Norme Tecniche di attuazione del Piano Strutturale

Art. 24- Ambito della collina terrazzata e della montagna

1. È costituito dalle zone dell'alta collina e della montagna del substrato originario in arenaria macigno caratterizzate da pendenze molto forti che, in corrispondenza delle incisioni del Resco e degli altri corsi d'acqua e delle aree montane sono in gran parte superiori al 35%. La specifica conformazione degli strati impermeabili e la localizzazione delle faglie consentono di localizzare la presenza delle riserve idriche sotterranee di rilevante portata e, per le stesse ragioni, vulnerabili.
È l'area di più antico insediamento fin dal tempo etrusco-romano. Fin dall'epoca medievale l'area è stata stabilmente insediata e ha avuto nel Castiglion della Corte il centro più importante dei conti Guidi nel Valdarno.
La parte più bassa e più vicina all'altopiano, caratterizzata da pendii più dolci in corrispondenza dei conoidi, si presenta fortemente antropizzata e caratterizzata dai versanti rimodellati artificialmente con muri di pietrame a secco e ciglioni.
Le varie forme di ordinamento antropico e colturale che si sono succedute e sovrapposte nel tempo hanno formato una perfetta integrazione tra le varie componenti morfologiche e funzionali della società agricola con quelle naturalistiche ed ambientali.

2. Vocazioni e limitazioni derivanti dai caratteri:
Il vasto patrimonio naturale, la sostanziale integrità delle risorse e la rilevanza dei segni che l'uomo ha lasciato nel tempo ne fanno un territorio di notevole interesse ambientale, naturalistico e storico. L'ottima esposizione e panoramicità, unite alla continuità delle presenze storiche, offrono all'area ottime condizioni di abitabilità e frequentazione. Pur essendo il suolo arenaceo e in generale fortemente acclive, la presenza continua dei terrazzamenti e la buona esposizione rendono l'area vocata alla pratica di alcune colture tipiche, in prevalenza l'olivo.
Rischi evidenti sono dovuti ai fenomeni di abbandono che determinano l'assenza delle indispensabili opere di manutenzione e governo del territorio e l'avanzamento del bosco.
La sensibilità ambientale e del patrimonio costruito rendono necessaria una forte limitazione dei margini di modificabilità e di trasformabilità di aree e manufatti, privilegiando la conservazione.

3. Obiettivi:

  • - valorizzazione del patrimonio archeologico anche ai fini di una più ampia fruizione culturale e turistica;
  • - tutela del patrimonio urbanistico ed edilizio esistente, con particolare riferimento all'impianto morfologico ed alle relazioni visuali degli insediamenti con il territorio rurale;
  • - sostegno e valorizzazione del settore agricolo;
  • - sostegno e valorizzazione del territorio rurale anche tramite la promozione di azioni collettive finanziate dai fondi per lo sviluppo rurale e il recupero di antichi mestieri;
  • - consolidamento del sistema naturale.

4. Indirizzi:

  • - mantenimento del disegno, delle linee di deflusso, delle strutture e dei segni dell'impianto agrario, evitando movimenti di terra che alterino l'assetto ed il profilo dei luoghi, salvaguardando la tessitura agraria a maglia fitta che connota l'ambito;
  • - conservazione e recupero della trama viaria nei suoi elementi costitutivi, in particolare i muri in pietra ed il trattamento del fondo stradale, da assumere quali riferimenti anche per l'eventuale realizzazione di nuovi tratti che si rendessero necessari, ad esempio per consentire l'accessibilità ai mezzi di emergenza, non precludendo comunque la possibilità di impiegare materiali o tecnologie contemporanei qualora si dimostrassero adeguati a garantire un corretto inserimento paesaggistico.

5. Le soluzioni ricorrenti consolidate e le tipologie proprie dei vari ambiti potrebbero anzi essere reinterpretate e riproposte anche in chiave contemporanea per nuovi tracciati o parziali modifiche di quelli esistenti.

  • - rinvio alle Linee guida dell'Autorità di Bacino dell'Arno (2006) per quanto riguarda le modalità di lavorazione superficiale dei suoli che contengano l'erosione;
  • - consolidamento della presenza umana stabile, anche se parzialmente o non legata alla produzione agricola;
  • - realizzazione e miglioramento di itinerari culturali, escursionistici, naturalistici.

6. L'ambito è in larga parte classificato tra i beni paesaggistici soggetti a tutela ai sensi dell'art. 136 del D.lgs. 42/2004 (codice 9051258, D.M. 09/02/1976 - G.U. 59 del 1976: Zona del Pratomagno), aree di notevole interesse pubblico per il riconoscimento di rilevanti valori ambientali, storico-architettonici ed urbanistici e panoramici, legati sia agli elementi naturali sia a quelli antropici del territorio aperto, degli insediamenti e della viabilità.

7. Nelle aree soggette a tutela paesaggistica la disciplina dovrà in particolare essere finalizzata:

  • - alla salvaguardia delle visuali panoramiche verso il Valdarno ed oltre, nonché alla tutela dell'area in quanto quadro di sfondo visibile a sua volta da molti luoghi e dall'Autostrada del Sole;
  • - al mantenimento delle aperture panoramiche garantite dalla posizione dominante, sia nella fascia collinare, lungo i tracciati viari ed i corrispondenza degli insediamenti, sia nelle aree di crinale e nei prati pascoli della montagna, impedendo l'alterazione dei rapporti tra elementi costitutivi naturali ed antropici e della percezione visiva offerta e goduta in tali luoghi, anche in riferimento all'eventuale impatto dovuto alle installazioni impiantistiche.

8. Nelle aree soggette a tutela paesaggistica sopra richiamate inoltre:

  • - è vietata qualsiasi trasformazione edilizia che alteri il profilo dei crinali;
  • - non è consentita la localizzazione di impianti eolici e di infrastrutture ad essi correlate con altezza al rotore superiore a 25 m., fermo restando l'obbligo di effettuare specifica valutazione di inserimento paesaggistico per impianti di altezza inferiore;
  • - l'installazione di impianti solari termici e fotovoltaici è consentita esclusivamente se integrata nella copertura degli edifici adottando ogni possibile soluzione tecnica per armonizzarne l'impatto visivo unitamente al conseguimento della maggiore efficienza energetica e garantendone un corretto inserimento paesaggistico;
  • - l'installazione di impianti per la telefonia mobile è ammessa previa verifica dell'inserimento paesaggistico-ambientale e della mitigazione degli impatti e della specificità del sito;
  • - eventuali nuovi impianti di connessione alla rete elettrica dovranno essere realizzati tramite collegamenti interrati.

Ultimo aggiornamento
29/05/2023, 11:34