Norme Tecniche di attuazione del Piano Strutturale

Art. 16 Sistema funzionale insediativo

1. Componenti costitutive

1.1. Ai fini delle presenti norme, concorrono alla formazione del sistema insediativo comunale:

  • - strutture insediative accentrate con caratteri urbani:
    • insediamenti di impianto storico, a prevalente carattere residenziale, con caratteri estesi e consolidati di struttura urbana: centro abitato di Rignano;
    • insediamenti di formazione recente, a prevalente carattere residenziale, privi di struttura urbana consolidata: centri abitati minori di Troghi - Cellai, Rosano, San Donato in Collina;
    • insediamenti di formazione recente, a prevalente carattere artigianale/industriale, privi di struttura urbana consolidata: Molinuzzo, Pian dell'Isola.
  • - insediamenti accentrati con caratteri rurali:
    • insediamenti di formazione recente, a prevalente carattere residenziale, privi di struttura urbana consolidata: Torri e Bombone;
    • insediamenti di impianto storico, a prevalente carattere residenziale, privi di struttura urbana: Volognano, Sarnese, S.Maria, S.Martino;
    • insediamenti di impianto storico e recente, a prevalente carattere residenziale, privi di struttura urbana: Le Valli, Torre Giulia - Focardo, S.Piero;
    • insediamenti di impianto recente, a prevalente carattere residenziale, privi di struttura urbana: Le Corti, La Felce, Montecucco.
  • - insediamenti sparsi del territorio rurale.

1.2. Il territorio comunale si configura pertanto come territorio monocentrico, in virtù della presenza di un unico centro abitato con struttura urbana consolidata.

2. Funzionalità

2.1. Per funzionalità del sistema insediativo comunale si intende la capacità delle sue componenti costitutive di collaborare a un "sistema monocentrico" efficiente ed efficace nei suoi effetti territoriali.

2.2. La funzionalità del sistema insediativo è definita, in primo luogo, in relazione a:

  • - caratterizzazione di ruolo del centro abitato principale e sua capacità di sviluppare processi di differenziazione e di integrazione funzionale nei confronti dei centri abitati minori, in modo da favorire l'articolazione sinergica dei ruoli territoriali;
  • - caratterizzazione di ruolo dei centri abitati minori nei confronti del territorio rurale limitrofo, in modo da costituire capisaldi territoriali di riferimento;
  • - equilibrata distribuzione dei servizi di base e dei servizi pregiati alla persona;
  • - accessibilità ai centri abitati dall'interno e dall'esterno del territorio comunale (in particolare da Firenze e dai sistemi territoriali del Valdarno e della Val di Sieve) e mobilità interurbana;
  • - organizzazione ecologica e funzionale dei centri abitati (coerenze tra struttura urbana e struttura ambientale di riferimento; sistema degli spazi aperti e degli spazi pubblici; sistema dei luoghi "centrali"; gerarchizzazione della rete viaria e della sosta; distribuzione delle funzioni).

2.3. Per migliorare la funzionalità del sistema insediativo si perseguono gli obiettivi di qualità di cui al successivo punto 3 del presente articolo.

3. Obiettivi di qualità

3.1. Salvaguardia del ruolo gerarchico e funzionale del sistema insediativo urbano attraverso:

3.1.1. la caratterizzazione di ruolo del centro abitato principale (Rignano):

  • - nei confronti dell'area vasta di riferimento:
    • quale polo logistico per le relazioni ferroviarie e fluviali tra Firenze e il sistema produttivo e commerciale (outlet) di Pian dell'Isola/Leccio;
    • quale polo logistico e centro direttore per la fruizione dell'Arno e delle sue rive, anche nella prospettiva del parco fluviale.
  • - nei confronti del territorio comunale:
    • attraverso lo sviluppo di servizi pregiati alla persona.

3.1.2. la caratterizzazione di ruolo dei centri abitati minori (Troghi-Cellai, Rosano, San Donato in Collina):

  • - nei confronti dell'area vasta di riferimento attraverso la caratterizzazione di:
    • sistema insediativo di Troghi-Cellai: quale porta del Valdarno per chi proviene da Firenze attraverso la SP 1 Aretina per San Donato ;
    • centri abitati minori di San Donato e di Troghi-Cellai; quali porte per le escursioni sul Poggio di Firenze.
    • centro abitato di Rosano:
      • quale polo logistico per la fruizione dell'Arno e delle sue rive;
      • quale porta per le escursioni lungo la vecchia Via Maremmana.
  • - nei confronti del territorio comunale:
    • quali capisaldi per la fornitura dei servizi di base alla persona nei confronti del territorio rurale di riferimento;
    • quali trait d'union con i servizi (pregiati e di base) dei comuni limitrofi in presenza di centri abitati transfrontalieri o di confine (San Donato in Collina, nei confronti dell'omonimo centro abitato ricadente nel Comune di Bagno a Ripoli; Rosano, nei confronti di Pontassieve).

3.1.3. il miglioramento dei collegamenti infrastrutturali tra il centro abitato principale e i centri abitati minori, attraverso l'individuazione di un sistema viario gerarchizzato, capace di garantire spostamenti nelle varie modalità di trasporto (autobus, auto private, bicicletta) e di favorire un servizio di trasporto pubblico con capacità di distribuzione circolare interna, oltre che di raccordo con Firenze, a partire da punti strategici del sistema;

3.1.4 il sostegno alla creazione dei servizi di base, per residenti e visitatori, negli insediamenti rurali accentrati della media e dell'alta collina, lontani dai centri abitati.

3.2. Salvaguardia e qualificazione dei caratteri ecologici e funzionali dei tessuti urbani nel centro abitato principale (Rignano) e nei centri abitati minori (Troghi-Cellai, Rosano, San Donato in Collina) attraverso le seguenti azioni prioritarie:

  • - crescita insediativa:
    • blocco alla crescita insediativa lineare lungo le strade matrice di fondovalle nel sistema insediativo di Troghi e Cellai e lungo il corso dell'Arno nel sistema insediativo del capoluogo.
  • - relazioni territoriali:
    • recupero del rapporto ecologico, funzionale e visuale tra il capoluogo (Rignano "sull'Arno") e l'Arno, attraverso la mitigazione dell'effetto barriera generato dal tracciato ferroviario e la valorizzazione dei rapporti con le aree fluviali che ospitano, a nord, gli orti sociali e, a sud, le strutture sportive;
    • potenziamento delle relazioni ecologiche e funzionali tra il centro abitato di Rosano e le rive dell'Arno.
  • - qualità ecologica:
    • incremento della qualità ecologica attraverso la creazione di sistemi articolati e continui di spazi aperti e di spazi verdi, pubblici e privati, nonché attraverso il potenziamento della vegetazione arborea, della permeabilità dei terreni e della connettività tra tessuti urbani e aree periurbane (capoluogo e sistema insediativo di Troghi-Cellai);
    • soluzione delle problematiche idrauliche secondo criteri di compatibilità con la qualificazione paesaggistica e la fruizione, anche visuale, del corso d'acqua e delle rive, oltre che con la valorizzazione, la differenziazione e la permanenza, ancorché delocalizzata, delle attività produttive (Arno a Pian dell'Isola e Fosso di Castiglionchio a Molinuzzo-Rosano).
  • - spazi pubblici:
    • qualificazione del sistema degli spazi pubblici incentrata sulla creazione di "luoghi centrali", fisicamente e funzionalmente riconoscibili, collegati da percorsi pedonali o ciclopedonali protetti (capoluogo, sistema insediativo di Troghi-Cellai).
  • - mobilità:
    • definizione di maglie viarie urbane compiute, con gerarchizzazione dei percorsi, separazione dei traffici di attraversamento da quelli di distribuzione interna e chiusura degli anelli viari (capoluogo, sistema insediativo di Troghi-Cellai);
    • integrazione del sistema viario con il sistema dei percorsi pedonali (ovunque) e dei percorsi ciclopedonali (Troghi-Cellai, Rosano, aree fluviali del capoluogo);
    • potenziamento della sosta di scambio in prossimità della fermata ferroviaria e diffusione dei parcheggi a servizio delle aree urbane centrali (capoluogo).

3.3. Salvaguardia, recupero e valorizzazione delle relazioni paesaggistiche, strutturali e funzionali, tra gli insediamenti accentrati con caratteri rurali (Torri, Bombone, Volognano, Sarnese, S.Maria, S.Martino, Le Valli, Torre Giulia - Focardo, S.Piero, Le Corti, La Felce, Montecucco) e la campagna circostante, evitando la loro evoluzione verso modelli insediativi urbani.

3.4. Salvaguardia del sistema insediativo sparso nel territorio rurale e delle sua funzione produttiva, anche favorendo:

  • - la riorganizzazione funzionale degli avamposti del sistema insediativo collinare, in modo da garantire servizi essenziali di base alle aree più periferiche della collina;
  • - l'integrazione funzionale tra settori del territorio rurale e i centri abitati di riferimento, in modo da favorire la creazione di strutture di servizio decentrate;
  • - il contenimento della proliferazione residenziale ottenuta attraverso deruralizzazione e cambio di destinazione d'uso delle costruzioni agricole esistenti.