Norme Tecniche di attuazione del Piano Strutturale

Art. 14 Definizione.

1. Il Quadro conoscitivo di riferimento del Piano strutturale verifica la funzionalità del territorio comunale attraverso tre diversi sistemi, individuati a partire dalle sue principali peculiarità e caratterizzazioni.

2. In relazione ai suddetti sistemi funzionali, la presente Disciplina definisce obiettivi di qualità cui sono riferite la disciplina statutaria delle risorse patrimoniali, le invarianti strutturali e i principi di governo del territorio, nonché le strategie per lo sviluppo durevole del territorio, siano esse di carattere generale ovvero riferite alle singole UTOE. Al perseguimento di tali obiettivi concorrono specificatamente gli atti di governo del territorio e in particolare il RU, che li assume come riferimenti prioritari della propria programmazione quinquennale.

2. I suddetti sistemi funzionali, rappresentati nelle Tavole nn. 1.2.1, 1.2.2 e 1.2.3 dello Statuto del territorio, sono così definiti:

  1. 1. Sistema funzionale ambientale
  2. 2. Sistema funzionale insediativo
  3. 3. Sistema funzionale infrastrutturale

Art. 15 Sistema funzionale ambientale

1. Componenti costitutive

1.1. Ai fini delle presenti norme, concorrono alla formazione del sistema ambientale comunale, concepito in chiave ecosistemica, quale parte di un più vasto sistema metropolitano, le seguenti componenti:

  • - componenti fisiche e naturali: sistema morfologico, sistema idrografico e idrogeologico, sistema forestale;
  • - componenti antropiche: sistema agricolo, sistema insediativo, sistema infrastrutturale.

2. Funzionalità

2.1. Per funzionalità del sistema ambientale comunale si intende la capacità delle sue componenti, fisiche, naturali e antropiche, di relazionarsi senza generare situazioni di criticità o di pericolo per la salute delle persone, la sicurezza delle persone e dei beni, lo svolgimento delle attività umane.

2.2. La funzionalità del sistema ambientale è definita in primo luogo in relazione alla capacità di:

  • - sistema morfologico: conservare la propria integrità fisica e la propria caratterizzazione formale senza dar luogo a fenomeni significativi di dissesto, di smottamento o di erosione del suolo;
  • - sistema idrografico: assolvere la propria funzione drenante nei confronti dei sottobacini idrografici di pertinenza, nonché funzioni di sviluppo e di trasporto di specie vegetali e animali, senza dar luogo a fenomeni di esondazione;
  • - sistema forestale: assolvere il proprio ruolo di apparato protettivo e di fulcro delle condizioni di naturalità presenti nel territorio comunale senza limitare la biodiversità attraverso la copertura degli spazi scoperti interclusi e/o limitrofi;
  • - componenti antropiche: relazionarsi con scienza, intelligenza, misura e responsabilità alle componenti naturali, garantendone le funzionalità sopra descritte, anche attraverso adeguate misure di mitigazione e/o di compensazione;
  • - sistema ecologico comunale: garantire relazioni ecologiche tra i principali bacini di naturalità e i principali corridoi che insistono nel territorio comunale o che lo attraversano.

2.3. Per migliorare la funzionalità del sistema ambientale si perseguono gli obiettivi di qualità di cui al successivo punto 3 del presente articolo.

3. Obiettivi di qualità

3.1. Sistema morfologico

  • - salvaguardia dell'integrità fisica e della caratterizzazione formale della struttura morfologica:
    • evitando trasformazioni territoriali significative nelle aree predisposte al dissesto;
    • operando il rimboschimento delle aree incolte instabili con pendenze superiori al 25%;
    • ricorrendo, nelle aree agricole in declivio, a sistemazioni idraulico-agrarie tradizionali ovvero, ove consentito dalle presenti norme, realizzate con ricorso a tecniche contemporanee.

3.2. Sistema idrografico e idrogeologico

  • - salvaguardia della funzione drenante dell'intero reticolo idrografico, ancorché minore, con opere di regimazione concepite in modo da favorire la libera dinamica delle acque e le maggiori condizioni di naturalità del corso d'acqua e delle sue rive;
  • - salvaguardia della qualità biologica delle acque del reticolo idrografico, evitando gli scarichi non controllati e non pretrattati;
  • - salvaguardia della falda acquifera dagli inquinamenti, soprattutto in prossimità di sorgenti e di pozzi ad uso acquedotti stico;
  • - salvaguardia e potenziamento delle funzioni ecotonali e connettive delle aree rivierasche dell'Arno e dei corsi d'acqua minori, soprattutto all'esterno degli ambiti urbani:
    • mantenendo gli spazi aperti esistenti e favorendone le condizioni di naturalità;
    • aumentando la larghezza e migliorando la qualità delle formazioni ripariali, arboree e arbustive, con ricorso a latifoglie decidue di maggior pregio (pioppi, salici, ontani) a scapito di specie infestanti e aliene (robinia, ailanto);
  • - salvaguardia dell'accessibilità ai corsi d'acqua e della fruibilità delle rive;
  • - salvaguardia dell'uso plurimo della risorsa idrica, favorendone anche l'utilizzazione per la produzione di energia elettrica ad uso locale, attraverso piccoli impianti in corrispondenza di briglie e/o pescaie fluviali;
  • - protezione degli insediamenti soggetti a rischio idraulico (Pian dell'Isola, Rignano, Molinuzzo) combinata con la salvaguardia della qualità, ambientale e paesaggistica, dei corsi d'acqua limitrofi (Arno, Fosso di Castiglionchio), con la fruibilità delle rive e con le relazioni, ecologiche e funzionali, nei confronti dell'entroterra di riferimento;
  • - risanamento idraulico ed ecologico delle aree che costituiscono lo sbocco del bacino del Fosso di Castiglionchio, sulle quali insistono gli insediamenti residenziali e artigianali/industriali.

3.3. Sistema forestale

  • - salvaguardia della funzione protettiva e stabilizzante dei boschi, conservando la continuità esistente delle coperture boschive lungo la dorsale occidentale di Poggio Firenze e Monte Cucco15 e tra le aree di monte e di valle, ma evitando, al contempo, la copertura delle aree scoperte, interne o limitrofe, occupate in particolare dai prati, dai pascoli e dai cespuglietti;
  • - salvaguardia e potenziamento delle fasce di vegetazione ripariale lungo i corsi d'acqua, anche minori, che compongono il reticolo idrografico;
  • - salvaguardia delle condizioni di naturalità delle coperture boschive della dorsale occidentale e del loro ruolo di serbatoio di biodiversità favorendo l'incremento di esemplari arborei maturi, la diversità delle specie arboree forestali e riducendo la presenza di specie arboree aliene (robinia o cascia, ailanto, cedri, cipressi americani).

3.4. Sistema agricolo

  • - salvaguardia e potenziamento del mosaico colturale a garanzia della biodiversità e della connettività ecologica;
  • - salvaguardia e potenziamento delle siepi, della vegetazione lineare, delle aree incolte in prossimità dei corsi d'acqua o delle strade, consentendo, al loro interno, l'insediamento della vegetazione naturale;
  • - salvaguardia dei cicli naturali degli agro-ecosistemi, attraverso il ricorso preferenziale all'agricoltura biologica o ai sistemi di lotta integrata con limitazione degli additivi chimici di sintesi;
  • - risparmio idrico e recupero delle acque di pioggia ai fini irrigui, anche attraverso la costruzione di laghetti collinari;
  • - salvaguardia e recupero delle sistemazioni idrauliche tradizionali della pianura (sistemazioni a proda) e della collina (terrazzamenti, ciglionamenti), quali interventi di ingegneria ambientale che contribuiscono alla regimazione delle acque superficiali;
  • - salvaguardia e qualificazione della funzionalità ecologica delle aree agricole attraverso la conservazione dinamica e l'incremento, nello spazio e nel tempo, delle aree aperte (prati, pascoli, ecc.), delle siepi e degli altri elementi arbustivi e/o arborei lineari e il mantenimento o la creazione di pozze e altri piccoli invasi ad uso della fauna selvatica.

3.5. Sistema insediativo:

  • - salvaguardia della funzionalità idraulica dei corsi d'acqua, favorendo il recupero e la sistemazione naturale delle rive, nonché la delocalizzazione degli insediamenti esistenti che comportano difficoltà per la regimazione delle acque;
  • - salvaguardia, ripristino e potenziamento delle relazioni, ecologiche e funzionali, tra i centri abitati di Rignano, Troghi, Cellai, Rosano e le aree rivierasche dei relativi corsi d'acqua di riferimento;
  • - salvaguardia e potenziamento degli spazi verdi urbani, favorendone funzioni sistemiche, plurime e differenziate, di carattere ecologico (biodiversità, connessione, mitigazione clima, contenimento inquinanti, ricarica falda, ecc.);
  • - protezione dei centri abitati dagli inquinamenti prodotti dal traffico veicolare (anche attraverso limitazioni nelle aree urbane centrali, separazione del traffico di attraversamento da quello di penetrazione urbana, potenziamento e riorganizzazione del servizio di trasporto pubblico, potenziamento delle reti ciclo-pedonali urbane e interurbane, soprattutto nelle aree pianeggianti di fondovalle);
  • - protezione dei centri abitati dagli inquinamenti prodotti dagli impianti civili e industriali (anche favorendo la sostituzione dei vecchi impianti di riscaldamento con nuovi sistemi dotati di bruciatori a bassa emissione di ossido di azoto e subordinando le nuove attività industriali e artigianali alla preventiva verifica di compatibilità inerente rumore ed emissioni inquinanti);
  • - rispetto dei requisiti tecnico-costruttivi regionali in materia di sostenibilità ambientale16 negli interventi edilizi e urbanistici.

3.6. Sistema infrastrutturale

  • - salvaguardia, ripristino e potenziamento di relazioni ecologiche tramite azioni mirate (sottopassi stradali, recinzioni e strutture vegetali di "invito" per i sovrappassi stradali, dissuasori ottici riflettenti, corridoi verdi sui due lati della carreggiata, ecc.) per mitigare l'effetto barriera e la frammentazione ambientale generati dalle principali infrastrutture viarie (autostrada A1, SP 1 "Aretina");
  • - abbattimento dei carichi inquinanti generati dal traffico veicolare lungo le principali infrastrutture di collegamento sovracomunale, attraverso:
    • azioni mirate locali (in particolare terrapieni, barriere antirumore, barriere vegetali), da attivare soprattutto in occasione dell'adeguamento della viabilità viaria esistente (terza corsia A1);
    • politiche di area vasta capaci di spostare, all'origine, consistenti quote di viaggiatori, soprattutto pendolari, dal mezzo privato su gomma (auto) al mezzo pubblico su gomma (autobus di linea) o su ferro (ferrovia).

3.7. Sistema ecologico comunale:

  • - salvaguardia delle relazioni ecologiche di livello sovracomunale, evitando la realizzazione di opere che generano frammentazione ambientale, ovvero prevedendo adeguate forme di compensazione, lungo i seguenti corridoi:
    • rete provinciale dei boschi: corridoi che collegano il nodo primario di Vallombrosa e Sant'Antonio con i nodi secondari dei Monti del Chianti, di Monte Giovi e di Monte Senario;
    • rete provinciale dei corsi d'acqua: corridoi fluviali dell'Arno e del Fosso di Troghi/delle Formiche/Salceto;
  • - salvaguardia delle relazioni ecologiche alla scala comunale attraverso la conservazione attiva e/o il potenziamento di:
    • corridoio della dorsale occidentale, costituito da un sistema di aree a copertura boschiva e di aree aperte con prati, prati pascolo, cespuglieti, coltivi, ecc.;
    • varchi di connessione nei pressi di San Donato in Collina, tra gli abitati di Troghi e di Cellai, nei pressi de Le Valli e di Torre dell'Isola;
    • nuclei di connessione a geometria variabile, costituiti da macchie di bosco, prati, cespuglieti e incolti tra la dorsale occidentale e i fondovalle dell'Arno e del Fosso di Troghi/Salceto, con particolare riferimento alle relazioni trasversali al corridoio infrastrutturale di Troghi e Cellai, ai sistemi agricoli dell'ansa dell'Arno a Meleto e attorno a Le Corti e a San Martino, alle superfici a ginestrone ed eriche tra il Poggio di Firenze e il Poggio di Casalmonte;
    • corridoi fluviali e boscati secondari lungo le rive dei corsi d'acqua minori.

15. Tra Le Valli, San Donato in Collina e Rosano

16. "Linee guida per l'edilizia sostenibile in Toscana", Del G.R. n. 322 del 28.02.2005 e s.m.i)

Art. 16 Sistema funzionale insediativo

1. Componenti costitutive

1.1. Ai fini delle presenti norme, concorrono alla formazione del sistema insediativo comunale:

  • - strutture insediative accentrate con caratteri urbani:
    • insediamenti di impianto storico, a prevalente carattere residenziale, con caratteri estesi e consolidati di struttura urbana: centro abitato di Rignano;
    • insediamenti di formazione recente, a prevalente carattere residenziale, privi di struttura urbana consolidata: centri abitati minori di Troghi - Cellai, Rosano, San Donato in Collina;
    • insediamenti di formazione recente, a prevalente carattere artigianale/industriale, privi di struttura urbana consolidata: Molinuzzo, Pian dell'Isola.
  • - insediamenti accentrati con caratteri rurali:
    • insediamenti di formazione recente, a prevalente carattere residenziale, privi di struttura urbana consolidata: Torri e Bombone;
    • insediamenti di impianto storico, a prevalente carattere residenziale, privi di struttura urbana: Volognano, Sarnese, S.Maria, S.Martino;
    • insediamenti di impianto storico e recente, a prevalente carattere residenziale, privi di struttura urbana: Le Valli, Torre Giulia - Focardo, S.Piero;
    • insediamenti di impianto recente, a prevalente carattere residenziale, privi di struttura urbana: Le Corti, La Felce, Montecucco.
  • - insediamenti sparsi del territorio rurale.

1.2. Il territorio comunale si configura pertanto come territorio monocentrico, in virtù della presenza di un unico centro abitato con struttura urbana consolidata.

2. Funzionalità

2.1. Per funzionalità del sistema insediativo comunale si intende la capacità delle sue componenti costitutive di collaborare a un "sistema monocentrico" efficiente ed efficace nei suoi effetti territoriali.

2.2. La funzionalità del sistema insediativo è definita, in primo luogo, in relazione a:

  • - caratterizzazione di ruolo del centro abitato principale e sua capacità di sviluppare processi di differenziazione e di integrazione funzionale nei confronti dei centri abitati minori, in modo da favorire l'articolazione sinergica dei ruoli territoriali;
  • - caratterizzazione di ruolo dei centri abitati minori nei confronti del territorio rurale limitrofo, in modo da costituire capisaldi territoriali di riferimento;
  • - equilibrata distribuzione dei servizi di base e dei servizi pregiati alla persona;
  • - accessibilità ai centri abitati dall'interno e dall'esterno del territorio comunale (in particolare da Firenze e dai sistemi territoriali del Valdarno e della Val di Sieve) e mobilità interurbana;
  • - organizzazione ecologica e funzionale dei centri abitati (coerenze tra struttura urbana e struttura ambientale di riferimento; sistema degli spazi aperti e degli spazi pubblici; sistema dei luoghi "centrali"; gerarchizzazione della rete viaria e della sosta; distribuzione delle funzioni).

2.3. Per migliorare la funzionalità del sistema insediativo si perseguono gli obiettivi di qualità di cui al successivo punto 3 del presente articolo.

3. Obiettivi di qualità

3.1. Salvaguardia del ruolo gerarchico e funzionale del sistema insediativo urbano attraverso:

3.1.1. la caratterizzazione di ruolo del centro abitato principale (Rignano):

  • - nei confronti dell'area vasta di riferimento:
    • quale polo logistico per le relazioni ferroviarie e fluviali tra Firenze e il sistema produttivo e commerciale (outlet) di Pian dell'Isola/Leccio;
    • quale polo logistico e centro direttore per la fruizione dell'Arno e delle sue rive, anche nella prospettiva del parco fluviale.
  • - nei confronti del territorio comunale:
    • attraverso lo sviluppo di servizi pregiati alla persona.

3.1.2. la caratterizzazione di ruolo dei centri abitati minori (Troghi-Cellai, Rosano, San Donato in Collina):

  • - nei confronti dell'area vasta di riferimento attraverso la caratterizzazione di:
    • sistema insediativo di Troghi-Cellai: quale porta del Valdarno per chi proviene da Firenze attraverso la SP 1 Aretina per San Donato ;
    • centri abitati minori di San Donato e di Troghi-Cellai; quali porte per le escursioni sul Poggio di Firenze.
    • centro abitato di Rosano:
      • quale polo logistico per la fruizione dell'Arno e delle sue rive;
      • quale porta per le escursioni lungo la vecchia Via Maremmana.
  • - nei confronti del territorio comunale:
    • quali capisaldi per la fornitura dei servizi di base alla persona nei confronti del territorio rurale di riferimento;
    • quali trait d'union con i servizi (pregiati e di base) dei comuni limitrofi in presenza di centri abitati transfrontalieri o di confine (San Donato in Collina, nei confronti dell'omonimo centro abitato ricadente nel Comune di Bagno a Ripoli; Rosano, nei confronti di Pontassieve).

3.1.3. il miglioramento dei collegamenti infrastrutturali tra il centro abitato principale e i centri abitati minori, attraverso l'individuazione di un sistema viario gerarchizzato, capace di garantire spostamenti nelle varie modalità di trasporto (autobus, auto private, bicicletta) e di favorire un servizio di trasporto pubblico con capacità di distribuzione circolare interna, oltre che di raccordo con Firenze, a partire da punti strategici del sistema;

3.1.4 il sostegno alla creazione dei servizi di base, per residenti e visitatori, negli insediamenti rurali accentrati della media e dell'alta collina, lontani dai centri abitati.

3.2. Salvaguardia e qualificazione dei caratteri ecologici e funzionali dei tessuti urbani nel centro abitato principale (Rignano) e nei centri abitati minori (Troghi-Cellai, Rosano, San Donato in Collina) attraverso le seguenti azioni prioritarie:

  • - crescita insediativa:
    • blocco alla crescita insediativa lineare lungo le strade matrice di fondovalle nel sistema insediativo di Troghi e Cellai e lungo il corso dell'Arno nel sistema insediativo del capoluogo.
  • - relazioni territoriali:
    • recupero del rapporto ecologico, funzionale e visuale tra il capoluogo (Rignano "sull'Arno") e l'Arno, attraverso la mitigazione dell'effetto barriera generato dal tracciato ferroviario e la valorizzazione dei rapporti con le aree fluviali che ospitano, a nord, gli orti sociali e, a sud, le strutture sportive;
    • potenziamento delle relazioni ecologiche e funzionali tra il centro abitato di Rosano e le rive dell'Arno.
  • - qualità ecologica:
    • incremento della qualità ecologica attraverso la creazione di sistemi articolati e continui di spazi aperti e di spazi verdi, pubblici e privati, nonché attraverso il potenziamento della vegetazione arborea, della permeabilità dei terreni e della connettività tra tessuti urbani e aree periurbane (capoluogo e sistema insediativo di Troghi-Cellai);
    • soluzione delle problematiche idrauliche secondo criteri di compatibilità con la qualificazione paesaggistica e la fruizione, anche visuale, del corso d'acqua e delle rive, oltre che con la valorizzazione, la differenziazione e la permanenza, ancorché delocalizzata, delle attività produttive (Arno a Pian dell'Isola e Fosso di Castiglionchio a Molinuzzo-Rosano).
  • - spazi pubblici:
    • qualificazione del sistema degli spazi pubblici incentrata sulla creazione di "luoghi centrali", fisicamente e funzionalmente riconoscibili, collegati da percorsi pedonali o ciclopedonali protetti (capoluogo, sistema insediativo di Troghi-Cellai).
  • - mobilità:
    • definizione di maglie viarie urbane compiute, con gerarchizzazione dei percorsi, separazione dei traffici di attraversamento da quelli di distribuzione interna e chiusura degli anelli viari (capoluogo, sistema insediativo di Troghi-Cellai);
    • integrazione del sistema viario con il sistema dei percorsi pedonali (ovunque) e dei percorsi ciclopedonali (Troghi-Cellai, Rosano, aree fluviali del capoluogo);
    • potenziamento della sosta di scambio in prossimità della fermata ferroviaria e diffusione dei parcheggi a servizio delle aree urbane centrali (capoluogo).

3.3. Salvaguardia, recupero e valorizzazione delle relazioni paesaggistiche, strutturali e funzionali, tra gli insediamenti accentrati con caratteri rurali (Torri, Bombone, Volognano, Sarnese, S.Maria, S.Martino, Le Valli, Torre Giulia - Focardo, S.Piero, Le Corti, La Felce, Montecucco) e la campagna circostante, evitando la loro evoluzione verso modelli insediativi urbani.

3.4. Salvaguardia del sistema insediativo sparso nel territorio rurale e delle sua funzione produttiva, anche favorendo:

  • - la riorganizzazione funzionale degli avamposti del sistema insediativo collinare, in modo da garantire servizi essenziali di base alle aree più periferiche della collina;
  • - l'integrazione funzionale tra settori del territorio rurale e i centri abitati di riferimento, in modo da favorire la creazione di strutture di servizio decentrate;
  • - il contenimento della proliferazione residenziale ottenuta attraverso deruralizzazione e cambio di destinazione d'uso delle costruzioni agricole esistenti.

Art. 17 Sistema infrastrutturale

1. Componenti costitutive

1.1. Ai fini delle presenti norme, concorrono alla formazione del sistema infrastrutturale comunale:

  • - il sistema della mobilità (ferrovie e strade);
  • - il sistema della sosta.

1.2. Il sistema della mobilità si compone di:

  • - infrastrutture di livello sovraregionale, che intessono relazioni alquanto diversificate con il territorio comunale:
    • Linea ferroviaria Direttissima "Roma-Firenze";
    • Autostrada del Sole, "A1".
  • - infrastrutture di livello sovracomunale, che connettono Rignano con i sistemi territoriali dell'Area fiorentina, del Valdarno e della Val di Sieve:
    • Strada Provinciale n. 1 "Aretina per San Donato";
    • Linea ferroviaria lenta "Roma-Firenze";
  • - infrastrutture di livello comunale, che garantiscono la penetrazione nei sistemi territoriali locali:
    • Strada Provinciale n. 89 "Del Bombone";
    • Strada Provinciale n. 90 "Torri-Volognano-Rosano"
  • - infrastrutture di livello locale, che garantiscono la penetrazione capillare nei sistemi territoriali locali:
    • Strade vicinali, che consentono la penetrazione capillare nel territorio rurale.

1.3. Il sistema della sosta si compone di:

  • - parcheggi di scambio tra messo privato e mezzo pubblico;
  • - parcheggi a servizio dei centri abitati.

2. Funzionalità

2.1. Nel rispetto della sicurezza e della salute umana, in relazione intelligente con la struttura ambientale e in stretta sintonia con i caratteri ecosistemici e storicizzati del paesaggio, per funzionalità del sistema infrastrutturale si intende:

  • - sistema della mobilità: capacità delle infrastrutture di collegamento di garantire gli spostamenti sovracomunali e locali senza reciproche e dannose interferenze;
  • - sistema della sosta: gerarchizzazione e differenziazione tipologica delle aree di sosta, in funzione del servizio svolto e delle modalità di trasporto;
  • - sistema delle reti tecnologiche: capacità di garantire un servizio efficiente e integrato in relazione all'evoluzione del sistema insediativo, favorendo la minimizzazione dei costi di impianto e di manutenzione.

2.2. La funzionalità del sistema infrastrutturale è definita in primo luogo in relazione a:

  • - sistema della mobilità:
    • capacità di garantire l'efficienza e la fluidità degli spostamenti per Firenze che trovano origine nel Valdarno e che utilizzano quello comunale come territorio di attraversamento;
    • gerarchizzazione della rete viaria locale, che assolve funzioni di collegamento tra i centri abitati, oltre che di penetrazione e di distribuzione nei settori urbani;
    • connessioni con il servizio di trasporto pubblico per gli spostamenti interni che hanno destinazioni esterne al territorio comunale;
    • adeguatezza delle caratteristiche geometriche delle carreggiate stradali alla funzione svolta;
    • efficienza e contenimento delle intersezioni tra la rete viaria di collegamento sovracomunale e la rete viaria locale;
    • articolazione tipologica dei percorsi in funzione delle diverse modalità di spostamento (a piedi, in bicicletta, con autoveicoli privati, con mezzi pubblici su gomma e su ferro).
  • - sistema della sosta:
    • capacità di consentire lo scambio tra mezzo privato e mezzo pubblico lungo le principali direttrici di connessione sovracomunale;
    • capacità di servire i settori urbani e di favorire la pedonalizzazione delle aree urbane centrali;
    • capacità di costituire supporto per l'accesso agli spazi e ai servizi pubblici;
    • articolazione tipologica delle aree di sosta in funzione delle diverse modalità di spostamento.

2.3. Per migliorare la funzionalità del sistema infrastrutturale si perseguono gli obiettivi di qualità di cui al successivo punto 3 del presente articolo.

3. Obiettivi di qualità

3.1. Sistema della mobilità:

  • - salvaguardia dello storico corridoio infrastrutturale di collegamento tra Valdarno e area fiorentina, su cui insistono la linea ferroviaria Direttissima, l'autostrada A1 e la SP 1 "Aretina", che interessa la valle del Fosso di Troghi e il valico di San Donato;
  • - linea ferroviaria lenta "Roma-Firenze":
    • salvaguardia e valorizzazione della fermata ferroviaria di Rignano quale componente strategica del futuro sistema integrato di trasporto metropolitano e cerniera di connessione tra ferrovia, territorio comunale e territorio in destra idrografica dell'Arno;
  • - linea ferroviaria direttissima Roma - Firenze:
    • recupero ambientale e rifunzionalizzazione delle aree degradate a seguito della costruzione della linea ferroviaria e mitigazione degli impatti, ambientali e paesaggistici, prodotti dagli impianti di supporto17;
  • - Autostrada A1:
    • salvaguardia del contesto ambientale e paesaggistico interessato dall'autostrada e attenuazione del disagio abitativo generato dall'infrastruttura, anche utilizzando i lavori per la realizzazione della terza corsia autostradale.
  • - viabilità di connessione sovracomunale:
    • salvaguardia e razionalizzazione del ruolo svolto dalla SP 1 "Aretina" nei collegamenti "lenti" tra Valdarno e area fiorentina, quale infrastruttura integrata nel territorio e alternativa ai collegamenti "veloci" garantiti dall'autostrada;
    • salvaguardia e razionalizzazione della rete stradale di collegamento tra il corridoio infrastrutturale di Troghi - San Donato, il centro abitato di Rignano e il Comune di Pontassieve, in quanto capace di garantire connessioni anche interne al territorio comunale su tracciati di impianto storico;
    • salvaguardia dei ponti sull'Arno tra Rignano e San Clemente e tra Rosano e Pontassieve, quali unici elementi di connessione con la riva destra dell'Arno all'interno del territorio comunale.
  • - viabilità di connessione comunale:
    • salvaguardia e razionalizzazione delle connessioni interne al territorio comunale, con particolare riguardo ai settori sud-occidentale, centrale e settentrionale, in modo da garantire le relazioni tra i centri abitati e l'accessibilità al territorio rurale;
  • - viabilità interna ai centri abitati:
    • salvaguardia della qualità dell'abitare nei centri abitati anche attraverso:
      • il sostegno alla creazione di un sistema integrato di trasporto metropolitano e sub regionale basato sul trasporto pubblico (treno e autobus di linea) e sullo scambio mezzo privato - mezzo pubblico (parcheggi scambiatori presso le stazioni ferroviarie e lungo le maggiori arterie stradali);
      • l'attenuazione delle disfunzioni urbane, del disagio abitativo e del pericolo per le persone generati dal traffico di attraversamento, anche attraverso interventi coerenti con la struttura ambientale e paesaggistica (Rignano, Troghi-Cellai, Rosano);
      • l'adeguamento delle caratteristiche geometriche delle carreggiate stradali nei tratti di maggiore problematicità e la sicurezza degli innesti con la viabilità di connessione comunale;
      • la creazione di un sistema di percorsi ciclopedonali capaci di consentire modalità di spostamento alternative a quelle veicolari;
      • la progressiva pedonalizzazione delle aree urbane centrali o la istituzione di aree a traffico limitato al loro interno.
    • salvaguardia della qualità morfologica e funzionale dei tessuti urbani anche attraverso:
      • il completamento della maglia viaria;
      • il superamento delle "stanze" urbane con strade a fondo cieco;
      • la creazione di anelli viari gerarchizzati.
  • - viabilità minore:
    • salvaguardia dei caratteri costruttivi e della funzionalità della rete viaria minore (strade vicinali, sentieri storici, percorsi escursionistici) quale sistema di fruizione capillare del territorio;
    • tutela e valorizzazione della viabilità panoramica che risale i versanti e delle visuali che si aprono in prossimità della vecchia via Maremmana.

3.2. Sistema della sosta:

  • salvaguardia e potenziamento delle aree per la sosta veicolare in prossimità della fermata ferroviaria di Rignano e del centro abitato di Troghi, in modo da favorire lo scambio tra mezzo privato e mezzo pubblico (gomma-ferro e/o gomma-gomma);
  • salvaguardia, gerarchizzazione e razionalizzazione delle aree per la sosta veicolare a servizio dei centri abitati, con progressiva creazione di zone pedonali o a traffico limitato e di percorsi ciclopedonali con aree attrezzate per il parcheggio delle biciclette.

17. Posto di comunicazione San Donato, cabina di trasformazione San Donato, ex cantiere direttissima