Norme Tecniche di attuazione del Piano Strutturale

Art. 15 Sistema funzionale ambientale

1. Componenti costitutive

1.1. Ai fini delle presenti norme, concorrono alla formazione del sistema ambientale comunale, concepito in chiave ecosistemica, quale parte di un più vasto sistema metropolitano, le seguenti componenti:

  • - componenti fisiche e naturali: sistema morfologico, sistema idrografico e idrogeologico, sistema forestale;
  • - componenti antropiche: sistema agricolo, sistema insediativo, sistema infrastrutturale.

2. Funzionalità

2.1. Per funzionalità del sistema ambientale comunale si intende la capacità delle sue componenti, fisiche, naturali e antropiche, di relazionarsi senza generare situazioni di criticità o di pericolo per la salute delle persone, la sicurezza delle persone e dei beni, lo svolgimento delle attività umane.

2.2. La funzionalità del sistema ambientale è definita in primo luogo in relazione alla capacità di:

  • - sistema morfologico: conservare la propria integrità fisica e la propria caratterizzazione formale senza dar luogo a fenomeni significativi di dissesto, di smottamento o di erosione del suolo;
  • - sistema idrografico: assolvere la propria funzione drenante nei confronti dei sottobacini idrografici di pertinenza, nonché funzioni di sviluppo e di trasporto di specie vegetali e animali, senza dar luogo a fenomeni di esondazione;
  • - sistema forestale: assolvere il proprio ruolo di apparato protettivo e di fulcro delle condizioni di naturalità presenti nel territorio comunale senza limitare la biodiversità attraverso la copertura degli spazi scoperti interclusi e/o limitrofi;
  • - componenti antropiche: relazionarsi con scienza, intelligenza, misura e responsabilità alle componenti naturali, garantendone le funzionalità sopra descritte, anche attraverso adeguate misure di mitigazione e/o di compensazione;
  • - sistema ecologico comunale: garantire relazioni ecologiche tra i principali bacini di naturalità e i principali corridoi che insistono nel territorio comunale o che lo attraversano.

2.3. Per migliorare la funzionalità del sistema ambientale si perseguono gli obiettivi di qualità di cui al successivo punto 3 del presente articolo.

3. Obiettivi di qualità

3.1. Sistema morfologico

  • - salvaguardia dell'integrità fisica e della caratterizzazione formale della struttura morfologica:
    • evitando trasformazioni territoriali significative nelle aree predisposte al dissesto;
    • operando il rimboschimento delle aree incolte instabili con pendenze superiori al 25%;
    • ricorrendo, nelle aree agricole in declivio, a sistemazioni idraulico-agrarie tradizionali ovvero, ove consentito dalle presenti norme, realizzate con ricorso a tecniche contemporanee.

3.2. Sistema idrografico e idrogeologico

  • - salvaguardia della funzione drenante dell'intero reticolo idrografico, ancorché minore, con opere di regimazione concepite in modo da favorire la libera dinamica delle acque e le maggiori condizioni di naturalità del corso d'acqua e delle sue rive;
  • - salvaguardia della qualità biologica delle acque del reticolo idrografico, evitando gli scarichi non controllati e non pretrattati;
  • - salvaguardia della falda acquifera dagli inquinamenti, soprattutto in prossimità di sorgenti e di pozzi ad uso acquedotti stico;
  • - salvaguardia e potenziamento delle funzioni ecotonali e connettive delle aree rivierasche dell'Arno e dei corsi d'acqua minori, soprattutto all'esterno degli ambiti urbani:
    • mantenendo gli spazi aperti esistenti e favorendone le condizioni di naturalità;
    • aumentando la larghezza e migliorando la qualità delle formazioni ripariali, arboree e arbustive, con ricorso a latifoglie decidue di maggior pregio (pioppi, salici, ontani) a scapito di specie infestanti e aliene (robinia, ailanto);
  • - salvaguardia dell'accessibilità ai corsi d'acqua e della fruibilità delle rive;
  • - salvaguardia dell'uso plurimo della risorsa idrica, favorendone anche l'utilizzazione per la produzione di energia elettrica ad uso locale, attraverso piccoli impianti in corrispondenza di briglie e/o pescaie fluviali;
  • - protezione degli insediamenti soggetti a rischio idraulico (Pian dell'Isola, Rignano, Molinuzzo) combinata con la salvaguardia della qualità, ambientale e paesaggistica, dei corsi d'acqua limitrofi (Arno, Fosso di Castiglionchio), con la fruibilità delle rive e con le relazioni, ecologiche e funzionali, nei confronti dell'entroterra di riferimento;
  • - risanamento idraulico ed ecologico delle aree che costituiscono lo sbocco del bacino del Fosso di Castiglionchio, sulle quali insistono gli insediamenti residenziali e artigianali/industriali.

3.3. Sistema forestale

  • - salvaguardia della funzione protettiva e stabilizzante dei boschi, conservando la continuità esistente delle coperture boschive lungo la dorsale occidentale di Poggio Firenze e Monte Cucco15 e tra le aree di monte e di valle, ma evitando, al contempo, la copertura delle aree scoperte, interne o limitrofe, occupate in particolare dai prati, dai pascoli e dai cespuglietti;
  • - salvaguardia e potenziamento delle fasce di vegetazione ripariale lungo i corsi d'acqua, anche minori, che compongono il reticolo idrografico;
  • - salvaguardia delle condizioni di naturalità delle coperture boschive della dorsale occidentale e del loro ruolo di serbatoio di biodiversità favorendo l'incremento di esemplari arborei maturi, la diversità delle specie arboree forestali e riducendo la presenza di specie arboree aliene (robinia o cascia, ailanto, cedri, cipressi americani).

3.4. Sistema agricolo

  • - salvaguardia e potenziamento del mosaico colturale a garanzia della biodiversità e della connettività ecologica;
  • - salvaguardia e potenziamento delle siepi, della vegetazione lineare, delle aree incolte in prossimità dei corsi d'acqua o delle strade, consentendo, al loro interno, l'insediamento della vegetazione naturale;
  • - salvaguardia dei cicli naturali degli agro-ecosistemi, attraverso il ricorso preferenziale all'agricoltura biologica o ai sistemi di lotta integrata con limitazione degli additivi chimici di sintesi;
  • - risparmio idrico e recupero delle acque di pioggia ai fini irrigui, anche attraverso la costruzione di laghetti collinari;
  • - salvaguardia e recupero delle sistemazioni idrauliche tradizionali della pianura (sistemazioni a proda) e della collina (terrazzamenti, ciglionamenti), quali interventi di ingegneria ambientale che contribuiscono alla regimazione delle acque superficiali;
  • - salvaguardia e qualificazione della funzionalità ecologica delle aree agricole attraverso la conservazione dinamica e l'incremento, nello spazio e nel tempo, delle aree aperte (prati, pascoli, ecc.), delle siepi e degli altri elementi arbustivi e/o arborei lineari e il mantenimento o la creazione di pozze e altri piccoli invasi ad uso della fauna selvatica.

3.5. Sistema insediativo:

  • - salvaguardia della funzionalità idraulica dei corsi d'acqua, favorendo il recupero e la sistemazione naturale delle rive, nonché la delocalizzazione degli insediamenti esistenti che comportano difficoltà per la regimazione delle acque;
  • - salvaguardia, ripristino e potenziamento delle relazioni, ecologiche e funzionali, tra i centri abitati di Rignano, Troghi, Cellai, Rosano e le aree rivierasche dei relativi corsi d'acqua di riferimento;
  • - salvaguardia e potenziamento degli spazi verdi urbani, favorendone funzioni sistemiche, plurime e differenziate, di carattere ecologico (biodiversità, connessione, mitigazione clima, contenimento inquinanti, ricarica falda, ecc.);
  • - protezione dei centri abitati dagli inquinamenti prodotti dal traffico veicolare (anche attraverso limitazioni nelle aree urbane centrali, separazione del traffico di attraversamento da quello di penetrazione urbana, potenziamento e riorganizzazione del servizio di trasporto pubblico, potenziamento delle reti ciclo-pedonali urbane e interurbane, soprattutto nelle aree pianeggianti di fondovalle);
  • - protezione dei centri abitati dagli inquinamenti prodotti dagli impianti civili e industriali (anche favorendo la sostituzione dei vecchi impianti di riscaldamento con nuovi sistemi dotati di bruciatori a bassa emissione di ossido di azoto e subordinando le nuove attività industriali e artigianali alla preventiva verifica di compatibilità inerente rumore ed emissioni inquinanti);
  • - rispetto dei requisiti tecnico-costruttivi regionali in materia di sostenibilità ambientale16 negli interventi edilizi e urbanistici.

3.6. Sistema infrastrutturale

  • - salvaguardia, ripristino e potenziamento di relazioni ecologiche tramite azioni mirate (sottopassi stradali, recinzioni e strutture vegetali di "invito" per i sovrappassi stradali, dissuasori ottici riflettenti, corridoi verdi sui due lati della carreggiata, ecc.) per mitigare l'effetto barriera e la frammentazione ambientale generati dalle principali infrastrutture viarie (autostrada A1, SP 1 "Aretina");
  • - abbattimento dei carichi inquinanti generati dal traffico veicolare lungo le principali infrastrutture di collegamento sovracomunale, attraverso:
    • azioni mirate locali (in particolare terrapieni, barriere antirumore, barriere vegetali), da attivare soprattutto in occasione dell'adeguamento della viabilità viaria esistente (terza corsia A1);
    • politiche di area vasta capaci di spostare, all'origine, consistenti quote di viaggiatori, soprattutto pendolari, dal mezzo privato su gomma (auto) al mezzo pubblico su gomma (autobus di linea) o su ferro (ferrovia).

3.7. Sistema ecologico comunale:

  • - salvaguardia delle relazioni ecologiche di livello sovracomunale, evitando la realizzazione di opere che generano frammentazione ambientale, ovvero prevedendo adeguate forme di compensazione, lungo i seguenti corridoi:
    • rete provinciale dei boschi: corridoi che collegano il nodo primario di Vallombrosa e Sant'Antonio con i nodi secondari dei Monti del Chianti, di Monte Giovi e di Monte Senario;
    • rete provinciale dei corsi d'acqua: corridoi fluviali dell'Arno e del Fosso di Troghi/delle Formiche/Salceto;
  • - salvaguardia delle relazioni ecologiche alla scala comunale attraverso la conservazione attiva e/o il potenziamento di:
    • corridoio della dorsale occidentale, costituito da un sistema di aree a copertura boschiva e di aree aperte con prati, prati pascolo, cespuglieti, coltivi, ecc.;
    • varchi di connessione nei pressi di San Donato in Collina, tra gli abitati di Troghi e di Cellai, nei pressi de Le Valli e di Torre dell'Isola;
    • nuclei di connessione a geometria variabile, costituiti da macchie di bosco, prati, cespuglieti e incolti tra la dorsale occidentale e i fondovalle dell'Arno e del Fosso di Troghi/Salceto, con particolare riferimento alle relazioni trasversali al corridoio infrastrutturale di Troghi e Cellai, ai sistemi agricoli dell'ansa dell'Arno a Meleto e attorno a Le Corti e a San Martino, alle superfici a ginestrone ed eriche tra il Poggio di Firenze e il Poggio di Casalmonte;
    • corridoi fluviali e boscati secondari lungo le rive dei corsi d'acqua minori.

15. Tra Le Valli, San Donato in Collina e Rosano

16. "Linee guida per l'edilizia sostenibile in Toscana", Del G.R. n. 322 del 28.02.2005 e s.m.i)