Norme Tecniche di attuazione del Piano Operativo

Art. 119 I beni di interesse archeologico

1. I beni di interesse storico-archeologico di cui al presente articolo, costituiti da aree ed elementi, sono comprensivi delle:

  • a. Presenze archeologiche accertate e vincolate ai sensi di leggi nazionali quali il Codice dei beni Culturali e del Paesaggio (D. Lgs. 42/2004) o di strumenti di pianificazione regionali, quale il Piano Paesaggistico della Regione Toscana; ovvero presenze archeologiche non vincolate ma opportunamente documentate in aree puntuali o zone anche vaste;
  • b) Preesistenze archeologiche che hanno mantenuto il loro carattere di vettori del sistema insediativo antico sino all'età moderna, quali: percorsi stradali riconosciuti come antichi soprattutto in presenza di tracciati conservati (ove esistenti); percorsi stradali riconosciuti come antichi in base a dati cartografici prescientifici e scientifici; percorsi stradali riconosciuti come antichi in base a dati toponomastici di derivazione antica (toponimi prediali di età romana, ecc.).

2. Le aree e gli elementi di interesse archeologico sono individuati con apposito segno grafico nella Tavola "Disciplina dei suoli e degli insediamenti" e nell'allegato "Aree ed elementi di interesse archeologico" elaborato su base cartografica CTR Regione Toscana in scala 1:10.000 secondo le seguenti categorie:

  • a) Complessi archeologici - complessi di accertata entità ed estensione (abitati, castelli, ville, ecc.) che si configurano come un sistema articolato di strutture conservate fuori terra, visibili e leggibili planimetricamente ed architettonicamente. Queste aree si configurano come capisaldi della documentazione storica e insediativa del territorio e sono generalmente già sottoposti a vincolo. Il PO riconosce in questa categoria due elementi archeologici già sottoposti a provvedimenti di tutela:
    • - il bene oggetto di specifico provvedimento di vincolo nel PIT/Piano Paesaggistico Regionale ai sensi della parte seconda del Codice dei Beni Culturali che presenta valenza paesaggistica e come tale è individuato quale zona di interesse archeologico ai sensi dell'art. 142, c.1, lett. m (Allegato I) nella porzione di territorio denominata "podere Sant'Agnese" (Codice SBAT FI0039) nella quale sono presenti "resti di opus caementicium e di intonaco affioranti", la cui descrizione è contenuta nell'elaborato 5.6 "Relazione - Schede siti archeologici - Bibliografia" e nella Tav. 5.5 "Evidenze archeologiche" - sito 37_2;
    • - l'area contenuta nella scheda del PIT della Regione Toscana Cod. FI09 dell'allegato H "Schede e Cartografia delle zone di interesse archeologico ex art. 142 comma 1 lett. m) del Codice" all'elaborato 7B, la località "Fontesanta, Poggio di Firenze, Poggio di Casalmonte" così descritta: "La zona in oggetto presenta un elevato interesse archeologico in quanto costellata di rinvenimenti particolarmente significativi, che indicano una intensa frequentazione dell'area fin dal periodo protostorico. La rete di insediamenti individuata è stata con certezza messa in relazione con il passaggio, in zona, di una direttrice di traffico che collegava il Chianti con l'area fiesolana, nota storicamente come "via Maremmana" (si veda l'allegato stralcio del Catasto Particellare Toscano), in quanto utilizzata ancora nell'Ottocento come percorso per la transumanza infraregionale, a controllo della quale erano probabilmente collocati i siti posti sulla sommità del colle. La strada, attualmente ancora esistente e praticabile, pur ridotta allo stato di carrareccia e mulattiera, ricalca il percorso cartografato agli inizi del 1800; lungo essa sono collocati vari siti di età etrusca e romana ed è stata individuata una grande iscrizione rupestre (il cd. Sasso Scritto) eseguita in caratteri etruschi, la cui presenza indica la vetustà e l'importanza del percorso tuttora esistente. Il monumento, noto almeno a partire dal '700, riporta l'iscrizione tular.sp.a.vis.vx.au.cur.clt (Corpus Inscriptionum Etruscarum, vol. I, 1, 8), eseguita con ductus sinistrorso, riferibile con certezza ad una indicazione di confine (tular) pertinente alla civitas, ovvero all'intera comunità (spural) che aveva giurisdizione sull'area (probabilmente la città di Fiesole). A Ovest del percorso è stato inoltre rinvenuto, negli anni Settanta, un cippo confinario etrusco riportante l'iscrizione tular, anch'esso messo in relazione dagli studiosi con un possibile limite del territorio di Fiesole", la cui descrizione è contenuta nell'elaborato 5.6 "Relazione - Schede siti archeologici - Bibliografia" e nella Tav. 5.5 "Evidenze archeologiche" - sito 37_17;
  • b) il presente Piano riconosce come elemento archeologico acquisito definitivamente e necessitante di essere sottoposto a provvedimento di tutela il complesso di strutture murarie di età medievale in località casa Stecco-Castelluccio noto come "Castelluccio" di Rignano, in corso di indagine archeologica di scavo da parte dell'Università di Firenze, la cui descrizione è contenuta nell'elaborato 5.6 "Relazione - Schede siti archeologici - Bibliografia" e nella Tav. 5.5 "Evidenze archeologiche" - sito 37_32;
  • c) Aree di accertata e rilevante consistenza archeologica - aree interessate da notevole presenza di strutture e/o concentrazioni di materiali antichi affioranti, già rinvenuti ovvero non ancora toccati da regolari campagne di scavo, ma motivatamente ritenute presenti nel sottosuolo. Queste aree si possono configurare come luoghi di importante documentazione storica e insediativa;
  • d) Aree di concentrazione di materiali archeologici - si tratta di aree concentrate e ben definite di affioramento di materiali antichi dal terreno (concentrazioni di laterizi, ceramica, altri materiali edilizi e manufatti) documentate tramite studi scientifici di carattere archeologico e/o apposite segnalazioni recepite presso gli archivi della competente Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio.