Nel complesso l'area è in debole accrescimento. La duna è particolarmente importante anche per la protezione della pineta retrostante dagli aerosol marini. Area di elevato interesse faunistico, in connessione ecologica con Pascoli arborati, scarpate e forme carsiche e, tramite questa, Pascoli Rimessini-Scoglietto. La vegetazione è rappresentata da vegetazione dunale psammoalofila e pineta a pini mediterranei (marittimo e domestico), oltre alla presenza della palma nana nell'abito caratterizzato da scoglio.
  • b) Limitazioni d'uso e di fruizione - Limitazione di ogni attività antropica, in modo particolare di tipo turistico. Deve essere impedito qualsiasi intervento di modificazione morfologica e limitato al massimo l'accesso ai corpi dunali (duna mobile e duna in fase di consolidamento) da parte di pedoni o di mezzi. E' vietato l'allevamento e la conduzione al pascolo brado o semibrado di qualsiasi specie allevata nelle aree interessate dai corpi dunali mobili o in consolidamento. E' vietata la raccolta di elementi della flora dunale o la rimozione di materiale vegetale o legnoso naturale, anche se in decomposizione, presente nel corpo di duna.Sono vietate trasformazioni morfologiche, vegetazionali, e dell'assetto faunistico oggi esistente, nonché ogni attività comunque incompatibile con le finalità di conservazione degli ecosistemi.
  • c) Modalità di gestione , attività ed interventi consentiti - Preservazione della condizione morfologica attuale e ricostituzione morfologica dei corpi di duna mobile erosi o mal conservati. Monitoraggio delle popolazioni relitte di coniglio selvatico nell'area dunale. Raccolta sistematica di rifiuti non organici depositati dal mare, dal vento o dall'uomo sulla spiaggia. Il regolamento dovrà indicare i periodi stagionali nei quali, per motivate finalità di conservazione della natura e di carattere scientifico, è vietato l'accesso al litorale e i periodi stagionali nei quali, invece, ne è permesso un uso controllato ed esclusivamente nelle ore e nei periodi fissati.

A.1.4. Area boscata Scoglio della Lepre

  • a)Caratteristiche naturali morfologiche, vegetazionali, faunistiche e d'uso attuali - La zona è individuata dal versante nord occidentale dei Monti dell'Uccellina , con altitudine massima 300 mslm e minima 10 mslm, occupando il versante N-W di Poggio Lecci. È delimitata dall'Itinerario di Ritorno Pratini- S.Rabano in alto ed in basso da quello per Cala di Forno: a Nord e a Sud i confini sono rappresentati da due fossi: a sud il limite è anche confine amministrativo fra i Comuni di Grosseto e Magliano in T.na. Gli affioramenti che si notano sono rappresentati da Calcare con limitate zone del Verrucano. La giacitura è prevalentemente acclive con discreta pendenza. La vegetazione è costituita da varie formazioni vegetali corrispondenti alla Gariga, alla Macchia ed al Ceduo, dove prevalgono esemplari di Leccio: boschetti di Leccio si rinvengono sia nella porzione basale, più riparata dal vento salmastro soprattutto negli impluvi, sia nella porzione alta.
  • b) Limitazioni d'uso e di fruizione - Tutela integrale dal punto di vista botanico, evitando di utilizzare il ceduo e fare interventi nella componente floristica per almeno 60 anni.
    La Riserva è destinata alle attività didattiche e di ricerca scientifica.
  • c) Modalità di gestione , attività ed interventi consentiti - Nessun intervento sul soprassuolo vegetale per almeno 60 anni. La gestione riguarda la modalità di affidamento delle ricerche scientifiche, delle eventuali visite degli interessati dal punto di vista didattico. Studio del soprassuolo con determinazione attuale dei principali parametri selvicolturali e floristici. Studio della componente faunistica e possibili interazioni con quella vegetazionale. Contenimento quantitativo degli ungulati (Daino e Cinghiale) intervenendo prevalentemente nelle zone limitrofe.

A .1.5. Area boscata Fosso del Treccione

  • a)Caratteristiche naturali morfologiche, vegetazionali, faunistiche e d'uso attuali - La zona è attraversata dal Fosso del Treccione, grosso impluvio che si origina dalle falde orientali di Poggio Lecci (438 mslm) ed settentrionali di Poggio Uccellina (370 mslm) , sotto S. Rabano. È delimitata da una strada forestale recentemente recuperata per l'esbosco del legname dei tagli limitrofi. Gli affioramenti che si notano sono rappresentati da rocce del Verrucano. La giacitura è prevalentemente pianeggiante ed esposta a Est. Sono presenti alcune carbonaie di notevoli dimensioni ed un rudere di importanza storica denominato "Romitorio" o "Casetta del Romito". La vegetazione è costituita da un ceduo invecchiato dove prevalgono esemplari a fustaia di Leccio e Roverella e vecchie ceppaie di Orniello, Acero campestre, Sughera, Acero trilobo, Fillirea latifoglia e Alloro con altezze talvolta superiori ai 10 metri: il sottobosco risulta assente se non per esemplari di Ciclamino e Pungitopo visibilmente brucati da selvatici. Altre specie rinvenute sono il Corbezzolo , Marruca, Erica arborea, Olmo, Lentisco, Mirto, Biancospino, Viburno, Vite. Discreto sviluppo dimensionale delle matricine e dei polloni con diametri ed altezze insolite per la vegetazione del Parco: inoltre sono presenti soprattutto sul lato nord limitrofo al Fosso notevoli esemplari di Alloro, aceri trilobo e campestre, Orniello con diametri ed altezze insolite. Si segnala la presenza di due Viti di discreta età da classificare. La zona è molto frequentata da ungulati come Daini e Cinghiali.
  • b) Limitazioni d'uso e di fruizione - Tutela integrale dal punto di vista botanico, evitando di utilizzare il ceduo per almeno 52 anni. La Riserva è destinata alle attività didattiche e di ricerca scientifica.
  • c) Modalità di gestione , attività ed interventi consentiti - Nessun intervento sul soprassuolo vegetale per almeno 52 anni. La gestione riguarda la modalità di affidamento delle ricerche scientifiche, delle eventuali visite di interessati dal punto di vista didattico, prevedendo un numero max di fruitori per evitare calpestamenti e sentieramenti. Controllo degli ungulati con interventi di contenimento su Daino e Cinghiale, intervenendo prevalentemente nelle zone limitrofe. Interventi di recupero sulla struttura storica del "Romitorio" e della viabilità storica. Studio del soprassuolo con determinazione attuale dei principali parametri selvicolturali. Studio della componente faunistica e possibili interazioni con quella vegetazionale.

2. In tali aree non è ammessa la costruzione di alcun manufatto agricolo e l'ampliamento delle sedi stradali esistenti.

3. Fermo restando quanto previsto al precedente articolo 7, gli interventi di carattere generale consentiti sono i seguenti:

  • - per quanto riguarda l'esteriore aspetto degli edifici esistenti e del loro resede sono consentiti interventi di manutenzione ordinaria, straordinaria e restauro;
  • - il ripristino-recupero ambientale delle aree degradate, da effettuarsi previa autorizzazione dell'Ente Parco, che si avvarrà del parere del Comitato tecnico-scientifico;
  • - la prosecuzione delle attività agro-forestali in essere, senza possibilità di incremento della superficie coltivata in seguito ad interventi di manutenzione straordinaria o trasformazione produttiva dei suoli;
  • - il mantenimento del pascolo estensivo, ove consentito;
  • -il contenimento degli arbusti se previsti dai Piani di Gestione, previo nulla osta dell'Ente Parco che si avvarrà del parere del Comitato Scientifico;
  • - tutti gli interventi previsti alla Tav. n. 31 "Azioni per la conservazione, la valorizzazione ed il recupero" cos&igrave come specificati al comma 21 del precedente art. 7.